50° Concorso internazionale di chitarra classica “Michele Pittaluga”: prova finale
Alessandria, Teatro Alessandrino, 30 settembre 2017
Di questi tempi, raggiungere la cinquantesima edizione è un bel traguardo per un concorso di interpretazione musicale; in particolare per la chitarra, che da questo punto di vista è uno strumento più “giovane” di altri. Giustificato quindi l’orgoglio della famiglia Pittaluga, che dalla fondazione si fa carico dell’organizzazione del concorso, e che ha dato risalto all’evento con una serie di iniziative collaterali: una mostra di strumenti storici, un concerto di Rolf Lislevand con la preziosa chitarra Stradivari “Sabionari” del 1679, la pubblicazione di un libro che rievoca la figura del fondatore Michele Pittaluga, e altro ancora. E anche quest’edizione è stata onorata da un buon numero di concorrenti, originari di tre continenti; tra i quali si contavano giovani chitarristi ormai noti e pluripremiati in altre competizioni, come Anton Baranov, Pietro Locatto o Jin Sae Kim, già finalista del Concorso di Alessandria nel 2016.
“Sia merto, sia caso” (come direbbe Guglielmo di Così fan tutte) la Giuria ha selezionato per la prova finale, che come consuetudine ha potuto contare sul supporto dell’Orchestra Classica di Alessandra diretta da Paolo Ferrara, tre chitarristi dalla fisionomia assai differente. Il sudcoreano Ji Hyung Park poteva apparire come il “concorsista perfetto”: giovane, tecnicamente impeccabile, musicalmente compiuto, come dimostrava una ricerca coloristica assolutamente non disprezzabile, il chitarrista ventitreenne ha dipanato il Concierto del Sur di Ponce con sicurezza e maturità. Ciò che gli si poteva imputare, e che forse lo ha relegato al secondo posto, è la mancanza di autentico carisma e un fraseggio che a tratti lasciava una lieve impressione di carente idiomaticità. Giulia Ballarè, terza classificata, presentava un profilo quasi opposto: un poco più matura anche anagraficamente, in una versione asciutta ed episodicamente nervosa del Concerto in Re di Castelnuovo-Tedesco ha rivelato una spiccata personalità, nonostante qualche imprecisione. Penso che per la chitarrista novarese, che nel corso dell’anno ha comunque ottenuto una serie notevole di vittorie e piazzamenti in competizioni nazionali e internazionali, sia giunto il momento di abbandonare l’agone concorsistico (che a mio parere non è ideale per far emergere pienamente il suo talento) e concentrare tutte le sue energie in una carriera concertistica che le auguro ricca di soddisfazioni.
Eseguendo il Concierto de Aranjuez nella finale dell’anno scorso, l’ucraino Marko Topchii era incappato in qualche sbavatura di troppo, che lo aveva destinato al terzo premio malgrado una visione interpretativa interessante del capolavoro rodrighiano. Qualche imprecisione a dire il vero si è ascoltata anche stavolta, nel Concierto del Sur, ma la partitura del compositore messicano si è mostrata più confacente alle sue qualità: in particolare nel raffinato Andante, di cui ha saputo contornare nitidamente l’atmosfera notturna e un po’ misteriosa avvantaggiandosi di un suono corposo e sempre timbrato, e nella spensierata esuberanza dell’Allegro moderato e festivo. Una prova che ha convinto i giurati a tributargli il primo premio, ennesimo riconoscimento per un chitarrista che del resto, ad appena ventisei anni, può vantare la vittoria in una quarantina (!) di concorsi.
Attenzione però al cinese Tiange Wang, vincitore del “Pittaluga Junior”, la sezione dedicata ai chitarristi under 16, che in una breve esibizione a margine della finale ha dimostrato sicurezza e personalità da far invidia a colleghi molto più maturi!
Roberto Brusotti