Sabato 9 aprile, nello Spazio Risonanze dell’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone” a Roma, si è tenuta una giornata di studio con l’obiettivo di riflettere sulla trasformazione in corso del rapporto tra gli interpreti ed il pubblico. Il tema è stato analizzato dal punto di vista sociale, economico, antropologico, psicologico, relazionale ed emotivo grazie alla grande esperienza ed alle differenti specializzazioni dei relatori. Un’attenta analisi è stata anche rivolta alla trasformazione che il mondo della musica ha dovuto subire a causa della pandemia, ed anche dei problemi che questa ha portato. L’evento, intitolato “C’è pubblico & pubblico: il rapporto fra ascoltatori e interpreti” è stato organizzato dal Presidente, Sovrintendente e Direttore artistico dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia Michele dall’Ongaro e dal Socio Mecenate Antonio Briguglio, i quali hanno introdotto l’argomento parlando del ruolo del compositore nella storia, del rapporto fra bellezza e vendita e le differenze tra l’interprete professionista e l’interprete amatore. Hanno partecipato all’incontro Massimo Bernardini, il quale ha trattato l’argomento “Il pubblico nella società in trasformazione”, mostrando dei frammenti di alcune interviste svolte nell’estate del 2001 per confrontare le diverse tipologie di pubblico in diverse occasioni di musica dal vivo; Alice Mado Proverbio, ha affrontato il tema dal punto di vista psicologico, soffermandosi su come la musica venga recepita ed elaborata dal nostro cervello, intitolando il suo intervento “Neurologia e psicologia dell’ascolto”; Piero Rattalino, invece, parlando di “Interpretazione come scienza della comunicazione” ha proposto delle riflessioni sui concetti di emozione e sentimento, sulla gestualità e sui vari tipi di approccio di un esecutore ad un brano musicale, per esempio il trattamento dei tempi metronomici, dei tempi “giusti”, delle dinamiche e del suono. Hanno creato molto dibattito quelli che Rattalino chiama “i cinque steccati”, ovvero delle concezioni novecentesche che potrebbero aver incrinato e distorto una chiara e naturale visione della musica. Sandro Cappelletto, parlando di “Come e perché oggi si ascolta musica,” ha utilizzato dati Istat per analizzare la situazione culturale e sociale attuale, mostrando come alcune varianti come l’età, il titolo di studio, il contesto urbano e le relazioni con l’ambiente esterno possano influire sull’apprezzamento, o meno, di alcune realtà musicali. Secondo Cappelletto, anche i servizi di musica in streaming hanno un ruolo notevole nella formazione del gusto musicale dell’individuo, che viene modulato attraverso brani consigliati e playlist. Roberto Prosseda ha condotto un intervento “alla tastiera”, suonando e mostrando come anche l’interprete debba ascoltare ed entrare in sintonia con il pubblico. Portando esempi tratti dalla sua esperienza durante i concerti in streaming svolti durante la pandemia, ha evidenziato ancora di più come la presenza fisica del pubblico sia un’essenza vitale per la trasmissione dei nobili valori della musica, e soprattutto, che le persone non dovrebbero subire un “tentativo di acculturazione di massa”, bensì, dovrebbero essere partecipi di una condivisione di stati d’animo che non riguarda solo la cultura, ma si tratta di un percorso interiore per diventare persone migliori. Da qui il titolo “Ascoltare il pubblico: il concerto dal punto di vista dell’interprete”. Franco Fabbri ha concluso la giornata di studio affrontando il tema “L’impatto della musica di massa” e parlando di servizi streaming, equipaggiamento d’ascolto, di popular music che sfida il consumismo e le case discografiche, e di come secondo lui la musica non sia un concetto universale, bensì un fenomeno umano che muta a seconda del gusto e della cultura dell’individuo. Per corroborare ulteriormente questa tesi ha portato degli esempi di video presenti sul web in cui persone provenienti da contesti culturali e zone geografiche molto lontane da noi, reagiscono in maniera perplessa ascoltando un’Aria di Mozart o un concerto di musica sinfonica. Questa giornata di studio ha avuto anche lo scopo di confrontare idee, pareri e proposte per riflettere e creare un dibattito sulla situazione attuale della musica dal vivo.
Federico Foglizzo