Il Teatro del Maggio, in occasione dei 100 anni dalla nascita di Renata Tebaldi, dedica due giornate a cura di Giancarlo Landini e Giovanni Vitali, dedicate al ricordo del grande soprano pesarese. Nel corso degli incontri che si terranno il 21 e 22 maggio 2022 al Foyer di Galleria del Teatro del Maggio, con inizio alle ore 16, si delineerà la figura di Renata Tebaldi sia da un punto di vista artistico, con analisi sulla carriera dell’artista, sia da un punto di vista personale, evidenziando gli aspetti che hanno reso il soprano un esempio di coraggio per alcune scelte di vita che la portarono a essere un simbolo dell’emancipazione femminile in quegli anni così particolari per il mondo e, soprattutto, per l’Italia. I relatori chiamati a parlarne sono Maurizio Modugno, Luca Scarlini, Giancarlo Landini, Giovanni Vitali, Carla Maria Casanova, Anna Maria Gasparri Rossotto, Marta Teodoro, Vincenzo R. Bisogni, Paul-André Demierre, Pol Avinyó, Luca Chierici, Marco Beghelli. Al termine della giornata del 21 maggio, si aggiungerà la proiezione in anteprima assoluta del documentario di Rai Cultura Renata Tebaldi. Vissi d’arte di Marta Teodoro e Elisabetta Foti. Il convegno è realizzato in collaborazione con Museo Renata Tebaldi, Rai Cultura, Rete Toscana Classica, Rivista L’Opera, Rivista MUSICA, Amici del Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. L’ingresso è libero fino a esaurimento dei posti.
Gli anni ’50 sono stati un decennio spartiacque: quasi mai un periodo storico è stato così ricco di nuove scoperte, invenzioni e abitudini che muteranno profondamente l’Italia, che nel volgere di poco tempo passerà dall’essere un Paese contadino a una grande nazione industrializzata. Nel secondo dopoguerra l’Italia si trasformò radicalmente, fino a diventare una delle nuove, grandi, forze economiche: sono gli anni dei programmi radiofonici prima e dei primissimi spettacoli televisivi poi, dei duelli politici fra la Democrazia Cristiana e il Partito Comunista che scandiscono le giornate dei ‘nuovi italiani’ che ora a lavoro vanno in Vespa: sono gli anni d’oro del miracolo economico. Così, come quando un Paese cambia, la cultura che spesso è specchio della sua anima cambia di pari passo con esso: si affermano nuovi cantanti e nuovi direttori d’orchestra, cambiano in modo radicale i gusti del pubblico, che sviluppa una diversa sensibilità nei confronti della messa in scena. In questi anni di grandi trasformazioni sociali, culturali e artistiche, Renata Tebaldi fu una delle più amate protagoniste: tra le più importanti e iconiche voci dell’Italia degli anni ’50 e ’60, la sua figura trascese in parte il mondo dell’opera. La “Voce d’angelo”, così come fu definita da Arturo Toscanini, si distinse anche per il coraggio di alcune scelte di vita che la portarono a essere un simbolo dell’emancipazione femminile in quegli anni.
Nel corso del convegno dedicato alla figura di Renata Tebaldi viene dunque messo in risalto non solo lo sconfinato talento artistico che ha permesso al grande soprano di imporsi come una delle più capaci interpreti liriche della storia italiana dell’ultimo secolo, ma anche il lato umano di una delle più luminose dive che abbiano mai calcato un palcoscenico. Durante la sua lunga carriera ha legato in modo indissolubile il suo nome a quello dei più importanti teatri di sempre del nostro Paese: memorabili furono le numerose interpretazioni al Maggio a partire dal suo esordio sulle scene fiorentine, avvenuto nel maggio del 1948 con Lohengrin con la direzione di Jascha Horenstein, così come leggendario fu il suo rapporto artistico con il San Carlo di Napoli e con la Scala di Milano.
Oltre i confini italiani, “la” Tebaldi si è imposta come una delle cantanti che più hanno segnato la storia del Metropolitan di New York: oltre duecentosettanta recite sul palcoscenico del Met, grazie alle quali si guadagnò addirittura il soprannome di “Miss sold out”; fu inoltre fra le protagoniste della stagione d’oro della Lyric Opera di Chicago quando, fra la seconda metà degli anni ’50 e i primi anni ’60, il teatro di Chicago s’impose sulle scene nazionali e internazionali come uno dei centri lirici più importanti del mondo.
Le due giornate, a cura di Giancarlo Landini e Giovanni Vitali, si snoderanno nel corso di 8 appuntamenti diversi: a essi, al termine della giornata del 21 maggio, si aggiungerà la proiezione in anteprima assoluta del documentario di Rai Cultura Renata Tebaldi. Vissi d’arte di Marta Teodoro e Elisabetta Foti.
L’appuntamento è per il 21 maggio alle ore 16 presso il Foyer di Galleria del Teatro del Maggio: cinque diversi relazioni che saranno da guida per gli spettatori nel raccontare la figura di una Primadonna, attraverso il suo percorso artistico e umano, capace di imporsi come vera e propria diva nel corso degli anni ’50 e ’60.
Il convegno prosegue poi nella mattinata del 22 maggio, sempre al Foyer di Galleria: il fil rouge delle relazioni del 21 maggio verrà ripreso ripercorrendo la carriera europea della Tebaldi, soffermandosi sulle sue numerose incisioni discografiche e sull’eredità artistica che il grande soprano ha lasciato e capace di essere ancora oggi, ad un secolo dalla sua nascita, un punto di riferimento artistico senza pari.
Plàcido Domingo attualmente impegnato al Maggio nelle prove dell’opera “I due Foscari”, di Giuseppe Verdi che andrà in scena il 22 maggio alle ore 20 in Sala Mehta, per il Festival del Maggio Fiorentino, ha voluto ricordare con un lungo messaggio il grande soprano con la quale ha condiviso il palcoscenico numerose volte diventandone un partner prediletto e un amico sincero: Quanti ricordi indimenticabili mi legano alla meravigliosa Renata Tebaldi. Pensare a lei mi emoziona sempre molto. Ho cantato con lei per la prima volta nel 1966. Avevo solo 25 anni ed ero il suo Rodolfo in una produzione di La bohème a Boston. E poi ancora abbiamo cantato assieme in Adriana Lecouvreur, Manon Lescaut, Andrea Chènier e Tosca. E per uno sciopero purtroppo non c’è stata la possibilità di fare insieme al Metropolitan anche La fanciulla del west. Renata Tebaldi mi ha tenuto a battesimo nel mio rocambolesco debutto all’ultimo minuto al Metropolitan nel 1968, infatti lei mi volle al suo fianco per sostituire il grande Franco Corelli, che aveva appena perso suo padre, in Adriana Lecouvreur. Gliene sarò per sempre grato, lei ha creduto in me e quel debutto nel grande Metropolitan degli anni sessanta è stato una svolta incredibile per la mia carriera. Cantare con lei è stato un privilegio. Non posso dimenticare i consigli che mi diede proprio la prima volta a Boston. Io ero comprensibilmente nervoso prima della recita: stavo per salire sul palcoscenico con un mito come lei. Ma lei come una madre mi ha rassicurato e mi ha trattato come un suo pari… io che ero solo un ragazzo. Questo è stato un grande insegnamento per me oltre che un privilegio che pochi ragazzi hanno avuto. Una diva come poche e nello stesso tempo una donna dolce e generosa. Era carismatica e grande interprete sulla scena. Verso di lei io e mia moglie Marta nutrivamo un profondo senso di rispetto e di affetto. Quando si ritirò dalle scene la nostra amicizia continuò e così ci sentivamo quando ero in Italia e se poteva veniva a sentirmi alla Scala o all’Arena. Era bellissimo sapere che era lì a sentirmi. Mai scorderò i suoi consigli e il suo sorriso. Renata Tebaldi con la sua voce e il suo carisma è una Diva per sempre, una gloria per l’Italia nel mondo e una ricchezza per l’opera lirica di tutti i tempi