MOZART Le Donne Mozartiane. Amori e Gelosie soprano Maria Grazia Schiavo pianoforte Maurizio Iaccarino
Napoli, Domus Ars, 13 settembre 2022
Ha preso il via martedì 13 settembre, presso il Centro di Cultura Domus Ars di Napoli, la settima edizione del Festival di Musica Barocca “Sicut Sagittae”, con la direzione artistica di Antonio Florio. La rassegna è stata inaugurata dal soprano Maria Grazia Schiavo che, accompagnata al pianoforte da Maurizio Iaccarino, ha presentato un recital introdotto dal musicologo Dinko Fabris, dedicato alle protagoniste femminili delle opere di Mozart, “Le Donne Mozartiane. Amori e Gelosie”.
La Schiavo ha presentato una variegata galleria di ritratti femminili tratti dalle opere mozartiane, tutti meravigliosamente vivi, poiché il soprano è riuscito a far palpitare sia il testo delle arie che l’anima dei personaggi. Sono sfilate via via sul palco la Contessa (“Porgi amor” e “E Susanna non vien… Dove sono i bei momenti”), Ilia (“Solitudini amiche… Zeffiretti lusinghieri”), Donna Elvira (“Mi tradì quell’alma ingrata“), Susanna (“Deh non vieni tardar”), Donna Anna (“Non mi dir bell’idol mio” e “Or sai che l’onore”), Pamina (“Ach, ich fühl’s”), Konstanze (“Martern aller Arten”), Elettra (“D’Oreste, d’Aiace”). Infine, il bis è stato affidato a Zerlina (“Vedrai, carino, se sei buonino”).
La Schiavo ha una tecnica solidissima e una voce armonicamente ricca, che risuona chiara e sicura in ogni registro; per questo si è potuta cimentare nei più famosi ruoli femminili mozartiani, riuscendo ad infervorare gli spettatori con ciascuno di essi.
In “Dove sono i bei momenti” ci ha offerto la Contessa che ogni mozartiano immagina, malinconica e altera, con un pathos trattenuto, senza forzature e con un legato incantevole. La sua Susanna, invece, era una adorabile seduttrice capace di far battere forte il cuore ad un uomo, e ancora di più lo era Zerlina, civettuola e incantatrice. La sua Ilia, da Idomeneo,era assolutamente classica nella generosità di tono e temperamento, la sua Elettra (dalla stessa opera), una delle arie tecnicamente più impegnative, è stata drammaticamente “elettrizzante”.
Di Donna Elvira, tormentata e sconvolta, ha mostrato l’inflessibile odio con una coloratura che non era solo una esibizione di bravura, ma acquistava con lei un pieno senso drammatico; Pamina, al contrario, era tutta dolcezza e malinconia. Precisa nell’intonazione e luminosa negli acuti la Donna Anna in “Or sai chi l’onore” e delicata negli accenti in “Non mi dir bell’idol mio”. Nell’aria di Konstanze, è stata agile e precisa nei passaggi di coloratura, in un’aria come “Martern aller Arten” che è una sfida per tutti i soprani, e che la Schiavo ha eseguito magnificamente.
Un pubblico entusiasta ha tributato calorosi, interminabili applausi alla fine di ogni aria, oltre che naturalmente in chiusura di concerto.
Lorenzo Fiorito