SCHUBERT Trio per pianoforte in MIb Op. 148 “Nocturne” D 897 BRAHMS Quartetto per pianoforte, violino, viola e violoncello n. 3 in do Op. 60 SCHUBERT Quintetto per pianoforte, violino, viola, violoncello e contrabbasso“ Op. 114 “La trota” D 667 Trio Johannes (violino Francesco Manara violoncello Massimo Polidori pianoforte Claudio Voghera) viola Simonide Braconi contrabbasso Paolo Borsarelli
Vicenza, Teatro Comunale, 27 marzo 2023
Meraviglioso concerto quello tenuto dal Trio Johannes per la stagione della Società del Quartetto di Vicenza e programma composto tutto di capolavori assoluti, assai noti ma non di così frequente ascolto. Quando capita, infatti, di poter ascoltare nella stessa sera il Trio “Notturno” op. 148 di Franz Schubert per violino, violoncello e pianoforte, il Quartetto per pianoforte n. 3 op. 60 di Johannes Brahms e, con un crescendo emotivo e un progressivo allargamento della compagine strumentale, il Quintetto per violino, viola, violoncello, contrabbasso e pianoforte “La trota” di Franz Schubert?
Non a caso il pubblico era numeroso ed entusiasta a riempire i posti del ridotto del Teatro Comunale vicentino, luogo accogliente e quanto mai adatto alla musica strumentale, con il solo limite di un’acustica troppo asciutta.
Francesco Manara, Massimo Polidori (rispettivamente primo violino e primo violoncello dell’Orchestra del Teatro alla Scala) e il pianista torinese Claudio Voghera giusto trent’anni fa formarono il Trio Johannes, che ha all’attivo successi internazionali ed importanti riconoscimenti. Ma quel che più conta, non ha perso l’entusiasmo palpabile con cui i tre musicisti affrontano le pagine strumentali per questa formazione. Altro amico, nonché collega nelle file degli archi della Scala, il violista Simonide Braconi, cui si è aggiunto il contrabbassista Paolo Borselli, anch’egli passato per Milano, uno dei più apprezzati contrabbassisti italiani.
Slancio, comunicativa, densità e compattezza di suono, specialmente nei corruschi quattro tempi del Quartetto di Brahms, i tratti distintivi delle loro esecuzioni. Oltre all’estro nei fraseggi sempre mossi ed interessanti e una carica ritmica capace di far venire alla luce richiami alla musica popolare che qui e là si fa sentire nella composizione di Brahms e nell’incantevole Quintetto “La trota”. Da evidenziare la bravura strumentale del pianista, il suono denso della viola e la contabilità sonora e baritonale del violoncello. Qualche sbavatura non ha inficiato un serata davvero emozionante, che per due ore ha trasportato gli ascoltatori nel mondo di due dei maggiori geni della musica di ogni tempo.
Stefano Pagliantini