ROBERTO BOLLE & FRIENDS con Roberto Bolle, Bakhtiyar Adamzhan, Timofej Andrijashenko, António Casalinho, Toon Lobach, Yasmine Naghdi, William Bracewell, Melissa Hamilton, Nicoletta Manni, Madoka Sugai, Casia Vengoechea
Verona, Arena, 19 luglio 2023
È tornato anche quest’anno in Arena il “Roberto Bolle & friends”, l’attesissimo appuntamento con la danza e con un’icona del balletto mondiale, Roberto Bolle.
Serata iniziata con il pubblico in delirio all’ingresso del danzatore piemontese, funestata da ben due interruzioni per forti piogge e conclusa con un assolo di Bolle sotto la pioggia scrosciante, che forse rimane l’immagine più suggestiva della serata. Al pari dei nuvoloni che via via si facevano più cupi sopra l’ampia cavea dell’Arena e il lampeggiare sempre vicino che contrappuntava i movimenti dei danzatori e gli effetti delle luci.
La serata si apre con il duetto che vede sul palco il Divo Bolle a fianco di Nicoletta Manni, prima ballerina del Teatro La Scala. Con loro anche il violinista Alessandro Quarta per il tango «Alma porteña» sulle note di Astor Piazzolla.
A seguire il passo a due da «Le fiamme di Parigi» con due bellissimi e tecnicamente perfetti danzatori: il giovanissimo portoghese, appena ventenne, Antonio Casalinho, primo solista del Bayerisches Staatsballett di Monaco, e Madoka Sugai, prima ballerina del Balletto di Amburgo. Quest’ultima capace di sciorinare una delle figure più impegnative per una danzatrice, le 32 fouettés en tournant consecutive, salutate da una vera ovazione del pubblico.
Melissa Hamilton del Royal Ballett di Londra è la seconda ballerina ad esibirsi con Bolle in un breve brano “Infra” su musiche di Max Richter. Il loro passo a due è un momento emozionante: i loro corpi sembrano trascendere la fisicità e librarsi in una magistrale fusione.
Un salto poi nel repertorio novecentesco con il “duetto d’amore” da Romeo e Giulietta di Prokofiev: Yasmine Naghdi e William Bracewell, primi ballerini del Royal Ballet, rivelano una straordinaria intesa, una dolcezza nei movimenti e una espressività nei volti di grande suggestione.
Momento tra i più alti della serata «Les Indomptés», un lavoro del 1992 del coreografo francese Claude Brumachon danzato da Roberto Bolle con il giovane e bravissimo ballerino olandese, Toon Lobach, su musiche di Wim Mertens. Un’indagine, si potrebbe dire, su una relazione astratta e simbolica fatta di movimenti primitivi e di riferimenti a gesti quotidiani di relazione sociale, dalle immagini di balli di coppia a momenti di sospensione per far emergere una relazione di reciproco sostegno e amore, che quasi commuove.
Un ritorno al balletto classico è il Grand Pas de Deux da Il Corsaro con la coppia Nicoletta Manni e il suo promesso sposo Timofej Andrijashenko (ad agosto il fatidico sì).
Con la coreografia di Amedeo Amodio su Carmen di Bizet scoppia purtroppo il temporale, ma i due danzatori, Bolle e Hamilton, riescono lo stesso a portare a termine il loro numero, nonostante il palco invaso dall’acqua e il fuggi fuggi generale.
Dopo circa un’ora – il tempo perché smetta di piovere e si possa ripristinare il palcoscenico – si riparte con Casia Vengoechea e Toon Lobach nel loro “I” di Philippe Kratz ispirato dai Soundwalk Collective. Impossibile e troppo rischioso ballare sulle punte, pertanto salta il “Don Chisciotte”, ma un generosissimo Bolle non vuole rinunciare al brano che più gli sta a cuore, l’assolo finale di «Sphere», nuovissima creazione firmata da Mauro Bigonzetti. Una grande sfera evoca il pianeta, mentre il ballerino, novello Atlante, si carica sulle spalle il destino della Terra. “Sphere è una dichiarazione di amore per il nostro Pianeta – ha spiegato il ballerino – e, insieme, un invito perentorio a prendercene cura, a prendere definitivamente consapevolezza di quei problemi che sono sempre più urgenti, di quella sua malattia di cui siamo colpevoli e agire”.
Serata che si chiude nuovamente sotto la pioggia tra mille suggestioni, confermando ancora una volta il grande carisma del più celebre ballerino dei nostri giorni. Nonostante gli anni che inesorabilmente passano.
Stefano Pagliantini