Si è conclusa a dicembre la nona edizione del Festival Organistico del Salento, la prestigiosa rassegna ideata e diretta dal maestro Francesco Scarcella. Oltre trenta concerti, con cui il festival ha tracciato la mappa del vasto patrimonio organario presente in Terra d’Otranto, registrando sempre un bilancio d’eccellenza per qualità artistica e gradimento del pubblico.
Bellissime chiese e basiliche del Salento, pagine musicali di rara bellezza e prime assolute, nomi affermati della scena organistica internazionale e giovani talenti emergenti hanno caratterizzato il fitto cartellone di appuntamenti, dal 1° luglio al 12 dicembre 2023, toccando non solo Lecce ma vari centri del Salento. L’obiettivo, fedele alle linee guida di sempre del festival, è far conoscere e al tempo stesso valorizzare gli organi storici e la letteratura per organo, a solo o in combinazione con voce e altri strumenti. Al centro della programmazione artistica il direttore ha proposto la riscoperta di opere per cicli: le Sinfonie di Charles Marie Widor, i Concerti romantici per organo e orchestra (di Rheinberger è stato eseguito il Concerto in Fa maggiore op. 137 n. 1, in prima assoluta per la Puglia, affidato per l’occasione all’Oles ensemble diretto da Eliseo Castrignanò e Francesco Scarcella all’organo) e i Concerti per organo e orchestra di G. F. Händel, eseguiti dall’ensemble Le Armoniche Stravaganze con, all’organo, Antonio Rizzato, Leonardo Antonio di Chiara e Sergio De Blasi.
Tra gli altri appuntamenti di particolare spessore e successo vanno sottolineati i concerti dedicati alla produzione organistica, dal Rinascimento ai primi del Novecento, le inedite esecuzioni di riproduzioni di anonimo del Settecento Gallipolino (a cura di Sergio De Blasi) e pagine poco note del Novecento come quelle di Eriberto Scarlino, di origine salentina, con l’esecuzione in tempi moderni del suo Preludio per organo e orchestra d’archi a 110 anni dalla sua prima esecuzione avuta a Venezia. All’interno della programmazione non sono mancate le “provocazioni” legate al repertorio contemporaneo. Riconoscere i nuovi scenari musicali, malgrado la crisi che si sta attraversando, è senza dubbio uno dei punti di forza maggiori del festival, che punta alle “nuove musiche per antichi organi”, con seminari di approfondimento e concerti (in collaborazione con la Società Italiana Musica Contemporanea SIMC, in collaborazione con i Conservatori di Lecce, Bari e Pesaro, coordinati da Biagio Putignano, docente di Composizione del Conservatorio di Bari), per promuovere le giovani leve della musica contemporanea e valorizzare i due strumenti storici che costituiscono parte integrante del patrimonio culturale e musicale della Cattedrale di Otranto.
Come sempre internazionale, e di alto livello, la schiera degli organisti interpreti. Tra questi, occorre citare il francese Emmanuel Hocdé, vincitore del prestigioso Concorso di Chartres, impegnato all’organo del Duomo di Lecce nella prima esecuzione integrale della Sesta Sinfonia di Charles Marie Widor, il giovane talentuoso Davide Mariano, interprete fra l’altro dell’Introduktion und Passacaglia in re minore di Max Reger (nel suo 150esimo anniversario), Antonio Del Pino, da Malaga, in un percorso organistico interamente incentrato sulla penisola iberica (da Cabezón e Araujo a Bruna e Cabanilles), da Siviglia Jesús Sampedro Márquez, interprete dell’Ottocento organistico spagnolo. Il Salento, e soprattutto il basso Salento, è ricco di organi storici per la maggior parte recentemente restaurati filologicamente, anche grazie alla sensibilità della Regione Puglia e della Provincia di Lecce che iniziarono, già negli anni ’70, a recuperare il ricco patrimonio organario esistente sul territorio. Vi si trovano organi del ‘500 sino ai nostri giorni, e da ogni parte del globo accorrono a suonare queste meravigliose macchine sonore! Nel mese di settembre, il festival ha dato vita a una sorta di gemellaggio con la prestigiosa Schola Cantorum Basiliensis, tempio della musica storicamente e filologicamente informata, ospitando due suoi docenti: il trevigiano Andrea Marcon, Premio Händel 2021, che ha deliziato il pubblico con un programma dedicato all’eredità frescobaldiana in linea con l’età dell’organo della Basilica di Santa Caterina di Galatina (di anonimo napoletano del 1558). Sempre a Galatina si è esibito Francesco Corti, anche lui docente alla Schola Cantorum Basiliensis che, per il festival, dal 14 al 18 settembre ha tenuto una Masterclass di approfondimento sulla prassi esecutiva rinascimentale e barocca (in collaborazione con il Festival Muse Salentine), richiamando la partecipazione di tanti giovani organisti provenienti da diverse nazioni. Due dei quali, una dal Giappone e l’altro dalla Toscana, saranno protagonisti dell’edizione 2024 del festival. Tra le tante ‘provocazioni’ culturali del festival, non si può non citare la sezione “Altri Tasti” del festival, in cui hanno trovato spazio concerti e interpretazioni insolite legate ad altre tastiere (come il pianoforte, fisarmonica ecc.) e strumenti a fiato (come il clarinetto o la tromba di Antonio Mariani e di Emilio Mazzotta). Tra questi appuntamenti, citiamo quello con il trio internazionale composto da Hagar Sharvit (mezzosoprano), Theresa Pilsl (soprano) ed Elenora Pertz (pianoforte), e con l’Accordance Duo (Gianni Fassetta alla fisarmonica e Massimo Santaniello al clarinetto,coinvolgenti interpreti di brani di Piazzolla e la musica da film). Alla mistica unione e all’esplorazione del rapporto tra voce e organo erano invece dedicati i concerti O flammae, con il soprano Annamaria Bellocchio, Laudate Dominum in chordis et organo, con Simona Gubello, e Salve Regina, con il contralto veneziano Giovanna Dissera Bragadin. Il tutto su preziosi organi antichi o su ottimi strumenti moderni presenti in gran numero sul territorio salentino, nati dalla fantasia e l’abilità artigianale di tanti maestri organari: un Gregori a Martignano (del secondo Seicento); vari “positivi” (datati metà 1700) e altri strumenti di Carolus Sanarica a Minervino e Nardò; di Pietro e Simone Chircher gli esemplari di metà Settecento presenti a Corigliano d’Otranto, Sogliano Cavour e Otranto; di anonimi gli organi di Bagnolo del Salento, Galatina, Marittima, Vignacastrisi e, infine, un Olgiati-Mauro a Salve del 1628, a tutt’oggi il più integro strumento di concezione rinascimentale del Salento tra quelli restaurati. Il festival, sostenuto dal Ministero della Cultura (Fondo Unico per lo Spettacolo), dalla Regione Puglia e il main partner Caroli Hotels, si prepara al traguardo della decima edizione, che è già stata annunciata.
(Fabiola Carlino)