A Sassari con Otello l’opera torna popolare

Desdemona (Angela Nisi) e Otello (Hector Lopez Mendoza)

VERDI Otello H. Lopez Mendoza, A. Nisi, M. Caria. M. Secci, N. Resinelli; Coro e Orchestra dell’Ente Marialisa De Carolis, direttore Sergio Oliva regia, scene e costumi Alberto Gazale.

Sassari, Piazza d’Italia, 14 luglio 2024

Allestire una rappresentazione operistica “en plein air” è un’operazione che riserva sempre diversi rischi importanti, soprattutto se gli spazi coinvolti non sono stati espressamente progettati per accogliere degli spettacoli. È tuttavia indubbio che la realizzazione di un’opera lirica in piazza, come ha scelto di fare anche quest’anno l’Ente Marialisa de Carolis di Sassari, sia una scommessa di grande impegno artistico e fortissima valenza sociale. “Una città a teatro” è il titolo del volume del giornalista Aldo Cesaraccio che ha descritto l’amore dei sassaresi per il melodramma nei secoli scorsi, oggi confermato dalla folla accorsa in Piazza d’Italia ad assistere all’Otello verdiano: una massa di persone di ogni età che ha divorato velocemente i posti a sedere a pagamento e si è asserragliata ovunque nella piazza, anche con la sedia portata da casa.

Otello a Sassari

Ed è quindi evidente che un’opera amplificata con sistemi elettroacustici e messa in scena in spazi non teatrali è comunque molto diversa dall’originale (e qui possiamo domandarci e risponderci quale sia l’autentico originale). Ma se l’obiettivo è soprattutto quello di spostare la grande musica lirica tra la gente e tra i giovani in giro per la città nelle sere estive, il risultato è centrato in pieno, con un pubblico molto partecipante (già preparato nelle prove aperte dei giorni che hanno preceduto la prima) e l’annessa tifoseria nei momenti drammaturgici più decisivi.

L’Otello di Verdi e Boito, rappresentato per la prima volta nel 1887 dopo una lunga gestazione, riflette il rifiuto dei moralismi e dei languori romantici, mette in evidenza una violenza e una gelosia devastanti (quanto mai presenti in questo tempo a tutti noi) e sottolinea la portata dello scontro duro e inequivocabile tra il bene e il male: un contrasto tipicamente scapigliato tra l’angelica e innocente Desdemona e il demoniaco Jago, destinato a scatenare il dramma del Moro.

E questa è stata anche la chiave di lettura di Otello privilegiata da Alberto Gazale per la regia, le scene e i costumi nelle due ore e mezza di spettacolo (pur tagliato, ma senza intervalli). Gazale ha ideato una rappresentazione in linea con la realizzazione sassarese della partitura, omogenea e senza fronzoli, con uno spazio fisso dove hanno svolto un ruolo fondamentale il disegno luci di Tony Grandi e l’amplificazione di Alberto Erre. Ottima e instancabile la prova dell’orchestra, immersa nello spazio scenico, e del suo direttore, Sergio Oliva, storica guida dell’orchestra dell’Opera di Roma. Oliva, già a capo del Coro e dell’Orchestra dell’Ente de Carolis nei Pagliacci della scorsa estate, ha trasmesso sicurezza ed esperienza alla compagine strumentale, al Coro e al Coro di voci bianche (istruiti, rispettivamente, da Francesca Tosi e da Salvatore Rizzu) e ha condotto con raffinatezza il triangolo dei protagonisti, tutti centrati nel ruolo.

Esuberante ed esposto con forza, sia come vocalità che come carattere, l’Otello del tenore messicano Hector Lopez Mendoza, fin dal banco di prova dell’“Esultate!”, ma capace di toni più accorati nel duetto del secondo atto, mettendo in risalto la debolezza che lo rende preda dell’antagonista. Ma il baricentro dell’opera era affidato proprio a lui, lo Jago di Marco Caria, giustamente considerato una delle voci più interessanti del panorama lirico internazionale, che ha rispettato con vigore l’accurata scrittura baritonale verdiana. Dolcissima la Desdemona di Angela Nisi, sia nella “Canzone del salice” che nell’“Ave Maria” del quarto atto.

Otello e Jago (Marco Caria)

Di buon livello la prova di Mauro Secci nel ruolo di Cassio, così come quella di Nicolas Resinelli nei panni di Roderigo, e convincenti tutte le altre parti di fianco, interpretate da Michael Zeni (Montano), Francesca Pusceddu (una toccante Emilia), Tiziano Rosati (l’ottimo Lodovico), Stefano Arnaudo (un araldo). Un successo pieno, con lunghi applausi rivolti all’intero cast, per l’anticipo della consueta stagione autunnale prevista a partire dal prossimo ottobre.

Myriam Quaquero

Foto: Elisa Casula

Data di pubblicazione: 15 Luglio 2024

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