Tradizione e innovazione: i progetti di Stefano Canazza a Treviso

Stefano Canazza

A margine delle recite di Madama Butterfly (qui recensite), ho intervistato il Maestro Stefano Canazza, direttore artistico del Teatro Comunale “Mario Del Monaco” di Treviso. Stefano Canazza, organista, clavicembalista e compositore, ha studiato pianoforte, organo, clavicembalo e composizione ai Conservatori di Verona e Brescia e, negli anni, ha tenuto concerti in Festival e Rassegne internazionali in Italia (Associazione Organistica del Lazio – Roma, Associazione Veneta, Associazione Veneta Amici della Musica-Padova, XXII rassegna concerti d’organo Milano Marittima, Asolo Musica, Associazione Organi Antichi Bologna, Associazione Traeri Modena, Associazione J.S. Bach Modena, Ferrara, Napoli, Torino, Lucca, Verona, Bergamo, Udine, Venezia, Milano, Mantova, Ventimiglia, ecc.) e all’estero (Francia, Belgio). Inoltre, è stato direttore del Conservatorio “Agostino Steffani” di Castelfranco Veneto.

Gentile Maestro Canazza, la nuova stagione musicale del Teatro Comunale “Mario Del Monaco” prevede una serie di eventi di particolare interesse: quali sono stati i criteri di base che hanno determinato le scelte artistiche?

Cerco di riassumere brevemente le scelte artistiche. Siamo un Teatro di Tradizione e quindi titoli di tradizione in chiave tradizionale per la scelta degli allestimenti scenici e dei progetti di regia, ma con elementi innovativi dati da nuove produzioni. Da non dimenticare, cosa importantissima, il pubblico. Lo dimostrano i numeri crescenti degli abbonati che quest’anno hanno raggiunto quasi i 700 abbonamenti con un più 22% rispetto ad un anno fa e un 44% rispetto alla stagione 2022-2023. Consideriamo poi l’anniversario pucciniano, i centovent’anni dalla prima rappresentazione di Madama Butterfly e il Concorso Toti Dal Monte, giunto alla sua 51esima edizione nel 2024 con l’Opera a concorso Il Flauto magico che debutterà con una nuova produzione a Treviso a novembre 2024. Il terzo titolo donizettiano, L’elisir d’amore, mancava a Treviso dal 2011 ed è legato ad una collaborazione per l’allestimento, scene e costumi firmato da Bepi Morassi, con il Teatro La Fenice. Per la stagione concertistica saranno nove serate di musica con recital solistici, ensemble cameristici e orchestrali. Fra tutti ricorderei l’Amsterdam Baroque Orchestra con Ton Koopman che proporrà i Concerti brandeburghesi di Bach e il Concerto dedicato alle giovani promesse il pianista Axel Trolese e il direttore d’orchestra Leonardo Benini, entrambi sotto i trent’anni. Dal mio insediamento ho sempre voluto dare spazio ai giovani talenti della lirica e del concertismo affiancati ai grandi artisti con già importanti carriere.

Quale degli eventi programmati ritiene maggiormente significativo, oltre che rappresentativo del Teatro trevigiano?

Visto che il 2024 è l’anno della 51esima edizione del Toti Dal Monte credo che l’evento più significativo sia l’opera a concorso Il Flauto magico in lingua originale. L’Opera in Stagione, che ascolteremo e vedremo in una nuova produzione firmata da Paolo Giani Cei, sarà l’occasione per i giovani vincitori di debuttare il ruolo: Tamino, Pamina, Papagena e le Tre Dame, vincitori del Toti Dal Monte 2024, canteranno il ruolo affiancati da artisti con già affermate carriere, fra tutti nel ruolo di Papageno Rodion Pogossov. Inoltre questo titolo manca nel concorso Toti da trent’anni mentre l’ultima rappresentazione a Treviso è nella stagione 2008-2009 (sono 15 anni).

Il centenario pucciniano è stato celebrato a Treviso con la rappresentazione di alcune opere particolarmente rappresentative dell’autore. Ci saranno altre proposte analoghe in un prossimo futuro o ci si orienterà verso altri compositori teatrali?

Il centenario a Treviso è stato celebrato ampiamente: un preludio nel 2023 con l’apertura di Stagione con Bohème, poi Tosca nel 2024 e poi Madama Butterfly che ha aperto la stagione lirica e concertistica 2024-2025 in quest’ultimo fine settimana di ottobre. Di sicuro un occhio agli anniversari e ad altri compositori e titoli rimane l’obiettivo. Il 2025, ad esempio, è l’anniversario dei 150 anni dalla morte di Bizet. Vediamo, qualcosa bolle in pentola. Le scelte sui titoli e sui compositori dovranno via via rimarcare la tradizione, che il pubblico chiede, magari affiancandola nello sperimentare nuovi percorsi e nuovi compositori.

Anche Gian Francesco Malipiero ho ottenuto alcune doverose attenzioni: si continuerà in tal senso?

Malipiero è stato un compositore veneto (morto a Treviso), esponente di spicco della cosiddetta “generazione dell’Ottanta”, un gruppo di compositori che, in un’Italia in cui il melodramma dominava incontrastato la scena musicale dell’epoca, ha riportato interesse attorno alla musica strumentale, andando a ricucire i legami con il passato preromantico.Malipiero si dimostrò un compositore estremamente eclettico e versatile, in grado di spaziare dalla composizione sinfonica all’opera lirica, dalle colonne sonore per il cinema alla musica da camera. Ad Asolo, in provincia di Treviso, Malipiero stabilì la sua dimora (dove ancora oggi riposa): un ritiro tranquillo in cui il compositore veneziano si ritirava periodicamente per dare nutrimento alla sua vena compositiva.

Per i 50 anni dalla sua scomparsa il Teatro Mario Del Monaco ha voluto onorare l’anniversario con un importante progetto: l’incisione delle 11 sinfonie. Ad oggi esiste una sola incisione delle sinfonie del Maestro, realizzata da un’orchestra russa e dal direttore d’orchestra francese Antonio De Almeida, parliamo di oltre trent’anni fa. L’idea condivisa con l’Orchestra di Padova e del Veneto (OPV) e con il Maestro Marco Angius è stata quella di incidere le 11 sinfonie numerate: un progetto monografico che si dovrebbe concludere tra il 2024 e il 2025. L’obiettivo? Restituire al pubblico una documentazione di grande importanza identitaria a livello sia nazionale ed internazionale colmando quella che attualmente è una lacuna dal punto di vista storico musicale. È certa l’attenzione anche per il futuro su questi progetti.

Da molti anni non sono state organizzate a Treviso delle serate dedicate al Lied tedesco o alla Mélodie francese, generi particolarmente rappresentativi della musica da camera europea e della cultura in genere: ritiene che sia possibile offrire qualche evento al riguardo?

In effetti al momento manca il Lied tedesco e la Mélodie francese. Un po’ alla volta ci arriveremo, spero. Prima dobbiamo consolidare e raggiungere sempre più il pubblico anche dei giovani. Già abbiamo abbonati under 26 e una buona percentuale di giovani che seguono la stagione lirica e concertistica. Il pubblico della concertistica è di grande qualità, ma vogliamo aumentare il numero degli spettatori. Oggi siamo a 141 abbonati, anche qui con un aumento del 15% rispetto alla stagione precedente. Sarà la sfida per i prossimi anni: crescita degli spettatori e un’offerta ancor più varia nei generi particolarmente rappresentativi della musica da camera, nei repertori e nelle formazioni da camera.

La stagione di quest’anno ha visto la partecipazione straordinaria di Ton Koopman: ci saranno altre opportunità per il repertorio barocco? Non sarebbe interessante proporre a teatro un melodramma di Händel?

Guardi, il repertorio barocco mi appartiene. Arrivo da quella tradizione. Sono organista, clavicembalista e compositore. In questi anni della mia direzione non è mancata mai l’attenzione nei confronti del repertorio barocco. Ricordo ancora il successo dell’Orfeo di Monteverdi nel 2021, in un periodo particolare come quello della pandemia. Fu un grande successo di pubblico e di critica. Non dimenticando il Teatro di tradizione ed il ruolo di questi Teatri, è un percorso che stiamo cercando di inserire, con almeno un titolo all’anno dedicato al repertorio e al melodramma barocco. Da ricordare poi la flautista Dorothee Oberlinger e i Sonatori de la Gioiosa Marca Treviso sempre nel 2021 ed il ritorno, nel 2023, di Mario Brunello con l’Orchestra barocca Accademia dell’Annunciata con Riccardo Doni in un programma interamente dedicato a Bach.       

Come ha reagito in questi anni il pubblico trevigiano nei confronti delle proposte a teatro? Che cosa è stato maggiormente gradito? Che cosa si aspetta per il prossimo futuro?

Senza dubbio il pubblico trevigiano adora l’opera lirica e lo testimoniano il crescente numero degli abbonati che, per la stagione 2024-2025, ha raggiunto quasi 700 persone, come ricordavo prima. Cosa mi aspetto? Forse parlerei di sogni nel cassetto. Eccoli: tre titoli di tradizione, un quarto titolo del melodramma barocco e un quinto titolo dedicato alle nuove opere di teatro musicale, mentre per la stagione concertistica una sempre maggiore qualità. Il tutto con un’attenzione crescente ai giovani talenti della lirica e della concertistica emergenti, affiancati alle esperienze dei grandi artisti già in carriera, che a Treviso potrebbero trovare il loro palcoscenico ideale per debuttare e dare avvio alle proprie carriere… basti pensare al Toti Dal Monte, unico concorso italiano che dalla sua nascita offre il debutto del ruolo. Pensiamo alla storica “bottega” che Peter Maag fondò a Treviso nel 1988: un laboratorio destinato a giovani cantanti, scenografi, registi e direttori. Fu un progetto innovativo in quegli anni, che si ispirava alle Accademie rinascimentali per coltivare lentamente i giovani talenti. Da quelle ceneri vorrei riprendere ed avviare un percorso formativo legato al Teatro che parte dal Teatro. Non a caso poco fa parlavo di sogni nel cassetto. Sono convinto ci possano essere oggi le sinergie e le condizioni perché i sogni a volte diventino realtà. Ci lavoriamo assieme alla Città di Treviso e all’Amministrazione comunale, attenta sostenitrice del proprio Teatro comunale di Tradizione “Mario Del Monaco”.

Claudio Bolzan

Data di pubblicazione: 29 Ottobre 2024

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