CHAČATURJAN Concerto in Re minore per violino e orchestra RACHMANINOV Sinfonia n. 2 in Mi minore, op. 27 violino Veriko Tchumburidze Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Catania, direttore Antonino Manuli
Catania,Teatro Massimo Bellini, 10 novembre 2024
L’Associazione Musicale Etnea di Catania, giunta alla sua 49a stagione concertistica, ha ospitato nei giorni scorsi – quale quinta manifestazione del suo cartellone 2024/’25 – un concerto dell’Orchestra Sinfonica del Conservatorio Vincenzo Bellini di Catania. Si tratta di un appuntamento ormai consueto, che rientra tra le iniziative di un articolato progetto di collaborazione tra le due istituzioni. Il concerto, svoltosi al Teatro Massimo Bellini, ha visto protagonista la violinista turca di origini georgiane Veriko Tchumburidze, con il maestro messinese Antonino Manuli a capo dell’Orchestra del Conservatorio catanese. Dopo gli studi a Vienna con Dora Schwarzberg, nel 2016 la Tchumburidze ha vinto il primo premio al prestigioso Concorso Internazionale Henryk Wieniawski, che si svolge con cadenza quinquennale a Poznan (Polonia); subito dopo ha iniziato una brillante carriera concertistica internazionale, da solista e con diversi ensemble cameristici.
Diciamo subito che la Tchumburidze ci ha affascinato e via via conquistato con una formidabile interpretazione del Concerto in Re minore di Aram Chačaturjan. Pagina tra le più riuscite ed ammirate del compositore armeno, questo lavoro – composto nel 1940, con dedica al grande David Ojstrach – richiede all’interprete una personalità artistica di qualità superiore e il possesso di una tecnica strumentale trascendentale; doti queste che la Tchumburidze ha mostrato di possedere da autentica fuoriclasse. La sua interpretazione è infatti apparsa impeccabile per la disinvoltura tecnica e l’intensità espressiva con cui ha affrontato una partitura che alterna momenti di intensa drammaticità ad altri di insinuante lirismo esotico. In particolare, l’ispirata violinista turco-georgiana ha entusiasmato il pubblico eseguendo in modo magistrale l’estesa cadenza del primo tempo, irta di difficoltà tecniche di ogni genere. Il maestro messinese Antonino Manuli ha guidato con mano sicura i bravi artisti dell’Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Catania, supportati ai primi leggii da alcuni docenti dell’istituto, in una brillante escuzione di questo concerto.
Nella seconda parte era in programma la Seconda Sinfonia di Rachmaninov. Si tratta di un’opera complessa nella quale l’autore volle sperimentare i più svariati procedimenti formali, quali la ciclicità tematica, la citazione (il tema gregoriano del Dies Irae, la Sinfonia ‘Patetica’ di Čajkovskij), la tecnica contrappuntistica, il più vario utilizzo del colore orchestrale. Di un così insistito sperimentalismo risente l’imponente struttura della partitura, non sempre fluida negli sviluppi tematici e non esente da punte di enfasi retorica. Manuli ha concertato con ammirevole cura i quattro movimenti della sinfonia, ricevendo al termine i calorosi consensi del pubblico catanese, accorso in buon numero al Bellini, nonostante le inclementi condizioni atmosferiche.
Nel prossimo mese di dicembre l’Orchestra del Conservatorio di Catania eseguirà di nuovo la Seconda Sinfonia di Rachmaninov in occasione di una trasferta a Bucarest, dove si recherà su invito del Ministero della Cultura della Romania. A dirigerla, nella splendida sala dell’Ateneo Romeno, in un concerto comprendente anche musiche di Mozart e Bruch, sarà il direttore del Conservatorio catanese, Epifanio Comis, che con il suo assiduo e competente impegno sta conducendo i suoi giovani musicisti verso importanti traguardi artistici.
Dario Miozzi