Tutto pronto per l’inaugurazione della 26ª Stagione concertistica de I Virtuosi Italiani, che si aprirà il 17 gennaio al Teatro Ristori di Verona, alle ore 20.30.
La serata inaugurale, la prima dei 12 concerti del cartellone della storica realtà musicale veronese, in programma dal 17 gennaio al 16 maggio 2025, sarà interamente dedicata all’universo russo con due opere rispettivamente di Nikolay Rimsky-Korsakov (1844-1908) e di Igor Stravinskij (1882-1971).
Il leggendario direttore d’orchestra Oleg Caetani, che quest’anno rinnova la felice collaborazione con I Virtuosi Italiani, dirigerà in apertura di serata l’opera in un atto, mai ascoltata prima d’ora nella città di Verona, Mozart e Salieri, composta da Nikolay Rimsky-Korsakov nel 1897 e proposta quest’anno in occasione dei 200 anni dalla morte di Antonio Salieri. Un appuntamento che si inserisce nel cartellone del Festival Mozart a Verona.
Protagonisti della serata saranno le voci del tenore David Esteban e del basso-baritono veronese Gianfranco Montresor che interpreteranno rispettivamente Mozart e Salieri nell’omonima opera. Rappresentata per la prima volta a Mosca nel 1898, l’opera, in due scene è tratta dal testo teatrale dallo stesso titolo – Mozart e Salieri – facente parte delle “Piccole tragedie” di Aleksander Puškin.
Il libretto, che oltre al ruolo del tenore Mozart e del baritono Salieri vede muoversi sulla scena anche il personaggio del violinista cieco, si sviluppa sul finire del Settecento a Vienna e ruota intorno alla leggenda dell’avvelenamento di Mozart per mano di Salieri, invidioso per la genialità del collega.
Completerà il programma Histoire du soldat di Igor Stravinskij su testo di Charles-Ferdinand Ramuz, con la partecipazione del musicattore Luigi Maio. Composta nel 1918, l’opera da camera in un atto per violino, contrabbasso, clarinetto, fagotto, cornetta (o tromba), trombone, percussioni si compone di 11 movimenti. Volutamente concepita per un esiguo numero di strumenti ed esecutori, Histoire du soldat segna il definitivo abbandono della grandezza degli imponenti organici orchestrali post romantici a favore di formazioni e timbri più contenuti che si aprono a contaminazioni che guardano oltreoceano: primo fra tutti, al jazz. «Il jazz – scrive lo stesso Stravinskij – significava un insieme di sonorità del tutto nuove nella mia musica. L’Histoire segna la mia definitiva rottura con la produzione della scuola sinfonica russa».
Storia da leggere, recitare e danzare, dal carattere burlesco e intelligentemente ironico, è figlia dei tempi bui della storia, dell’esperienza biografica e autobiografica del compositore stesso, costretto in ristrettezze economiche, soffocato dagli anni violenti della Rivoluzione russa e della Prima Guerra Mondiale. Un’opera che nasce, nell’intento di Stravinskij, quale spettacolo drammatico per un teatro ambulante, la cui vicenda affronta temi profondi, autenticamente legati alle vicende tragiche di quegli anni: il tema dell’essere e del sentirsi profughi (la famiglia di Stravinskij era stata costretta a trasferirsi in Svizzera nel 1915); quello dell’irrimediabile incomunicabilità dell’arte.
La trama dell’opera deriva da due racconti – originariamente distinti e amalgamati nell’opera stravinskijana – facenti parte di una raccolta di fiabe popolari russe di Aleksandr N. Afanas’ev. Nel rientrare a casa in licenza, un Soldato, protagonista del racconto, incontra il Diavolo che gli propone uno scambio: il violino per un libro capace di renderlo estremamente ricco. Trascorsi tre giorni in compagnia del Diavolo il Soldato, senza il violino, fa ritorno a casa. Per scoprire, però, che al posto di soli tre giorni sono invece passati tre lunghi anni. L’amata si è ormai sposata; la madre lo crede morto. Privato degli affetti e disperato, il Soldato si sbarazza del libro e, tornato povero, riprende la strada del profugo. Affronterà nuove sfide. Conquisterà una principessa. Riguadagnerà la felicità perduta. Ma solo apparentemente. Il Diavolo, paziente, li aspetterà all’incrocio del destino, per riprendersi il violino e l’anima del Soldato al ritmo di una marcia trionfale.
L’appuntamento del 17 gennaio apre dunque la Stagione 2025 de I Virtuosi Italiani che porterà a Verona grandi protagonisti del panorama musicale nazionale e internazionale, offrendo al pubblico della città scaligera – come da tradizione, tra il Teatro Ristori (7 appuntamenti), e la suggestiva cornice della ex Chiesa di San Pietro in Monastero (5 appuntamenti) – la possibilità di ascoltare giganti del firmamento della musica classica mondiale accanto a giovani talenti emergenti.
«Dopo i festeggiamenti che hanno visto I Virtuosi Italiani, nel 2024, tagliare l’importante traguardo dei 25 anni di storia, la nuova Stagione concertistica – dichiara Alberto Martini, Direttore musicale de I Virtuosi Italiani – rinnova la sua missione di portare a Verona anno dopo anno la grande musica classica e i suoi protagonisti con proposte che, all’insegna della mescolanza dei generi, uniscono sonorità diverse e nuovi orizzonti musicali».
Info, biglietti e abbonamenti – I biglietti sono acquistabili in biglietteria, presso Piazzetta Ottolini 9 a Verona, sul sito https://ivirtuositaliani.vivaticket.it oppure su GetYourGuide. Per info e costo biglietti e abbonamenti: www.ivirtuositaliani.eu.
Sono rinnovate le convenzioni già in atto con diversi Istituti scolastici della città e della Provincia, inoltre ne sono state attivate di nuove con l’Università degli Studi di Verona, l’Associazione ANTEAS, l’Università dell’Educazione Permanente del Comune di Verona, offrendo la possibilità principalmente ai giovani di partecipare alle prove di preparazione dell’orchestra e dei suoi artisti ospiti, nonché di godere, insieme alle famiglie e al corpo docente, dei concerti a tariffe agevolate.
Per informazioni: segreteria.ticket@ivirtuositaliani.eu, +39 392 7178741.