
BONIS Sonata in Do diesis minore per flauto e pianoforte CHAMINADE Sérénade aux étoiles per flauto e pianoforte SCHAUROTH Due romanze senza parole per pianoforte WIECK-SCHUMANN Tre romanze Op. 22 (versione per flauto e pianoforte) BEACH Romance per flauto e pianoforte flauto Laura Zigaina pianoforte Rita Covre
Vittorio Veneto, Auditorium del Campus San Giuseppe, 8 marzo 2025
Le celebrazioni per la giornata della donna hanno giustamente messo in moto giornali, programmi televisivi e mass media in genere: si sono menzionate un po’ ovunque scienziate, poetesse e scrittrici in genere, pittrici, attrici, ecc. Tuttavia ben poche parole sono state spese per le donne compositrici, ma, si sa, la musica d’arte non fa parte del bagaglio culturale di molti giornalisti, per cui è inutile aspettarsi particolari attenzioni in questa direzione. Purtroppo ciò vale anche per le attività concertistiche, ove qualche lavoro firmato da una donna compare per lo più come semplice curiosità. Ha fatto però eccezione un interessante concerto cameristico, organizzato per l’8 marzo dall’Associazione Unipinto a Vittorio Veneto, una cittadina della provincia di Treviso, che ha pensato bene di concedere qualcosa di più al repertorio musicale femminile, realizzando un itinerario molto organico, interamente dedicato a composizioni per flauto e pianoforte di autrici francesi e tedesche, affiancate dall’americana Amy Beach. La serata è stata aperta con la notevole, ispirata Sonata in Do diesis minore di Mel Bonis (1859-1937), una creazione pubblicata nel 1904 e articolata in quattro movimenti, musicalmente molto complessa, sia dal punto di vista pianistico che da quello flautistico, grazie ad una scrittura particolarmente ricca di contrasti e di efficaci ombreggiature: non a caso se ne è interessato anche il mondo discografico, che l’ha di recente registrata in due <M>CD<T>. Non meno interessante la leggiadra Sérénade aux étoiles di Cécile Chaminade (1857-1944), pagina assai elegante e sfaccettata, rappresentativa dello stile vivace e vaporoso, ma sempre ricco di sottigliezze, dell’autrice francese. Ben poco gratificata dai programmi concertistici e discografici risulta, per contro, Delphine von Schauroth (1813-1887), una pianista virtuosa, della quale si invaghì Felix Mendelssohn, che, il 16 ottobre 1830, le dedicò una delle sue Romanze senza parole. In questa occasione la solista Rita Covre ha voluto includere due brani estratti dalla raccolta dei sei Lieder ohne Worte dell’autrice (il n. 3 in La bemolle maggiore e il n. 5, intitolato Venezia, in La minore), entrambi dotati di una scrittura molto densa, rappresentativa della brillante tecnica esecutiva dell’artista. Il concerto è continuato con una efficace versione flautistica delle raffinate Tre Romanze per violino e pianoforte (maggio-luglio 1853) che Clara Wieck Schumann (1819-1896) volle dedicare a Joseph Joachim, una raccolta che costituisce una delle poche creazioni cameristiche dell’autrice (insieme al Trio in Sol minore Op. 17), oltre a costituire un esempio eloquente della sua sofisticata tecnica compositiva. La conclusione della serata è stata affidata ad un’ampia, appassionata Romanza per flauto e pianoforte di Amy Beach (1867-1944), bambina prodigio e prima compositrice americana in ambito «classico», la cui ricca, fluente vena melodica di matrice romantica non ha mancato di coinvolgere il pubblico, accorso numeroso all’evento: di qui la richiesta di un bis, per il quale la scelta è caduta sull’evocativo, ispirato Nocturne di Lili Boulanger.
La fervida interpretazione di tutte queste opere da parte di Laura Zigaina e di Rita Covre ha dimostrato appieno non solo un notevole affiatamento del duo, ma anche una approfondita conoscenza del repertorio femminile, della scrittura e dello stile di tutte le autrici presentate: se la flautista ha sfoderato un suono caldo e avvolgente, sostanzialmente omogeneo in tutti i registri, oltre ad una personale sensibilità, la pianista ha dominato dall’alto la complessa, stratificata scrittura dei brani selezionati, tra loro molto diversi (con particolare riguardo per la Sonata della Bonis), offrendo poi delle due Romanze della Schauroth una versione assai partecipe, ricca di ombreggiature e di sfumature dinamiche, oltre che trascinante ed appassionata.
Claudio Bolzan