A Treviso i Brandeburghesi secondo Koopman

BACH Concerti Brandeburghesi BWV 1046-1051 The Amsterdam Baroque Orchestra, clavicembalo e direzione Ton Koopman

Treviso, Teatro comunale “Mario Del Monaco”, mercoledì 12 marzo 2025

Ha registrato il tutto esaurito il concerto (fuori abbonamento) offerto da Ton Koopman, con la sua Amsterdam Baroque Orchestra (con strumenti d’epoca), in concomitanza con gli ottant’anni del grande clavicembalista e organista olandese e dei 45 anni della fondazione della sua orchestra, entrambi protagonisti di indiscutibile valore nell’ambito del repertorio barocco in generale e di quello bachiano più in particolare. In questa occasione sono stati presentati tutti i sei Concerti Brandeburghesi, un fatto tanto più straordinario se si pensa che raramente questi celebri capolavori sono eseguiti integralmente in un’unica serata, data la loro ampiezza e la straordinaria varietà degli organici, comprendenti numerosi strumenti a fiato, gli archi al completo, le viole da gamba e il clavicembalo. E va subito detto che le attese del pubblico e degli amanti della musica barocca non sono state deluse, anche se chi si aspettava un’interpretazione caratterizzata dalle velocità più estreme, come Koopman ci ha abituato con le sue numerose registrazioni discografiche, sarà rimasto senz’altro sorpreso: in effetti, anche se le partiture sono state dipanate con notevole scioltezza e fluidità, nell’insieme si è avvertito una condotta mediamente più equilibrata del consueto (anche se con qualche distinguo, soprattutto per alcuni Concerti), con tempi sostanzialmente oculati e un virtuosismo mai fine a se stesso. E se inizialmente, soprattutto nel Concerto n. 1, abbiamo avvertito qualche problema di intonazione e un certo squilibrio fonico-timbrico, in seguito tutto si è gradatamente riassestato, dando vita a momenti di autentica eccellenza soprattutto con il Concerto n. 3 (ove Koopman ha offerto, come secondo movimento – come è noto, mancante in partitura – una notevole pagina clavicembalistica) e, nella seconda parte della serata, con i Concerti n. 2, n. 6 e n. 4, nei quali sono emersi alcuni solisti non poco ammirevoli, come l’oboista e il trombettista (Concerto n. 2), la prima viola e il primo violoncello (Concerto n. 6), i due flauti dolci e il primo violino (Concerto n. 4), tutti assai agguerriti, stilisticamente puntuali oltre che capaci di sonorità particolarmente morbide, mentre nell’insieme la compagine ha dato prova di quella compattezza e di quella coesione derivanti dalla lunga esperienza esecutiva (notevolissima, al riguardo, la resa globale del Concerto n. 3, culminante in un movimento finale davvero irresistibile). Non del tutto convincente, per contro, l’esecuzione del Concerto n. 5 (il più ampio della raccolta), a causa del suono molto debole del flauto traverso barocco (soprattutto nel registro medio-grave: un limite comunque pressoché inevitabile con tale strumento), in contrasto con il primo violino e il clavicembalo, ben altrimenti limpidi e omogenei: con quest’ultimo, Koopman ha dato vita, nella lunga cadenza del primo tempo, ad un momento di virtuosismo autentico, dovuto anche ad una condotta agogica assai incisiva, per certi aspetti sorprendente e fantasiosa (anche se ciò ha creato qualche problema con il fraseggio, almeno in certi passaggi). Ben più equilibrata la resa degli altri due tempi, soprattutto dell’Allegro finale, ove anche il flauto traverso ha potuto risaltare nel felice, luminoso dialogo tra i tre strumenti solisti.

Nel complesso si è trattata di una serata piacevolissima, serena e coinvolgente, ove è emerso un Bach sorridente e luminoso, in piena rispondenza con l’accattivante sorriso con cui Koopman si è di volta in volta rivolto ad un pubblico quanto mai caloroso, le cui ovazioni hanno ottenuto un breve bis, ricavato dall’ultimo movimento del Concerto n. 4.

Claudio Bolzan                       

Data di pubblicazione: 13 Marzo 2025

Related Posts