PUCCINI Manon Lescaut M. T. Leva, L. Caìmi, D. Solari, P. Naydenov, G. Infantino; Orchestra e Coro del Teatro Lirico di Cagliari, direttore Gianluca Marcianò regia Aldo Tarabella scene Giuliano Spinelli costumi Rosanna Monti.
Terza opera pucciniana dopo Le Villi ed Edgar e primo grande successo del compositore, Manon Lescaut ha goduto di un caloroso consenso fin dagli esordi, quasi 130 anni fa al Teatro Regio di Torino, nonostante il libretto sia il frutto di diverse stesure e revisioni di Ruggero Leoncavallo, Marco Praga, Domenico Oliva, Luigi Illica, forse Giuseppe Giacosa, certamente dello stesso Puccini. Ma nessuno alla fine ha voluto firmare il testo e Ricordi lo ha pubblicato senza i nomi degli autori.
Considerata fra i massimi capolavori del melodramma italiano alle soglie del Novecento e assente dal palcoscenico sardo da circa 15 anni, Manon è andata in scena per la Stagione lirica e di balletto 2022 del Teatro Lirico di Cagliari come quinto appuntamento operistico, in un allestimento del Teatro del Giglio di Lucca (dove ha debuttato lo scorso 28 gennaio) in coproduzione con i teatri lirici di Modena, Rimini, Ravenna, Pisa e Ferrara. Firma la regia Aldo Tarabella, con scene di Giuliano Spinelli, costumi di Rosanna Monti, luci di Marco Minghetti e coreografie di Luigia Frattaroli.
Tarabella rappresenta la storia di Manon in modo piuttosto lineare, con un allestimento privo di grandi impennate emotive. Tutta la regia riflette la parabola della vita della protagonista, che da un destino monacale passa a una vita amorosa prima indigente e poi agiatissima, per precipitare nella colpa e quindi nella tragica morte in terra d’esilio, con un destino che si snoda da Parigi a “una landa sterminata ai confini di New Orleans”. Grazie alle scene di Spinelli, Tarabella irrobustisce questa raffigurazione fluente impiegando sul palcoscenico solo un unico grande elemento sghembo — pressoché fisso per i primi tre atti — che rappresenta le maestose facciate di un palazzo signorile inclinate verso la rovina, modificandosi facilmente in un enorme costone di roccia, fino alla catastrofica metamorfosi finale. Le coreografie di Luigia Frattaroli, le raffinate luci di Marco Minghetti e i bei costumi di Rosanna Monti contribuiscono a rendere complessivamente molto piacevole lo spettacolo.
La direzione musicale dello spettacolo è affidata a Gianluca Marcianò (da quest’anno direttore principale dell’Orchestra della Magna Grecia), al suo debutto a Cagliari alla guida dell’Orchestra Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari e del Coro abilmente preparato da Giovanni Andreoli. Marcianò ha guidato cantanti e complessi musicali stabili con ritmo e linearità, con una rifinitura del lavoro su tutti gli interpreti e sulle masse davvero minuziosa, molto apprezzata soprattutto nel magistrale Preludio del terzo atto.
Il fronte musicale vedeva impegnata nel ruolo del titolo Maria Teresa Leva, soprano applaudito nei teatri di Genova, Firenze, Tokyo, Barcellona, Bari, Parma, Torino, Berlino e all’Arena di Verona. La Leva, al suo debutto nel ruolo di Manon Lescaut, ha sfoderato una voce piena e decisamente colorita, ma capace di uso calcolato di mezze voci, emergendo poi benissimo in acuti di volume e perfetta consistenza. Un debutto molto convincente, dunque, ben sostenuto dall’interpretazione del tenoreLeonardo Caìmi, una voce densa e molto robusta: il suo Des Grieux è audace e impavido anche vocalmente, non solo nell’interpretazione del personaggio. Molto interessante il Lescaut solidamente tratteggiato in scena da Darìo Solari, dalla voce importante e brunita, mentre incisivo ed autoritario quanto basta è il Geronte di Ravoir impersonato da Petar Naydenov. Deliziosa Sonia Fortunato come Musico, molto efficaci nell’intonazione del madrigale Barbara Crisponi, Graziella Ortu, Giuliana Porcu e Caterina D’Angelo, vocalmente generoso Giuseppe Infantino (Edmondo). Chiudono efficacemente il cast Mauro Secci (Maestro di Ballo e Lampionaio), Alessandro Frabotta (Oste e Comandante di marina) e Guerino Pelaccia (Sergente degli arcieri).
Lunghi e vigorosi applausi per tutti, con meritati festeggiamenti finali per la Leva e Caimi.
Myriam Quaquero
Foto: Priamo Tolu