BEETHOVEN Sinfonia n. 9 in re minore, op. 125 “Corale” A. Pérez, E. DeShong, R. Barbera, S. Keenlyside; Orchestra e Coro del Teatro di San Carlo, direttore Edward Gardner
Ravello, Belvedere di Villa Rufolo, 13 luglio 2024
La 72esima edizione del Ravello Festival ha concluso la prima settimana di programmazione con un buon successo di pubblico, grazie all’Orchestra e del coro del Teatro di San Carlo, diretti dal maestro Edward Gardner, ma grazie anche a una composizione così iconica e profondamente radicata nella mente e nel cuore di ogni ascoltatore.
Sull’incantevole Belvedere di Villa Rufolo, gli artisti hanno eseguito la Nona Sinfonia di Beethoven, accompagnati dalle voci soliste di Ailyn Pérez, Elisabeth DeShong, René Barbera e Simon Keenlyside.
Un capolavoro che celebra il suo bicentenario dalla prima esecuzione, e continua a essere uno dei vertici insuperabili della musica occidentale. La Nona fu eseguita per la prima volta la sera del 7 maggio 1824 al Kärntnertortheater di Vienna. Nonostante fosse ormai completamente sordo, Beethoven diresse personalmente l’orchestra, affiancato dal direttore del teatro; il pubblico accolse l’opera con un entusiasmo travolgente.
A Ravello, un’Orchestra del San Carlo con diversi rimpiazzi (mancavano praticamente tutte le prime parti), arricchita dal coro diretto da Fabrizio Cassi (per la cui mancata chiamata sul palco a ricevere gli applausi qualcuno ha protestato), ha offerto al pubblico del festival un’interpretazione godibile, nonostante piccoli sfasamenti esecutivi che, comunque, di tanto in tanto si presentavano.
Del resto, sebbene il palco sospeso sul mare sia altamente suggestivo, è comunque en plein air e quindi eseguire una sinfonia così complessa è difficile: Gardner riesce comunque a dare un’idea della forza della costruzione drammatica del brano, con l’orchestra che dimostra buona duttilità e concentrazione, nonostante il frinire delle cicale dai pini vicini e i più lontani, ma comunque intrusivi, fuochi artificiali di qualche festa patronale in costiera.
Come era da aspettarsi, l’apice si è avuto nel movimento corale conclusivo, probabilmente il più brano noto di Beethoven, il cui dell’inno “An die Freude” (“Alla gioia”) su testo di Friedrich Schiller, è stato, come si sa, adottato come inno dell’Unione Europea.
Il baritono Simon Keenlyside ha esordito in modo imponente con “O Freunde, nicht diese Töne!”, dando consistenza e sicurezza al quartetto; ugualmente di valore la performance del tenore René Barbera, elegante e mai sopra le righe. Il soprano Ailyn Pérez, ha esibito una vocalità naturalmente limpida, mentre il mezzosoprano Elisabeth DeShong ha dato colore e profondità al quartetto. Alla fine il pubblico ha applaudito per molti minuti in piedi, aspettando un bis che ovviamente non era da prevedere.
Lorenzo Fiorito