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Bisatti-Bertolazzi: la gioventù al potere a Catania

BEETHOVEN Concerto n. 5 in mi bemolle maggiore op. 73 “Imperatore” per pianoforte e orchestra MENDELSSOHN Ouverture Le Ebridi (La grotta di Fingal) op. 26;  Sinfonia n. 4 in la maggiore “Italiana” op. 90 pianoforte Giovanni Bertolazzi Orchestra dell’ELR Teatro Massimo Bellini di Catania, direttore Riccardo Bisatti

Catania, Teatro Massimo Bellini, 22 marzo 2025

Cinquantuno anni in due! Li sommano il direttore d’orchestra Riccardo Bisatti e il pianista Giovanni Bertolazzi, protagonisti del bel concerto ascoltato nell’ambito della stagione sinfonica 2024/25 del Teatro Massimo Bellini di Catania. In programma il Concerto in mi bemolle maggiore, op. 73 di Beethoven, l’Imperatore dei concerti, assente da parecchio tempo nei programmi del teatro catanese, e due celebri pagine di Mendelssohn: l’ouverture Le Ebridi (La Grotta di Fingal), e la Sinfonia n. 4 in la maggiore, dettaItaliana.

Giovanni Bertolazzi è un pianista veneto, ma catanese di adozione, avendo svolto al Conservatorio “V. Bellini” di Catania, sotto la guida di Epifanio Comis, i corsi accademici di primo e di secondo livello in pianoforte e in musica da camera. Dopo il secondo posto e i cinque premi speciali ottenuti nel 2021 al Concorso Internazionale Franz Liszt di Budapest, la carriera di Bertolazzi ha preso slancio con concerti in varie sedi europee. Bertolazzi ha inoltre inciso per l’etichetta Borgato Collection due cd monografici dedicati a Liszt, ricevendo ampi riconoscimenti dalla critica, oltre a numerosi premi; nel 2024, la Società Liszt di Budapest gli ha assegnato il prestigioso “Liszt Ferenc Internazional Grand Prix du Disque”. Per la Borgato pubblicherà a breve un terzo cd lisztiano con la raccolta completa delle parafrasi da opere di Verdi. Questi pochi dati bastano a porre in evidenza le grandi doti tecniche di questo giovane pianista, che si va dunque affermando in campo internazionale quale rinomato interprete lisztiano. Anche qui a Catania, alcuni anni fa Bertolazzi aveva esordito al Bellini con un recital dedicato a Liszt; ma la sua interpretazione del Concerto “Imperatore” ci ha fatto conoscere adesso un aspetto diverso della sua personalità artistica, che non è solo quella del sorprendente virtuoso dello strumento; la sua è stata infatti – e sin dalla maestosa cadenza iniziale che introduce l’Allegro– una lettura, sì energica e dinamica nei passi più brillanti, ma svolta con sobrietà nell’evidenziare ogni sfumatura espressiva del fraseggio, oltre a condurre, con compostezza stilistica e grazie ad un’efficace sinergia con il direttore, il dialogo paritario stabilito da Beethoven tra il pianoforte e le varie sezioni dell’orchestra (e in particolare con i legni). Tali pregi interpretativi sono saliti ancor più in evidenza nell’Adagio un poco mosso, dove Bertolazzi ha avuto modo di far mostra di ammirevoli idee espressive, e nell’impetuoso Rondò conclusivo, che sarebbe stato ancora più coinvolgente se il pianista avesse avuto sotto le dita uno strumento più rispondente alle sue giuste esigenze. Dei tre bis concessi da Bertolazzi al numeroso pubblico, attento e plaudente, merita una citazione il delizioso Piccolo Valzer per pianoforte che Puccini scrisse nel 1894 mentre componeva La Bohème, e che altro non è che il tema, da tutti amatissimo, di Musetta.

Giovanni Bertolazzi

Nella seconda parte del concerto Riccardo Bisatti ha guidato l’Orchestra del Teatro Massimo Bellini nei due capolavori di Mendelssohn prima citati con lo stesso gesto sicuro e puntuale esibito nel concerto beethoveniano. Il giovane maestro novarese si è pefezionato al Conservatorio “Verdi” di Milano sotto la guida del noto didatta Daniele Agamben, iniziando giovanissimo la sua carriera, sia in campo lirico sia in quello sinfonico. Nonostante abbia solo venticinque anni, Bisatti è già stato ospite di importanti istituzioni musicali italiane, quali il Maggio Musicale Fiorentino, l’Arena di Verona, il Teatro Regio di Torino, As.Li.Co., MiTo Settembre Musica ed altre. Egli stesso descrive la propria tecnica direttoriale come inserita in una linea di “scuola italiana” tracciata da Riccardo Muti e proseguita da Donato Renzetti, basata sulla fluidità del gesto e sulla capacità di coinvolgere i cantanti e i solisti in una lettura condivisa delle opere interpretate. Le sue interpretazioni, limpide e scattanti, ma anche capaci di condurre con levità il fraseggiare, ora elegiaco ora malinconico, tipico dello stile mendelssohniano, sono state molto apprezzate dal pubblico, che al termine ha lungamente applaudito il valente maestro, che ritornerà in ottobre a Catania per dirigere il Don Pasquale di Donizetti. Dopo le due esibizioni  catanesi del 21 e 22 marzo, il concerto è stato replicato con successo domenica 23 pomeriggio al Teatro Garibaldi di Modica, nell’ambito delle attività in decentramento promosse dal Teatro Massimo Bellini.

Riccardo Bisatti

La linea verde, aperta ai giovani interpreti, promossa dal Bellini proseguirà con il concerto che in maggio vedrà impegnato il pianista catanese Nicolò Cafaro nel Concerto n. 1 in mi minore di Chopin, con la direzione di Gianna Fratta.

Dario Miozzi

Foto: Giacomo Orlando

Data di pubblicazione: 28 Marzo 2025

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