Oggi la delegazione della SSR, la Società svizzera di radiotelevisione (composta da Walter Bachmann, Maurus Dosch, Piero Cereghetti, Rossella Brughelli) e quella della Fondazione per l’Orchestra della Svizzera italiana (Manuele Bertoli, Sandro Rusconi, Denise Fedeli e Pietro Antonini), hanno raggiunto un’intesa sul nuovo contratto di collaborazione per l’Orchestra della Svizzera italiana. La nuova convenzione entrerà in vigore nel 2018 e sarà valida per almeno 6 anni.
La SSR/RSI si impegna ad acquisire nel 2018 e 2019 un minimo di 90 servizi dell’orchestra per anno. A partire dal 2020 la SSR/RSI ordinerà annualmente almeno 80 servizi orchestrali per produzioni di musica classica. La SSR ottiene i relativi diritti di diffusione e di utilizzazione delle produzioni dell’Orchestra della Svizzera italiana (OSI).
La SSR verserà quindi all’Orchestra circa 2 milioni di franchi l’anno a titolo di rimunerazione. Qualora il Canton Ticino acquisti dalla SSR l’immobile di Lugano-Besso (attuale sede degli studi radiofonici della RSI), il nuovo contratto sarà valido per 8 anni, fino alla fine del 2025. In caso contrario la durata sarà ridotta a 6 anni.
La cooperazione continua senza interruzioni
Il nuovo contratto di collaborazione entrerà in vigore dal 2018 e sostituirà la convenzione del 2012, disdetta per la fine del 2017. Il nuovo contratto non disciplina solo le responsabilità e il conteggio delle prestazioni in natura fornite finora, ma contempla anche un cambio di sistema da una rimunerazione forfettaria a un rapporto di mandato, in virtù del quale la SSR/RSI acquisterà dalla FOSI determinate prestazioni alle condizioni pattuite.
L’OSI è vitale per la Svizzera italiana
Roger de Weck, direttore generale della SSR: “L’OSI è di fondamentale importanza nella vita culturale della Svizzera italiana. Il finanziamento di una grande orchestra in un piccolo bacino d’utenza è sempre una sfida. Con il nuovo accordo la SSR tiene conto di queste particolari circostanze. In adempimento al suo mandato culturale e a favore della coesione nazionale, la SSR promuove la produzione musicale nella Svizzera italiana in misura maggiore che nella Svizzera francese e nella Svizzera tedesca.”
Maurizio Canetta, direttore RSI: “L’accordo di oggi ci rende felici, perché suggella la volontà comune di proseguire il cammino in favore della cultura nella Svizzera italiana e dei programmi della RSI. L’impegno che l’azienda prende a così lungo termine rafforza un legame nato ottant’anni fa.”
(Fonte: ticinonews.ch)