Dal 22 agosto al 17 settembre 2020, oltre quattro settimane di concerti, organizzati in sicurezza e nel rispetto delle normative anti-Covid, con artisti di valenza internazionale e tanti giovani concertisti e studenti: è così che la Fondazione Musicale Santa Cecilia di Portogruaro risponde al difficile momento e restituisce la propria missione al suo territorio, coinvolgendo la cittadinanza e tanti comuni del Veneto Orientale nella 38ª edizione del Festival Internazionale di Musica di Portogruaro, che anche quest’anno conta sul sostegno della Città di Portogruaro, della Città Metropolitana di Venezia, della Regione Veneto e di numerosi altri partner, tra cui Santa Margherita – Gruppo Vinicolo e Adriatico2, da anni vicini al Festival.
“Trasfigurazioni celesti” è il titolo tematico che prosegue il percorso romantico iniziato lo scorso anno il cui pieno compimento è rinviato all’edizione 2021 a causa delle attuali difficoltà sanitarie. Al centro delle proposte della nuova edizione rimangono comunque tante musiche rappresentative del clima della Vienna di fine Ottocento, con le nuove tendenze musicali dell’epoca e uno sguardo rivolto agli sviluppi creativi dell’Europa del primo Novecento. In parallelo non mancherà un focus dedicato a Ludwig van Beethoven nel 250° anniversario dalla nascita.
Si confermano le Masterclass internazionali, distribuite su un periodo più lungo, tra il 27 luglio e il 20 settembre al fine di evitare assembramenti. In cartellone solisti ed ensemble di calibro internazionale e tante iniziative che daranno voce ai percorsi didattici della Fondazione Musicale Santa Cecilia di Portogruaro, con insegnanti e allievi della Scuola e delle Masterclass al centro di diversi concerti del Festival. Sede degli spettacoli in città sarà il Teatro Comunale Luigi Russolo, recentemente ampliato e rinnovato: qui, nonostante l’apertura della nuovissima galleria, potranno essere resi disponibili poco più di 150 posti; anche chiese, piazze, palazzi storici di una decina di comuni limitrofi accoglieranno altri concerti del Festival.
Il Festival internazionale di Musica di Portogruaro, appuntamento irrinunciabile dell’estate del Nordest, mantiene fede all’alto profilo delle sue proposte artistiche e pensa a “ripartire” dal proprio territorio, per rivitalizzare le bellezze e le risorse di Portogruaro e di tutto il Veneto orientale e per ricordare come la cultura e l’educazione musicale siano un importante servizio, che garantisce qualità e coesione alla società e alla vita delle persone.
Per potersi adattare alle normative, il Festival ha stabilito alcune nuove procedure per la prenotazione e l’acquisto dei biglietti e ha predisposto il Teatro Russolo (e le altre platee diffuse) con i corretti distanziamenti delle sedute e le regolari segnaletiche di entrata e di uscita.
Con lo spirito della “ripartenza” prende anche vita, per la prima volta, il progetto “Festival Reporter”: alcuni ragazzi tra i 14 e i 18 anni allievi della Scuola di Musica Santa Cecilia di Portogruaro avranno il compito di “raccontare” il Festival sui social network. Dal backstage ai concerti, dalle prove ai momenti conviviali, i ragazzi restituiranno le giornate del Festival attraverso i loro sguardi fatti di video, foto e commenti. Anche la Fondazione condividerà la narrazione sui propri canali (Pagina Facebook “Fondazione Musicale Santa Cecilia” e Instagram “fmsantacecilia”), per dare voce a sua volta all’espressione più spontanea del territorio.
FOCUS SUL PROGRAMMA
Il tema “Trasfigurazioni celesti” di questa 38ª edizione del Festival Internazionale di Musica di Portogruaro echeggia due grandi pagine della letteratura musicale: la Verklärte Nacht (Notte trasfigurata) di Schoenberg e la Seconda Sinfonia “Resurrezione” di Mahler, che avrebbero dovuto essere il punto d’arrivo del percorso musicale del Festival, dalle esplorazioni del “Paradigma romantico” del cartellone 2019 al pieno superamento e alla trasfigurazione, appunto, dei suoi codici stilistici.
Nel dover rinunciare (soltanto procrastinandoli di una stagione) ai due capisaldi, il Festival di quest’anno restituisce comunque l’evoluzione di quel movimento artistico che dai tardi Brahms e Wagner si evolve nelle più coraggiose innovazioni della letteratura musicale internazionale: dallo scenario della Vienna di fine secolo fino alla “Seconda Scuola”, il cartellone lancia il suo sguardo alle più diverse espressioni culturali del centro Europa (da Zemlinsky a Schoenberg) sviluppate entro il primo Novecento, anche in relazione agli sviluppi politici dell’epoca. Alcuni cenni vanno inoltre all’italianissima generazione degli Ottanta di Respighi e Casella, che passano la mano a Castelnuovo-Tedesco, e alla scuola russa di Šostakovič. Non mancano numerosi tributi a Beethoven di cui ricorre il 250° della nascita, ambientati al centro della cosiddetta “Prima scuola di Vienna” e del contesto culturale della sua epoca.
E proprio con un omaggio a Beethoven prende avvio il Festival, sabato 22 agosto al Teatro Russolo: la celeberrima “Waldstein” (simbolicamente sottotitolata “Aurora”) introduce il concerto d’apertura con uno slancio di energia e speranza. Sul palcoscenico sarà il pianista Alessandro Taverna, accolto dalla critica musicale inglese come “successore naturale di Arturo Benedetti Michelangeli” (The Independent). La carriera di Taverna è in costante crescita: ha suonato nei più grandi templi musicali del mondo (Musikverein di Vienna, Teatro alla Scala e Sala Verdi di Milano, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro La Fenice di Venezia,…) e con le maggiori orchestre quali Filarmonica della Scala, Münchner Philharmoniker, Royal Philharmonic, Kremerata Baltica, diretto tra gli altri da Lorin Maazel, Fabio Luisi, Riccardo Chailly, Daniel Harding. Si è formato alla Fondazione Musicale Santa Cecilia di Portogruaro e nel 2012 ha ricevuto il “Premio Presidente della Repubblica”, per meriti artistici e per la sua carriera internazionale.
Tra gli ospiti più attesi del festival è anche l’Orchestra di Padova e del Veneto, una vera istituzione dello scenario italiano: dal 1966 l’Orchestra suona in tutto il mondo con i più prestigiosi solisti e direttori, da Argerich, ad Ashkenazy, da Buchbinder a Chailly, da Maisky a Mullova, e ancora Richter, Rostropovich, Zimerman. Nel concerto di Portogruaro, che chiude il Festival, martedì 17 settembre al Russolo, l’orchestra eseguirà musiche di Bach, di Tartini e la celeberrima Sinfonia n. 40 in sol minore di Mozart; Francesco d’Orazio sarà violino solista e maestro concertatore, con Mario Folena al flauto e Roberto Loreggian al clavicembalo.
Ancora un’orchestra, lunedì 24 agosto in Teatro: la FVG Orchestra – Istituzione Musicale e Sinfonica del Friuli Venezia Giulia, diretta da Walter Themel, ricca compagine che nasce con l’intento di raccogliere le migliori esperienze orchestrali del Friuli Venezia Giulia; dopo una rara pagina di d’Altan (Aflredo Scannact) e il Concertino per oboe e orchestra di Kalliwoda, con l’intervento dell’oboista Luca Vignali, il programma omaggia ancora Beethoven, con l’esecuzione della Prima Sinfonia.
Due graditi ritorni arricchiscono il cartellone, e sono quelli del Quartetto Prometeo e di Gloria Campaner.
Pluripremiato ensemble attivo dalla fine degli anni Novanta, ideale erede del Quartetto Italiano, il Quartetto Prometeo collabora con i maggiori solisti internazionali (da Mario Brunello ad Alexander Lonquich e Lilya Zilberstein, solo per citarne alcuni), suona nelle più importanti sale del mondo e ha inciso per ECM e Sony. Sul palcoscenico del Russolo, giovedì 3 settembre, l’ensemble presenta il Quartetto n. 3 di Šostakovič e, con la partecipazione del pianista Lorenzo Cossi, il Quintetto con pianoforte di Dvořák.
La giovane e affermata pianista Gloria Campaner è pluripremiata e acclamata nelle sale di tutto il mondo; ha suonato al fianco di Quartetto di Cremona, Azahar Ensemble, Borusan Quartet, Angela Hewitt e con i solisti impiegati nelle migliori orchestre (Berliner Philharmoniker, l’Orchestra Filarmonica della Scala e di Santa Cecilia e la Royal Concertgebouw Orchestra); è stata eletta Ambasciatrice Musicale d’Europa. Al Festival, giovedì 10 settembre al Teatro Russolo, porta un coraggioso programma che spazia da Beethoven a Chopin, fino a Debussy, Respighi e Berio.
Il corpus più nutrito del cartellone del Festival è costituito dal repertorio da camera per diversi organici, che per sua natura meglio incarna la più ampia varietà delle espressioni musicali, con il sottile ed empatico dialogo tra strumenti.
E sono davvero tanti e articolati gli ensemble che affollano i palcoscenici dei diversi comuni coinvolti: il duo di Giampaolo Bandini (chitarra) e Andrea Oliva (flauto) il 25 agosto a Summaga di Portogruaro presenta un programma vario, che culmina con l’immancabile Histoire du Tango di Astor Piazzolla; l’Ex Novo Ensemble (Davide Teodoro, clarinetto; Carlo Lazari, violino; Carlo Teodoro, violoncello; Aldo Orvieto, pianoforte), dal 1979 un vero riferimento internazionale per la “musica nuova”, viaggia attraverso i repertori di Zemlinsky, Berg e Castelnuovo-Tedesco, al Russolo giovedì 27 agosto. E ancora il Quartetto Werther (trio d’archi con pianoforte, formatosi con il Trio di Parma) che spazia da Beethoven a Copland a Portogruaro sabato 12 settembre. Il duo di arpe, composto da Nicoletta Sanzin e Patrizia Tassini, soliste di riconosciuta sensibilità, è atteso a Teglio Veneto il 13 settembre in “Harps Fusion” con un programma molto vasto, dal Barocco al contemporaneo.
Molte anche le formazioni variabili, nelle quali si alternano molti solisti vicini al Festival di Portogruaro che in concerto sviscerano i repertori meno eseguiti e particolarmente interessanti. Tra questi va ricordato l’ensemble molto atteso dei Solisti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia (Francesco Di Rosa, oboe; Alessandro Carbonare, clarinetto; Andrea Zucco, fagotto; Guglielmo Pellarin, corno) affiancati da Roberto Prosseda (che lo scorso anno ha aperto, applauditissimo, il Festival al pedal piano). I cinque solisti hanno in programma, lunedì 31 agosto al Russolo, due monumenti della musica da camera per strumenti a fiato: il Quintetto con pianoforte K 452 di Mozart e il Quintetto con pianoforte op. 16 di Beethoven. Un’altra consolidata combinazione di solisti va in scena l’8 settembre a Portogruaro: Luca Lucchetta, clarinetto; Laura Bortolotto, violino; Francesco Lovato, viola; Damiano Scarpa, violoncello; Ilin Dime Dimovski, contrabbasso; Federico Lovato, pianoforte che oltre allo schubertiano quintetto La trota, eseguono il raro sestetto per clarinetto, violino, viola, violoncello, contrabbasso e pianoforte di Pfitzner. Il 9 settembre a Settimo di Cinto di Caomaggiore tocca al duo di Petra Lechtova Scarpa (flauto) e Damiano Scarpa (violoncello) con un articolato programma da Bach al Novecento inoltrato; il 14 settembre, al Russolo, ancora Lechtova e Scarpa, con Amiram Ganz al violino e Mari Fujino e Bruno Volpato al pianoforte, impegnati con Gaubert, Čaikovskij, Martinů e Mozart.
Sempre in ambito cameristico sono in programma alcuni concerti che si distinguono per i diversi organici o per sonorità e repertori non consueti: tra essi il Quartetto Aires, composto da quattro fisarmoniche (a Pradipozzo il 26 agosto) e l’Ensemble di tromboni Slide & Friends diretto da Andrea Gasperin (il 29 agosto a Concordia Sagittaria). Una serata dedicata ai soli archi quella del 28 agosto, con due giovani ensemble: il Quartetto Sincronie, compagine proveniente dalla Scuola di Musica di Fiesole, a Caorle, e il
Quartetto d’Archi delle Fondazione Musicale di Santa Cecilia di Portogruaro a Settimo di Cinto di Caomaggiore.
Le diverse declinazioni del repertorio organistico trovano spazio in tre appuntamenti: l’Organicum Sextensis (Carlo Milanese, Stefano Marcogliese, clarinetto; Marco Baradello, organo) suona il primo settembre a Giai di Gruaro e nel suo repertorio annovera i frutti delle ricerche di opere rare e meno conosciute del repertorio da camera tra Sette e Novecento. “Riflessi organistici bachiani” è invece il titolo del concerto solista di Michele Bravin all’organo, che affronta monumentali pagine di Bach, Brahms, Mendelssohn e Reger, sabato 5 settembre a Fossalta di Portogruaro. Martedì 15 settembre a Concordia Sagittaria il duo composto da Carlo Torlontano, Alphorn (Corno delle Alpi) e Francesco Di Lernia, organo suona pagine tra Sei e Settecento. Il Corno delle Alpi è un antichissimo strumento tradizionale aerofono, molto lungo e a forma di cono, che restituisce le tradizioni secolari dei popoli di montagna.
Un viaggio attraverso la Transilvania è quello della Ziganoff Jazzmer Band & Kalman Balogh (23 agosto, Piazzetta Pescheria di Portogruaro) che incrocia il jazzmer della band Ziganoff, ed il gipsy jazz del leggendario Balogh, il più autorevole virtuoso ungherese di cimbalom.
In linea con la vocazione della Fondazione Musicale Santa Cecilia non possono mancare lo spazio e l’attenzione ai giovani musicisti, che siano gli allievi delle Scuole di Perfezionamento Musicale e delle Masterclass o nuovi concertisti emergenti di talento. Ad esibirsi nel corso di vari appuntamenti saranno Tommaso Boggian e Giulia Toniolo, pianisti allievi della Classe di Alessandro Taverna; i Nuovi Concertisti Fabian Falcomer (tenore) e Francesca Francescato (pianoforte); Mattia Pagliani, Chiara Volpato Redi (violino) e Mari Fujino (pianoforte) della Classe del Maestro Ilya Grubert; Pierluigi Rojatti (violoncello) della Classe di Damiano Scarpa; i tanti studenti delle Masterclass, tra cui gli allievi di Canto di Luciana d’Intino nella serata omaggio al Maestro Claudio Desderi. Al termine di ciascuna Masterclass sono anche previsti ulteriori spettacoli con le performance dei partecipanti.
L’IMPORTANZA DELLE MASTERCLASS INTERNAZIONALI
La vocazione formativa e didattica, tra le principali mission dell’istituzione musicale portogruarese, trova nel Festival un contesto particolarmente fertile che vede esibirsi docenti e allievi a volte sullo stesso palcoscenico, come protagonisti di livello di alcuni dei concerti più impegnativi del Festival, e dà risalto ai frutti di percorsi formativi affidati a docenti di notevole spessore.
Per questo anche nel 2020 il Festival non ha rinunciato alle Masterclass, nonostante le difficoltà organizzative. La distribuzione delle lezioni attraverso un più lungo periodo di tempo ha assicurato a studenti e docenti di garantirsi spazio e orari per lo studio in sicurezza, così che anche quest’anno molti giovani musicisti potranno essere accolti a Portogruaro. Dal 27 luglio al 20 settembre la cittadina veneta ospiterà le lezioni di docenti prestigiosi che si distinguono in ambito cameristico e solistico nel panorama internazionale: tra essi Amiram Ganz, Ilya Grubert e Stefano Pagliani (violino), Francesco Fiore (viola), Francesco Dillon, Stefano Cerrato e Damiano Scarpa (violoncello), Alessandro Taverna, Giorgio Lovato e Naum Grubert (pianoforte), Quartetto Prometeo (musica da camera), Giampaolo Bandini (chitarra), Nicoletta Sanzin (arpa), Luca Vignali (oboe), Luciana D’Intino (canto) Andrea Oliva (flauto).