VIVALDI Concerto “Madrigalesco” RV 129; Stabat Mater per alto, archi e basso continuo; Concerto per liuto, archi e basso continuo RV 93; Concerto per violoncello e archi RV 401 GALUPPI Concerto a 4 n. 1 in sol PERGOLESI Salve Regina per alto, archi e basso continuo contralto Delphine Galou Accademia Bizantina, direzione e organo positivo Ottavio Dantone
Milano, Chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore, 5 giugno 2015
Dal 2012 la storica rassegna “Musica e Poesia a San Maurizio” ha chiuso i battenti, sostituita, seppure non completamente, da “Milano Arte Musica”: ed è stato perciò molto significativo vedere, all’inizio di questo concerto inaugurale del bel ciclo “Musica, cibo per l’anima” (organizzato dal Comune di Milano), lo storico fondatore della prima manifestazione, Sandro Boccardi, assieme al direttore artistico della seconda, Maurizio Salerno. I milanesi conoscono la bellezza quasi commovente di questa chiesa, situata nel centralissimo corso Magenta: ma chi ancora la ignorasse, non ha davvero scuse per non organizzare quanto prima una visita, specie ora che i restauri sono stati compiuti. Ottavio Dantone, con sei bravissimi musicisti dell’Accademia Bizantina, si è esibito nel coro, con il pubblico equamente distribuito fra gli stalli lignei e la navata principale della chiesa, davanti all’altare, favorito in questo da un’acustica generosa e avvolgente. Un programma insieme rigoroso e affascinante, tutto dedicato alla musica – sacra e non – del primo ‘700: culmini ne erano l’estremo Salve Regina di Pergolesi e lo Stabat Mater di Vivaldi, in cui Delphine Galou sapeva unire sobrietà a profondità espressiva, grazie ad una voce ambrata e mai e poi mai ingolata, da vero contralto. E poi c’erano i solisti dell’Accademia, a turno protagonisti dei Concerti: dal liuto di Tiziano Bagnati, magari un po’ timido nel fraseggio ma dall’intonazione impeccabile, al violoncello di Marco Frezzato, protagonista del bellissimo RV 401 di Vivaldi, con un Adagio in cui ha unito libertà ritmica a generosità di cavata. Ma senza scendere nei dettagli, quello che si apprezza in Dantone e nei suoi musicisti è l’equilibrio, raggiungibile solo con una vita di studio, fra l’apparente semplicità espressiva, la logicità di tutte le scelte compiute in fatto di colori, tempi, dinamiche, e la pregnanza espressiva del fraseggio. Il titolo del concerto era “convivio per l’anima”: definizione, quindi, del tutto centrata.
Nicola Cattò
© Vico Chamla