VERDI Estratti da “La Traviata”, “Il Trovatore”, “Rigoletto” ROSSINI Sinfonia da “Il barbiere di Siviglia” BELLINI Sinfonia da “Norma” soprani Maria Mudryak, Arianna Giuffrida, Federica Guida baritono Leo Nucci Orchestra Farnesiana, direttore Alvise Casellati
Milano, Cortile delle armi del Castello Sforzesco, 2 settembre 2020
Anche in questa estate per tanti versi surreale, il Comune di Milano non ha arretrato di fronte al proprio impegno culturale, organizzando o ospitando un’ottantina di eventi nello splendido cortile centrale del Castello Sforzesco: eventi di tutti i generi, naturalmente, fra cui anche quelli di musica classica. Verso la fine della stagione ha fatto tappa la neonata Orchestra Farnesiana, emanazione — di dimensioni cameristiche — del Teatro Municipale di Piacenza, la cui statura musicale è però difficile valutare, poiché l’amplificazione — tra l’altro di modesta qualità — rende impossibile apprezzare dinamiche, equilibri, intenzioni. E lo stesso vale, quindi, per la prova del direttore Alvise Casellati, promotore del progetto “Opera italiana is in the air”, nato negli Stati Uniti per portare il nostro melodramma fuori dagli spazi tradizionali, soprattutto nei parchi (un’idea, a dire il vero, certo non originale): al di là di una generica correttezza e di un’incisività financo eccessiva, è più corretto sospendere il giudizio.
Quattro voci si alternavano sul palcoscenico: tre giovani soprani e il veterano Leo Nucci, che come sempre sorprende per la tenuta del mezzo che, a 78 anni, ancora sostiene la tessitura acuta di Rigoletto e del Conte di Luna, nonostante inevitabili oscillazioni e cedimenti di intonazione. Ma lo squillo della “Vendetta” e il carisma sono ancora intatti: inevitabili, quindi, gli applausi torrenziali. Tre soprani, si diceva: Arianna Giuffrida è un prodotto dell’Accademia della Scala e i suoi mezzi imponenti, quelli di un soprano lirico-spinto, le hanno permesso di ben figurare nel duetto del Trovatore, mentre la kazaka Maria Mudryak a soli 26 anni ha già una carriera solidamente avviata. Nel finale del primo atto della Traviata e in “Tacea la notte placida” ha mostrato una tecnica sicura, registro acuto e coloratura di buon livello, ma anche una certa genericità interpretativa. Chi spiccava, decisamente, era Federica Guida (23 anni): dopo la vittoria nel Concorso CLIP di Portofino l’anno scorso (leggi qui) è entrata a far parte della troupe della Staatsoper di Vienna e a novembre l’aspetta il debutto scaligero in un’opera completa con La Bohème (nel ruolo di Musetta). Non solo, rispetto a quando l’ho ascoltata l’anno scorso in Liguria, la voce si è fatta più ricca e interessante timbricamente, ma l’ho trovata molto maturata nell’approccio al testo, e la sua Gilda aveva in pari misura freschezza giovanile e spessore tragico. Un talento indiscutibile, da seguire con cura.
Nicola Cattò