DURANTE Vespro Solenne per la Festa di San Gennaro Collegium Vocale et Instrumentale Nova Ars Cantandi, direttore Giovanni Acciai
Napoli, Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro, 19 marzo 2022
Giovanni Acciai, con la sua “Nova Ars Cantandi”, ha ancora una volta tirato fuori scintillanti gemme dallo scrigno della musica napoletana del ‘700, che sembra davvero senza fondo. E, complice la Fondazione Pietà de’ Turchini, non c’era luogo migliore per mostrarle che la Cappella del Tesoro di San Gennaro nel Duomo di Napoli, che custodisce a sua volta il tesoro di ori, gioielli e manufatti artistici più ricco al mondo.
Monsignor Vincenzo De Gregorio, Abate della Deputazione del Tesoro, introduce il concerto con una breve ma densa lectio magistralis: De Gregorio, che è preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra a Roma, ci ricorda come la musica colta occidentale non sia immaginabile senza la tradizione musicale della liturgia cattolica, e rende anche, e giustamente, omaggio alla grande tradizione italica delle bande musicali di provincia, che contribuiscono a mantenere viva e a tramandare alle nuove generazioni, soprattutto nei piccoli centri, la consuetudine alla grande musica, sia sacra che profana.
Il programma del concerto prevedeva composizioni vocali sacre per quattro voci e basso continuo di Francesco Durante (1684-1755), intervallate da brani per organo di Giovanni Salvatore (1610-1688) e da intonazioni di canto piano per voce sola.
Proposti in prima esecuzione in tempi moderni, i Salmi e il Magnificat del Durante, tratti dal Fondo Noseda della Biblioteca del Conservatorio di Milano, fanno parte del “Vespro solenne per la festa di San Gennaro”, e gettano ulteriore luce sul Settecento musicale napoletano, un periodo fiorentissimo ma ancora troppo trascurato dalle Storie musicali.
Il compositore di Frattamaggiore, definito da Rousseau “il più grande armonista d’Europa, quindi del mondo”, fu docente in tre dei quattro conservatori napoletani nella prima metà del ‘700. Durante è noto perciò come il “maestro dei maestri”, avendo avuto allievi come Niccolò Jommelli, Giovanni Battista Pergolesi, Tommaso Traetta, Niccolò Piccinni e Giovanni Paisiello: una ulteriore prova di come la capitale del Regno delle Due Sicilie fosse, nelle parole di Acciai “universalmente considerata, sia in Italia sia in Europa, il centro nevralgico e propulsivo di un’attività musicale di altissimo livello”.
Celebre per l’opera seria e quella buffa, la scuola napoletana raggiunse anche nella musica sacra e liturgica esiti artistici di assoluta eccellenza con compositori come Alessandro Scarlatti, Leonardo Leo, Francesco Durante e numerosi altri.
Nella Cappella del Duomo di Napoli, il “Collegium Vocale et Instrumentale Nova Ars Cantandi” diretto da Acciai ha restituito all’ascolto la limpida scrittura polifonica e contrappuntistica di Durante che seppe tradurre i significati religiosi testuali in valori musicali perfettamente adeguati alla sensibilità musicale del tempo.
Nell’uso liturgico, i Vespri si cantano il 19 settembre, giorno dedicato a San Gennaro, divisi tra i primi vespri, cantati la sera della vigilia,e i secondi vespri, intonati al tramonto del giorno “onomastico”. La sequenza dei salmi propria dei Vespri (Dixit Dominus, Confitebor, Laudate pueri, Laudate Dominum, Credidi), l’inno (Deus tuorum militum), e infine il Magnificat,è statamantenuta dagli esecutori; ciò ha consentito da una parte di cogliere appieno il senso della liturgia, dall’altra di apprezzare lo stile compositivo di Durante, con tutto il suo carico di pathos, con la sua progressione emozionale creata per mezzo di dissonanze, modulazioni, cromatismi le cui tensioni ed inquietudini con un perfetto equilibrio tra le esigenze espressive del testo biblico e la “drammaturgia” del rito cattolico.
Le voci di Alessandro Carmignani, Andrea Arrivabene, Gianluca Ferrarini e Marcello Vargetto erano accompagnate all’organo da Ivana Vallotti. I solisti, sotto la inappuntabile guida del Maestro Acciai, hanno saputo rendere in maniera superba la lettera e lo spirito di questi capolavori ritrovati.
Lorenzo Fiorito