Grounded: l’opera inaugurale del Met alla prova dopo le critiche e i tagli

Una scena dalla prima dell’opera alla Washington National Opera (credito: Scott Suchman)

L’opera Grounded di Jeanine Tesori, con libretto di George Brant, inaugurerà la stagione 2024-25 del Metropolitan Opera di New York il 23 settembre 2024, dopo aver debuttato alla Washington National Opera (WNO) l’anno scorso. Questo lavoro ha suscitato molte aspettative, ma anche critiche e controversie ancor prima dell’esordio. Negli ultimi giorni è emerso che gli autori stanno facendo dei cambiamenti drastici all’opera, soprattutto usando le forbici. La nuova versione rinascerà dopo i tagli come la Butterfly, o rimarrà irredimibile come l’Edgar?

Grounded nasce come adattamento dell’omonima pièce teatrale di Brant del 2013, originariamente concepita come un monologo per una sola attrice. La versione teatrale aveva riscosso notevole successo, con oltre 180 produzioni internazionali e interpreti del calibro di Anne Hathaway, che nel 2015 ha portato lo spettacolo a New York. La storia si concentra su Jess, una pilota di F-16 che, dopo una gravidanza, viene “messa a terra” (cioè, “grounded”) e assegnata al comando di droni militari in Iraq. Il suo lavoro, apparentemente più sicuro rispetto al volo diretto, si trasforma in una profonda crisi psicologica, con Jess che sviluppa un grave stress post-traumatico a causa del distacco tra le sue missioni di guerra e la vita domestica.

L’opera ha attirato critiche ancora prima del suo debutto, in gran parte a causa della sponsorizzazione della General Dynamics, un’azienda produttrice di droni militari. Questo legame ha suscitato accuse di propaganda a favore del complesso militare-industriale, con il New York Times ad il New York Magazine che hanno censurato la “Drone opera” e un gruppo militarista che ha invece celebrato la “Killer Drone Opera”. Anche se il WNO ha chiarito al NYT che General Dynamics non ha avuto alcun ruolo nella creazione artistica dell’opera, l’accusa ha continuato a pesare. A mio avviso, pur non essendo un’opera di propaganda, Grounded non è nemmeno un’opera “anti-militarista” come Peter Gelb (CEO del Met) ha cercato di farla apparire. L’opera esplora il trauma psicologico dei militari e li celebra per il loro impegno, ma la sua critica alla guerra rimane ambigua e non sviluppata.

Dopo il debutto a Washington, Grounded ha ricevuto recensioni miste, se non negative. Uno dei problemi principali sollevati dalla critica è stata l’eccessiva durata: la versione originale superava le due ore e mezza, diluendo così la tensione drammatica della pièce originale, che durava appena 80 minuti. Il New York Times ha descritto l’opera come “piena di elementi superflui”, con una transizione poco efficace dal teatro di parola all’opera. Il Washington Post ha evidenziato come i nuovi personaggi introdotti, tra cui il marito di Jess e il “Kill Chain”, sembrassero poco funzionali, mantenendo comunque Grounded come una storia essenzialmente concentrata sulla protagonista.

In vista della ripresa come opera inaugurale al Met, Jeanine Tesori e George Brant si sono resi conto che Grounded aveva bisogno di significativi interventi. Nell’anno successivo alla prima, i due creatori hanno lavorato intensamente per apportare modifiche sostanziali. Durante questo processo, si sono concentrati sul ridurre il numero di personaggi e scene, semplificando la narrazione e accorciando la durata complessiva dell’opera di circa 45 minuti.

In un’intervista al New York Times la Tesori ha spiegato come alcune scene, pur essendo emotivamente potenti nel contesto teatrale, non riuscivano a mantenere la stessa efficacia nella versione operistica. Un esempio significativo è stato il momento in cui Jess ascolta in macchina un “mix tape” regalato dal marito, una scena che aveva un grande impatto nel monologo teatrale ma che nell’opera risultava fuori posto e, nonostante vari tentativi di adattamento, è stata infine eliminata. Questo processo di revisione ha comportato anche il taglio del personaggio del Trainer e una maggiore concentrazione sul conflitto interiore di Jess, in modo da rendere l’opera più coesa e incisiva. Confrontando i riassunti nei siti del WNO e del Met, sembra anche che alcune scene dal primo atto vengano travasate nel secondo atto, anche se la cosa è incerta. Di sicuro, la Tesori e Brant hanno lavorato con il team del Met per affinare ulteriormente l’opera, con la speranza che le modifiche permettano a Grounded di trovare una migliore ricezione di pubblico.

Alla prima della WNO, mi era sembrato che uno dei principali difetti dell’opera fosse la sua struttura musicale, frammentaria e priva di ritmo. Nonostante alcuni momenti di grande intensità, in particolare quelli legati alla vita domestica di Jess, le scene militari mancavano di impatto e sembravano non riuscire a trovare un linguaggio musicale adeguato ad esprimere il dramma della guerra, dato che stavano sempre tra l’intimistico e il rarefatto. Con il passare del tempo, e aver ascoltato altre opere proposte dalla Tesori, la mia opinione si è ulteriormente evoluta. Concordo ora con il critico Charles T. Downey che ha definito la musica della Tesori come “vanilla” (cioè “blanda”, “ordinaria”) per il contesto operistico. La Tesori è una compositrice di successo nel mondo del musical, ma sembra non essere riuscita a cogliere appieno le complessità drammaturgiche richieste da un’opera lirica. La mancanza di una vera artigianalità nel fare opera ha portato a una partitura che non dà respiro alle situazioni drammatiche, che rimangono sospese e mai pienamente sviluppate.

Anche il libretto ha sofferto di problemi simili. Brant, proveniente dal teatro, ha adottato un approccio troppo verboso, affidando alla compositrice il compito di tagliare i dialoghi e selezionare solo le battute più efficaci. Questo è, a mio avviso, un errore: in un’opera, il libretto deve puntare a rafforzare i dialoghi essenziali e a focalizzarli in funzione musicale, non lasciare che il testo prenda il sopravvento. Nell’opera, un’aria di pochi versi può trasmettere lo stesso significato di un monologo teatrale di cinque pagine.

Con i nuovi tagli e le modifiche annunciate, Grounded potrebbe beneficiare di una maggiore coerenza e di un ritmo più serrato. Speriamo che i 45 minuti eliminati corrispondano a una riduzione delle scene meno efficaci e a un’opera più concentrata sui suoi punti di forza. In vista della sua inaugurazione al Met, sarà interessante vedere se queste revisioni riusciranno a migliorare un’opera che, per quanto interessante nelle premesse, finora non ha pienamente convinto.

Francesco Zanibellato

Data di pubblicazione: 10 Settembre 2024

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