Claudio Bolzan, Georg Friedrich Händel. Tra splendori teatrali e fasti cerimoniali. Vita e Opere, Varese, Zecchini Editore, 2022, pp. XII+968, 59,00 euro
«[…] gettare un ampio sguardo prospettico sulla vita e sulla vasta produzione del grande compositore nel contesto della sua epoca»: coraggio, modestia e talento divulgativo segnano tutta la produzione di Claudio Bolzan. Musicologia sistematica e storica s’intrecciano in questa sua ultima fatica, aggiornamento ormai doveroso delle monografie di Paul Henry Lang (1966) e Christopher Hogwood (1988), le uniche finora accessibili in traduzione italiana. Rispetto alle quali la nuova arrivata si raccomanda per un focus meno anglocentrico; ossia per maggiore sensibilità alla sua formazione giovanile in Italia, le cui tracce durevoli nella produzione operistica e oratoriale degli anni londinesi sono spesso sottovalutate quando non distorte.
All’attivo di Bolzan si conta un sano scetticismo nei confronti di certe speculazioni fantapolitiche o cripto-sessuali fondate su anacronistiche percezioni del rapporto vigente nell’Ancien Régime fra compositori, librettisti e committenza, nonché su lacune esegetiche e/o storiografiche sin troppo evidenti. Lo stesso vale per i famosi borrowings: trapianti sia autologhi sia eterologhi dei quali il genio di Halle fece largo uso al pari di altri colleghi coevi (Vivaldi e Bach, per fare due nomi). Inaugurata in epoca di moralismo vittoriano, la diatriba è oggi lievitata con accuse di “plagio” ad opera di sedicenti musicologi alternativi; ma Bolzan — che tali trapianti registra puntualmente — ha buon gioco nel ridurla alle sue giuste proporzioni.
Facile prevedere per questo libro un’imminente riedizione, visto che entro il 2023, con la conclusione della Hallische Händel-Ausgabe inaugurata nel 1955, diverse carte cambieranno in tavola. Sperabile occasione per rendere giustizia all’opera titanica del compianto Bernd Baselt, che Bolzan cita una sola volta per un breve contributo del 1976 ma non per i primi tre volumi dello Händel-Handbuch usciti nella DDR dal 1978 al 1986. Si tratta del catalogo tematico (in sigla HWV) corredato di note, fonti, concordanze e riferimenti biografici che, in continuo aggiornamento al pari del venerando Köchel, rimane imprescindibile strumento di consultazione. E nella bibliografia conclusiva, per quanto sommaria, non dovrebbero mancare due prodotti della Cambridge University Press: il Companion to Handel (1997) e la Handel Encyclopedia (2009) con le sue oltre 700 voci.
Carlo Vitali