MAHLER/SCHÖNBERG Lieder eines fahrenden Gesellen SINOPOLI Klangfarben; Frammenti da Lou Salomé MAHLER Rückert-Lieder S. Cortese, M. Bacelli Ensemble In Canto, direttore Fabio Maestri
Roma, Teatro Argentina, 25 ottobre 2021
Con questo concerto è stata inaugurata una stagione speciale dell’Accademia Filarmonica Romana: quella che segna i duecento d’attività di una società concertistica privata creata da giovani aristocratici “dilettanti” della Roma del Papa Re. Il concerto è un omaggio a Giuseppe Sinopoli, a lungo associato alla Filarmonica. Comprende brani di Mahler (autore prediletto da Sinopoli, che alla Filarmonica ne eseguì il ciclo delle sinfonie e creò un ensemble di musica contemporanea) che fanno da cornice a musica dello stesso Sinopoli, raramente ascoltata in Italia ed in prima esecuzione a Roma. Il concerto ha attirato gran parte del “mondo della musica” romano: interpreti, critici, organizzatori musicali. La platea era piena ed anche i palchi centrali della sala che Stendhal chiamò “la più elegante” vista nel suo viaggio in Italia.
I Lieder eines fahrenden Gesellen vennero concepiti da Mahler, che ne scrisse sia i testi sia la musica, quando aveva appena venticinque anni, nel 1885, nella originaria versione per canto e pianoforte. Solo nel 1893-96 realizzò la più conosciuta versione per orchestra, subito dopo la stesura della Prima Sinfonia (che fra l’altro riprende alcune melodie dei Lieder). I Rückert-Lieder appartengono invece ai primi anni del nuovo secolo, composti tra il 1901 e il 1904 su alcune poesie di Friedrich Rückert, e pubblicati nel 1905, nello stesso periodo della Quinta e della Sesta sinfonia. Se i precedenti Lieder seguono uno stile tardoromantico, nei Rückert traspare una scrittura intimistica e di struggente emotività che si alterna a momenti di euforia; ciò è tipico della scrittura mahleriana più matura. I Lieder di Mahler incorniciano Klangfarben(Timbri musicali) del 1977 per cinque archi solisti su una serie di Riccardo Malipiero, e Frammenti da Lou Salomé, una inedita versione per voce e orchestra da camera curata dal figlio Marco Sinopoli (musicista e compositore) di alcuni brani tratti dall’opera, eseguiti per l’occasione in prima assoluta. Composta in due atti su libretto di Karl Dietrich Gräwe, presentata in prima assoluta nel maggio 1981 alla Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera, Lou Salomé si ispira alle memorie della scrittrice e psicoanalista russa Lou Andreas Salomé, legata ad intellettuali quali Rilke e Nietzsche. Si tratta dell’ultimo lavoro nel catalogo di Sinopoli, che dopo il 1981 decise di interrompere la composizione; l’opera è stata ripresa una volta sola, nel 2012 al Teatro La Fenice di Venezia.
I Lieder eines fahrenden Gesellen sono stati eseguiti nella versione per orchestra da camera elaborata da Arnold Schönberg nel 1920 e con un mezzosoprano (Monica Bacelli) invece di un baritono. La rielaborazione di Schönberg si presta molto bene ad un organico ridotto ed all’acutisca di una sala più piccola di quelle concepite per la grande sinfonica. Preziose le sonorità scavate dall’Ensemble In Canto diretto da Fabio Maestri. La vocalità di Monica Bacelli rende bene il fahrender Gesell (compagno di strada, amico girovago o semplicemente “uno in cammino”, come tradotto da Quirino Principe); dà ai Lieder un tono quasi adolescenziale di un giovane poco più che ragazzo, il quale esplora il mondo della natura dopo essersi estraniato dal mondo reale quando l’amata lo ha abbandonato per sposare un altro. Quasi struggente, Monica Bacelli nell’ultimo Lied, sul nesso tra “amore e pena” e sull’“ennui de vivre”. L’esecuzione sottolinea che a differenza del viaggio invernale di Schubert, questi Lieder di Mahler si dissolvono in un’atmosfera serena e trasfigurata.
Klangfarben è un breve omaggio alla musica dodecafonica; dura non più di un brano di Anton Webern. I cinque strumenti ad archi, solisti di In Canto, dialogano in modo stringente e con un virtuosismo che può fare pensare ad un “barocco dodecafonico”.
Opera imponente, Lou Salomé costituisce il solo esperimento teatrale di Giuseppe Sinopoli, che dopo la prima esecuzione a Monaco (è stata commissionata dal Nationaltheater della Baviera) nel 1981 ritirò la partitura con l’intento di rimettervi mano, ma in seguito abbandonò l’attività compositiva per dedicarsi esclusivamente alla direzione d’orchestra, lasciando ineseguito il lavoro. È stata ripresa nel 2011 dal Teatro La Fenice a Venezia. Lou Saloméfu una scrittrice e psicoanalista (allieva di Freud), con radici tra San Pietroburgo e la Germania. Passò come la “grande rivoluzione russa” nella vita di Nietzsche. Di lei era innamorata anche Rilke. Questi personaggi, al pari del filosofo Paul Reé, amico del cuore di Nietzsche, e di Friedrich Carl Andreas che Lou sposerà, sono il coro attorno alla protagonista dell’opera: lei. “Una donna eccezionale – dice la vedova di Sinopoli, Silvia Cappellini – uno spirito libero che nell’opera di Giuseppe è alla ricerca di Dio e soprattutto di se stessa, chiamata a dare risposta ai quesiti legati al senso della vita. Alla fine ne accetterà il limite e dirà sì alla morte, con un certo senso di serenità”. Lou Salomé è stata anche oggetto di un film del 1977 di Liliana Cavani (Al di là del bene e del male) all’epoca considerato osé. Era nata nel 1861, l’anno in cui in Russia si liberarono i servi della gleba. Lei assiste alla partenza di milioni di persone verso una libertà sconosciuta. Questo racconta il primo atto, dopo il prologo in cui appare alla fine della propria esistenza. E medita, sogna ricorda mentre davanti a lei risorgono lacerti di memorie, pensieri, visioni. La narrazione procede in una serie di quadri che si succedono l’un l’altro, ispirati alle memorie di Lou Salomé, una donna che può ricordare Alma Mahler. Il ruolo richiede un soprano ed un’attrice: nelle due uniche esecuzioni (Monaco e Venezia) erano il soprano Angeles Blancas Gulín e l’attrice Giorgia Stahl.
I “frammenti” sono opera di Marco Sinopoli (che assomiglia fisicamente al padre). Compositore, arrangiatore e polistrumentista, ha dedicato la sua formazione allo studio della composizione classica e del jazz. Ha ricevuto diverse commissioni come compositore. Nel 2018 ha fondato il “Marco Sinopoli Extradiction” ensemble con il quale sviluppa la propria musica originale in un approccio jazz trasversale, pubblicando il primo disco “Chromatic landscape” nel 2021 per l’etichetta “Parco della Musica records”. Nel 2019 ha vinto il premio internazionale “Macerata Opera Festival” e la commissione per il lavoro di teatro musicale “Can you hearT me?” che ha visto diverse repliche all’interno del Festival dello Sferisterio e di Roma Europa Festival.
I “frammenti”, quindi, sono frutto non tanto del “figlio dell’autore” ma di un compositore di classe che, restando fedele alle intenzioni del padre, ha rielaborato la partitura da grande orchestra a ensemble. Il soprano Sabrina Cortese presenta una Lou Salomé assertiva e sensuale che “dice sì alla morte” dopo aver goduto “libertà di vivere”. Ben scelto e ben eseguito l’intermezzo orchestrale.
Il concerto si è concluso con i Rückert-Lieder di Mahler, molto noti e spesso eseguiti. La prima esecuzione avvenne a Vienna alla Großer Musikvereinsaal il 29 gennaio 1905 con la direzione dello stesso Mahler. Nella stessa serata vennero eseguiti anche i Kindertotenlieder; il musicista volle questo abbinamento per equilibrare un lavoro cupo e doloroso con una raccolta più serena e dall’atmosfera disincantata. Non lasciò nessuna prescrizione per l’ordine di esecuzione, lasciando la scelta agli interpreti, anche per la parte cantata poteva essere affidata a un baritono o a un contralto; infine usò una formazione orchestrale differente per ognuno dei cinque brani. Quindi, la versione di Fabio Maestri per complesso ridotto (ma non proprio un’orchestra da camera) per mezzosoprano (Monica Bacelli) è in linea con le intenzioni dell’autore. L’esecuzione pone l’accento sull’allentarsi della suprema meditazione interiore (tema principale di tutti i lavori di Mahler) e trasformarsi in serenità. Molti applausi dal pubblico.
Un cenno sulla “stagione del bicentenario”. La ricorrenza vera e propria verrà celebrata il 4 dicembre perché il primo concerto dei «dilettanti» ebbe luogo, nel salone di Palazzo Odescalchi, il 4 dicembre 1821. L’anniversario sarà festeggiato con un concerto speciale al Teatro Olimpico con l’Orchestra Mozartdiretta da Daniele Gatti e una prima assoluta, commissionata dalla Filarmonica, a Georges Aperghis.
Tante e diversificate le altre iniziative. Oltre al concerto speciale del 4 dicembre, il 3 e 4 dicembre si terrà un “colloquio” cui parteciperanno alcuni rappresentanti di istituzioni operanti in campo musicale tra le più originali e dinamiche, per una riflessione comune sulla musica nel presente e nel futuro e sul rapporto tra istituzioni musicali, le città e i diversi pubblici. Verrà realizzato un documentario, che con materiale di archivio e filmati ripercorre i due secoli di storia. Un volume traccerà i due secoli dell’istituzione. Altra pubblicazione sarà l’inventario dell’archivio, dichiarato di «interesse storico particolarmente importante» dalla Soprintendenza archivistica del Lazio, e che comprende importanti documenti a partire dal 1822. Infine il 4 dicembre, verrà emesso dalle Poste un francobollo celebrativo.
Numerosi i concerti e gli appuntamenti che nel corso della stagione del bicentenario ricorderanno artisti, musicisti e compositori che si sono legati alla storia della Filarmonica. Rientra in questa iniziative la «Festa Filarmonica» e il concerto di Pietro De Maria. La «Festa»avrà luogo l’8 dicembre, con il direttore artistico Andrea Lucchesini, nelle vesti di pianista, insieme ad alcuni cantanti del Teatro dell’Opera e ai musicisti prime parti dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, un simbolico abbraccio fra le principali istituzioni della città per festeggiare insieme il bicentenario. L’omaggio alla storia della Filarmonica passa anche attraverso il concerto del 16 dicembre di Pietro De Maria che eseguirà alcuni brani pianistici, di rara esecuzione, di Giovanni Sgambati, primo importante direttore artistico dell’istituzione dal 1893 al 1896, nonché punto di riferimento per la Filarmonica nel passaggio fra i due secoli. A Sgambati è affiancata musica di Liszt e Beethoven.
La stagione 2021-2022 si annuncia ricca di componenti diverse e di nuclei programmatici distinti e vari, aperta a un pubblico di tutte le età, che potrà scegliere fra la musica da camera con solisti e formazioni d’eccezione al Teatro Argentina, la danza al Teatro Olimpico e la dimensione più raccolta fra pubblico e interpreti della Sala Casella. Non mancheranno giovani talenti e, per i più piccoli, concerti e laboratori per avvicinarsi al mondo della musica, nonché una versione per bambini della Cenerentola di Rossini.
Giuseppe Pennisi
Foto: Marta Cantarelli