ROSSINI La Cenerentola ossia la bontà in trionfo D. Monaco, C. Senn, G. Mastrototaro, C. Notarnicola, G. Piunti, P. Gardina, P. Ruiz; Coro e Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, direttore Jonathan Brandani regia Leo Muscato scene Andrea Belli costumi Margherita Baldoni
Cagliari, Teatro Lirico, 17 marzo 2023
Una regia strepitosa sostenuta da una messa in scena mai monotona, una direzione musicale multiforme e sfaccettatissima assecondata da un cast di indiscusse qualità, Coro e Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari in grande spolvero. Con questi ingredienti un flop sarebbe stato davvero difficile e, infatti, non c’è stato e la Cenerentola ossia la bontà in trionfo, più che una prevedibile vittoria dei buoni sentimenti è stata un sorprendente trionfo della bellezza.
Per la prima volta in Italia nell’allestimento approntato per il Theater Bonn nel 2021 da Leo Muscato (già apprezzato a Cagliari in occasione del Nabucco verdiano, della Bella dormente nel bosco di Respighi e della recentissima Cecilia di Refice), la Cenerentola cagliaritana non ignora né la fiaba diPerrault, né le invenzioni di Walt Disney, pur rilanciando sottotraccia i temi purtroppo attualissimi della prevaricazione e della cattiveria umana. Il lieto fine, infatti, non sorvola sul bullismo delle sorellastre o sul conflitto sociale sottinteso dalla vicenda, ma la leggerezza e il “non luogo” dell’opera, collocato fuori dal tempo, sono i tratti volutamente dominanti di questa edizione. Se Andrea Belli definisce lo spazio scenico con pochi ma efficacissimi elementi (uno scalone che ruota su se stesso, delle balaustre che salgono e scendono), resi eloquenti dalle preziose luci di Max Karbe, i costumi di Margherita Baldoni si ispirano liberamente al linguaggio del cartoon, tratteggiando Angelina-Cenerentola e le due sorellastre come una colomba, un pavone e una farfalla, disegnando un asinesco Don Magnifico e regalando al pubblico un’inedita versione del coro maschile agghindato con capelli lunghi raccolti all’indietro e protagonista di uno spassoso incedere equestre.
Il Coro (guidato da Giovanni Andreoli) e l’Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari erano ben indirizzati da Jonathan Brandani,musicista giovane e versatile, assolutamente consapevole della ricca varietà espressiva della musica rossiniana, che descrive e al tempo stesso determina l’azione. Composta in meno di un mese tra il 1816 e il 1817, infatti, Cenerentola si configura come un dramma giocoso in cui si intrecciano le dinamiche psicologiche tipiche sia dell’opera seria, che dell’opera buffa. Brandani è stato perciò abile nel risolvere i diversi livelli di lettura di questo lavoro dalla comicità sottile nella direzione di un teatro musicale non confinato a un genere specifico, ma lussureggiante di sfumature e contrasti.
Per tutto il cast vale l’intensa preparazione e il paziente lavoro di équipe condotto “a monte” e che ha portato tutti a un’eccellente padronanza dei testi (con i bellissimi recitativi arricchiti dalle ingegnose reinvenzioni di Francesco Massimi) a una grande disinvoltura in scena e a centrare bene i due poderosi e incalzanti finali d’atto. Fraseggio intenso e vibrante, quindi, quello di Paola Gardina (Angelina-Cenerentola), in cui le malinconie della giovane protagonista e il suo desiderio di rivalsa si incanalano nell’espansivo ed elettrizzante “Nacqui all’affanno”. Dave Monaco è un Ramiro dall’indubbia musicalità, con doti tecniche sostanziose, così come Pablo Ruiz, un Alidoro di pregevole autorevolezza. Christian Senn ha disegnato un perspicace Dandini, e di bel timbro e presenza incisiva sono le due sorellastre, Chiara Notarnicola(Clorinda) e Giuseppina Piunti(Tisbe). Chiude la carrellata Giulio Mastrototaro (Don Magnifico), il buffo per eccellenza, che squaderna con autorevole presenza scenica e comprovata comicità l’agilità indispensabile per risolvere i famigerati scioglilingua a lui dedicati. Applausi per tutti a scena aperta e alla conclusione, con il conforto dell’entusiasmo travolgente dei ragazzi che hanno seguito le diverse fasi della preparazione del capolavoro rossiniano.
Myriam Quaquero
Foto: Priamo Tolu