MOZART Te Deum K 141 MANZONI Sonante; Sembianti STRAUSS Aus Italien Orchestra e Coro del Teatro Carlo Felice, direttore Riccardo Minasi
Tutto esaurito per l’inaugurazione della stagione al Carlo Felice la sera del primo di ottobre a Genova. Un inizio che fa presagire un ritorno del pubblico genovese, giovane e plaudente, nel suo teatro cittadino e che lascia intuire la voglia e la ricerca che i vertici del teatro, il Direttore artistico Pierangelo Conte in primis, sembrano impegnati a garantirci.
Il concerto ha visto sul podio il nuovo direttore stabile Riccardo Minasi, che alla guida dell’Orchestra e del Coro del teatro, ha eseguito con competenza e generosità di gesto un programma centrato su un grande compositore milanese del Novecento Giacomo Manzoni (Milano 26.09.1932), presente in sala e festeggiato per i suoi novanta anni.
Aperto dal Te Deum in do maggiore di Wolfgang Amadeus Mozart, il concerto si è andato man mano intensificando per arrivare al massimo dell’impegno orchestrale all’esecuzione di Sonante, in prima esecuzione assoluta, composta su commissione del Teatro Carlo Felice e della Gog, la Giovine Orchestra Genovese e scritta per ensemble di fiati, cinque corni, ottoni e percussioni. Una specie di Fanfara in cui Manzoni espone temi e variazioni alquanto suggestive e nuove, in una specie di conferma temporale di quanto abbia sempre cercato di esprimere, nella costante attenzione alle masse strumentali e alle loro complesse sonorità. Il brano segnala anche la prossimità di scrittura del compositore con Edgar Varèse, una figura molto vicina al maestro milanese, sia per l’organico scelto – ottoni e percussioni — sia per la trama sonora organizzata tra crescendo di note tenute, ribattuti e sezioni di nervosi movimenti ritmici d’insieme.
A seguire un lavoro dei primi anni Duemila (2003) Sembianti una composizione che, già partendo dall’impiego totale dell’orchestra, si discosta decisamente dalla prima, e in cui Manzoni ci presenta un universo enigmatico basato su dediche e caratteristiche/sembianti (appunto) di altri musicisti, amici e persone centrali nella vita del compositore (Maderna, Nono…), rielaborati dalla sua coerente semplicità e da tortuose vie intraprese dal disegno musicale complessivo che lascia senza fiato fin dalle primissime battute, dove un vorticoso moto ascendente degli archi viene, aritmicamente, scosso dagli ottoni e dal controfagotto e inizia un lungo percorso episodico, dove sembrano anche riemergere, necessariamente variati, momenti dalla stessa produzione manzoniana, come dalle Scene sinfoniche per il Doktor Faustus o elementi iniziali de Il clamoroso non incominciar neppure, per poi subito indagare alla ricerca di nuove rotte e farsi materia verso possibili, inedite, soluzioni. Qui i glissando si fanno più decisi e frequenti e il suono degli strumenti carezza la loro intrinseca anima.
Alla fine della prima parte, applausi vigorosi hanno accolto la breve comparsa sul palco di Giacomo Manzoni, che ha ringraziato l’Orchestra e il suo direttore Riccardo Minasi per l’ottima esecuzione.
Dopo l’intervallo si è eseguita la fantasia in sol maggiore op. 16 Aus Italien di Richard Strauss, ispirata dal viaggio in Italia del compositore e dedicata ad Hans von Bülow. L’opera, in forma di poema sinfonico, è suddivisa in quattro movimenti, come la struttura di una sinfonia, ed è stata anch’essa molto gradita dal pubblico.
Davide Toschi
Foto: Marcello Orselli