Concerto di Natale
Basilica di S. Marco, Venezia, 17 e 18 dicembre 2024, ore 20.00
Duomo di S. Lorenzo, Mestre, 19 dicembre 2024, ore 20.00
Francesco Cavalli
Francesco Caletti Bruni (detto Cavalli) 1602-1676
MESSA DI NATALE
Canzone a 6 – Kyrie (Messa a 8 voci concertata)
Gloria (Messa a 8 voci concertata) – O quam suavis (solista Maria Clara Maiztegui)
Credo (Messa a 8 voci concertata) – O bone Iesu a 2 voci (solisti Caterina Chiarcos e Andrea Gavagnin)
Sanctus (Messa a 8 voci concertata) -Canzone a 4 – Agnus Dei (Messa a 8 voci concertata)
Cantate Domino (solista Maria Chiara Ardolino) – Alma redemptoris a 5 voci
Cappella Marciana, Direttore Marco Gemmani
Maria Chiara Ardolino, Caterina Chiarcos, Maria Clara Maiztegui, soprani. Maria Baldo, Andrea Gavagnin, alti. Jake Dyble, Enrico Imbalzano, Riccardo Martin, tenori. Giovanni Bertoldi, Marcin Wyszkowski, bassi. Enrico Parizzi, Pietro Battistoni, violini. Maria Bocelli, viola. Cristiano Contadin, viola da gamba. Stefano Pratissoli, violone. Matthijs van der Moolen, Joost Swinkels, Cameron Drayton, tromboni. Alvise Mason, organo
Il tradizionale Concerto di Natale della Basilica di San Marco, curato dalla Cappella Marciana, in cartellone all’interno della Stagione Sinfonica del Teatro la Fenice 2024/25 si svolgerà il 17 dicembre, con replica il giorno successivo, e sarà dedicato interamente a Francesco Caletti Bruni detto Cavalli (1602 – 1676) e in particolare alle sue Musiche Sacre, pubblicate a Venezia nel 1656, nel momento in cui il Maestro ricopriva la carica di Organista della Serenissima Repubblica in San Marco. Attivo nella Basilica Marciana già dal 1617 come soprano, Cavalli ha la fortuna di avere come maestro Claudio Monteverdi e di poter essere formato dal celebre compositore cremonese. Nel 1640 accede alla carica di organista di San Marco e nel 1668 diventa Maestro di Cappella. Il programma proposto ripercorre un’ipotetica Messa del 25 dicembre a San Marco intorno agli anni sessanta del Seicento. La musica di Cavalli risente fortemente del clima marciano dell’epoca e ne interpreta magistralmente i fondamenti con una particolare propensione alla cantabilità e al lirismo, ponendo quelle basi della vocalità (sia sacra sia profana) che diverranno paradigmatiche in tutta Europa.
