
Premio Pordenone Musica
Musiche di Vivaldi, Halvorsen, Kreisler, Piazzolla, Ciaikovski; Orchestra da camera Italiana, direttore e violino solista Salvatore Accardo
Pordenone, Teatro Comunale Giuseppe Verdi, sabato 5 aprile
L’edizione del 2024-25 del Premio Pordenone Musica, intitolato a Pia Baschiera Tallon (assegnato a musicisti, didatti e musicologi che si sono prodigati nella formazione artistico-musicale delle generazioni future), è stato assegnato a Salvatore Accardo, nel corso di una serata organizzata presso il Teatro Comunale Giuseppe Verdi, con la seguente motivazione: «A Salvatore Accardo, violinista e direttore d’orchestra di fama mondiale, tra i massimi esponenti della scuola violinistica italiana, per il magistero musicale, espressione di una vocazione pedagogica generosa, esempio tra i più significativi nell’ambito della formazione di alto profilo delle nuove generazioni di musicisti in Italia e nel mondo». Nel discorso di ringraziamento il grande violinista ha voluto porre in risalto la grave situazione in cui versa in Italia la grande Musica d’Arte, sempre più marginale, se non inesistente, nelle scuole di ogni ordine e grado, nei media televisivi e giornalistici nazionali, a tutto vantaggio della più insignificante e volgare produzione musicale commerciale, oltre che svilita in programmazioni sempre più superficiali: più che di musica italiana si dovrebbe parlare, secondo il Maestro, di «storia della musica italiana», nel senso che la Musica attualmente non conosce più una vita rispondente al suo reale valore artistico. Colpevoli di questa grave situazione sarebbero anche i programmi di educazione musicale nelle scuole secondarie di primo grado, sempre più invasi dall’informatica e da proposte maggiormente protese verso la musica di consumo, mentre molti insegnanti delle scuole secondarie di secondo grado dimostrano spesso di non conoscere i compositori che hanno reso grande nel mondo il nostro Paese: che nei Licei abbiano uno spazio adeguato la grande letteratura e la Storia dell’Arte e sia, per contro, totalmente ignorata la Storia della Musica, è un fatto di incredibile gravità.
Nel corso della serata il Maestro ha voluto offrire un vero e proprio concerto, esibendosi come violinista e direttore a capo della notevolissima Orchestra da Camera Italiana (costituita da ex studenti e maestri usciti dall’Accademia Stauffer di Cremona, fondata dallo stesso Accardo), proponendo una serie di composizioni spazianti dal repertorio barocco (con un Concerto per violino, violoncello e archi di Vivaldi, eseguito insieme alla violoncellista Cecilia Radic) a quello ottocentesco, costituito da alcune pagine di Fritz Kreisler (1875-1962), dalla Passacaglia su un tema di Händel per violino, viola e archi di Johann Halvorsen (1864-1935), eseguita insieme al violista Francesco Fiore, e da Verano Porteño di Astor Piazzolla (1921-1992), opere stilisticamente assai varie dal punto di vista stilistico, nelle quali Accardo ha dato prova di notevole versatilità, eleganza, virtuosismo e un pizzico di sano umorismo (pur con un suono piuttosto contenuto). Il culmine della serata è stato, comunque, la vibrante interpretazione della celeberrima Serenata in Do maggiore di Ciaikovski, nella quale gli archi dell’Orchestra da Camera Italiana si sono distinti per bellezza e densità di suono, compattezza, giovanile vitalità: qualità puntualmente colte dal pubblico, accorso numerosissimo, il quale ha tributato a tutti gli esecutori e al loro direttore una vera e propria ovazione, ottenendo in tal modo un bis mozartiano limpido e frizzante.
Claudio Bolzan
Foto: Andrea Pavan