Scarlatti Amor d’un’ombra e gelosia d’un’aura (Eco e Narciso) Beatrice Mercuri (Eco), Angelo Bonazzoli (Narciso); Romabarocca Ensemble, direttore Lorenzo Tozzi
Roma, Salone vanvitelliano della Biblioteca Angelica, 10 giugno 2016
Amor d’un’ombra e gelosia d’un’aura, questo l’accattivante titolo di un dramma pastorale del ventinovenne Domenico Scarlatti – dialettica tra visione e ascolto dissolta in sinestesia – eseguito dal Romabarocca Ensemble sotto la direzione di Lorenzo Tozzi (al cembalo) per la chiusura dell’Anno accademico dell’Arcadia, nella sua versione originale romana (libretto di Carlo Sigismondo Capece, Roma, Palazzo Zuccari, gennaio 1714, fonte unica). Il testo musicale è stato riportato in vita mediante un’operazione di “filologia sperimentale” per collazione con la sopravvissuta partitura della versione londinese del 1720 al King’s Theatre in Haymarket (Narciso, testo con aggiunte di Paolo Rolli, musiche dello stesso Scarlatti con alcune integrazioni di Thomas Rosengrave). Sulla scorta di palesi concordanze tra testo e musica, Lorenzo Tozzi ha potuto identificare e recuperare i brani certamente romani (una Sinfonia tripartita, undici arie ed alcuni recitativi) dalla fonte inglese senza ricorrere deliberatamente a pratiche di riscrittura rispetto agli esiti della ricerca. In tal modo i due ruoli, Eco e Narciso, contrapposti nel gioco di riverberazione musicale/visuale (e non meno psicologico) per un’Arcadia reale (committente la Regina Maria Casimira Sobieska di Polonia, vedova di Giovanni III, vincitore dei turchi a Vienna) ma anche poeticamente trasfigurata, hanno richiesto la recitazione in prosa di un passaggio necessario alla soluzione finale (lieta) del racconto: alla fine Narciso, innamorato di Eco, si unisce a lei.
Un Romabarocca Ensemble raffinato e sensibile agli allusivi rinvii nei disegni musicali ha dato conveniente risalto all’esecuzione virtuosa da parte del mezzosoprano Beatrice Mercuri (Eco) e del sopranista Angelo Bonazzoli (Narciso), entrambi impegnati nella scrittura cesellata (Eco in linee più razionali e flessuose, Narciso in agilità non poche volte impervie), a seguire l’affettività rarefatta e stilizzata dell’immoto eppure inquieto idillio del dialogo pastorale. I costumi sono stati realizzati su modelli coevi, con non minore perizia filologica, da quattro allieve dell’Accademia di Belle Arti di Roma, sotto la guida di Isabella Chiappara. Il concerto, registrato dalla Bongiovanni in concomitanza con il terzo centenario della morte della Regina Polacca (1716), godeva del patrocinio, oltre che dell’Arcadia, del Palazzo Museo di Wilanow (Varsavia), residenza della Regina, e dell’Ambasciata di Polonia in Italia. Calorosi i consensi finali.
Cecilia Campa