Il Tribunale di Napoli ha ordinato l’immediato reintegro di Stéphane Lissner nel ruolo di sovrintendente (e, di conseguenza, anche di direttore artistico) del Teatro San Carlo di Napoli. Un vero e proprio colpo di scena. A comunicarlo il collegio difensivo del sovrintendente, il cui contratto era stato interrotto e al suo posto dal primo settembre s’era insediato Carlo Fuortes, composto dal giuslavorista Claudio Morpurgo (studio Morpurgo e Associati), dal costituzionalista Giulio Enea Vigevani (università Milano-Bicocca e studio ACCMS) e dall’esperto di governance Pietro Fioruzzi (studio Cleary Gottlieb). Il giudice del Lavoro Clara Ruggiero «ha stabilito, infatti, che il decreto legge 10 maggio 2023, numero 51 che era stato utilizzato per anticipare la risoluzione del rapporto di lavoro debba interpretarsi nell’unico senso che lo rende compatibile con i principi costituzionali e la disciplina consolidata. Ciò vale ovviamente – si legge in una nota – anche per quella disposizione “contra personam”, che avrebbe trovato applicazione solo per il maestro Lissner, che prevedeva la cessazione immediata per i sovrintendenti con più di settant’anni, indipendentemente dalla data di scadenza dei contratti in corso. Il tutto, come noto, per liberare il posto di sovrintendente del teatro per il dottor Fuortes e ottenere le sue dimissioni da amministratore delegato della Rai». I legali di Lissner parlano di una revoca, dunque, «illegittima». Per Lissner, che aveva aperto un contenzioso contro la norma che gli aveva aperto la porta d’uscita dal Massimo napoletano, dice: «Un atto di giustizia, dopo mesi trascorsi in un “limbo” che non meritavo io ma soprattutto non meritavano il Teatro San Carlo e la città di Napoli. Oggi, il Tribunale di Napoli ha dato il primo segnale, fondamentale, di come il mio licenziamento sia stato un atto illegittimo e ad personam, privo di quei contenuti di “civiltà giuridica” che devono guidare ogni ordinamento democratico. Vedo in questa decisione un legame inscindibile con la dimensione europea di cui l’Italia, Napoli e lo stesso Teatro San Carlo sono espressioni autentiche e costitutive. Ora, sono a disposizione per svolgere il mio incarico insieme alle straordinarie persone che lavorano nel Teatro».
(fonte: Il Corriere del Mezzogiorno)