BACH Concerto in Do minore BWV 1060; Concerto in Re minore BWV 1043 VIVALDI Concerti RV 116, 125, 515, 508 GOLDBERG Sonata in Do minore violino Giuliano Carmignola violoncello piccolo Mario Brunello Accademia dell’Annunciata, clavicembalo e direzione Riccardo Doni
Pordenone, Teatro Verdi, 16 gennaio 2020
Come ho evidenziato in altre occasioni, il violoncello piccolo ha trovato in Mario Brunello un autentico appassionato e sostenitore, tanto da avviare una intensa attività concertistica e discografica incentrata su questo singolare strumento e su un repertorio prevalentemente costituito da trascrizioni e adattamenti nell’ambito della musica barocca, spesso in collaborazione con l’amico violinista Giuliano Carmignola. Ciò è avvenuto anche il 16 gennaio scorso a Pordenone, ove, nella stagione concertistica 2019-2020 del Teatro Verdi, è stata programmata una serata incentrata sui due solisti, coadiuvati dall’ensemble Accademia dell’Annunciata (con strumenti d’epoca), diretto al cembalo da Riccardo Doni. Nel corso di questa esibizione sono state eseguiti alcuni Doppi Concerti di Bach e di Vivaldi (alternati ad un Concerto e ad una Sinfonia per archi dello stesso Vivaldi e ad una interessante, densa Sonata per archi e cembalo di Johann Gottlieb Goldberg), nei quali la parte solistica di un violino è stata trascritta per violoncello piccolo: operazione senz’altro legittima se pensiamo che lo stesso Bach aveva provveduto a trascrivere e adattare diversi Concerti suoi e di altri colleghi (tra i quali Vivaldi, Telemann, Alessandro e Benedetto Marcello, Giuseppe Torelli, Tommaso Albinoni), una pratica comunque assai diffusa nell’età barocca, ove gli organici non erano rigidamente fissati e non di rado potevano essere modificati in base agli strumentisti che erano a disposizione.
Possiamo dire subito che quella cui abbiamo assistito a Pordenone può essere considerata una esibizione di alto livello artistico: in effetti i due celebri solisti hanno dato vita ad un entusiasmante crescendo interpretativo, dimostrando alto virtuosismo e coesione assoluta, uniti ad un autentico piacere nel fare musica, evidente soprattutto nella resa della fitta impostazione dialogica della maggior parte delle opere presentate. Non poco suggestivo il timbro tenorile, morbido e caldo, del violoncello piccolo a quattro corde (accordate come quelle del violino), particolarmente evidente negli splendidi movimenti lenti dei Doppi Concerti, ove abbiamo ammirato la gamma infinitesimale delle dinamiche, i fraseggi ariosi, la notevole espressività di entrambi i solisti: qualità culminanti, a nostro avviso, nell’Adagio del Concerto in Do minore BWV 1060 e nel fervido, celeberrimo Largo ma non tanto del Concerto in Re minore BWV 1043, autentici vertici del repertorio strumentale bachiano, tradotti con intima e personale adesione. Non meno coinvolgenti anche i Concerti vivaldiani, ove è risaltata, oltre all’intesa perfetta dei solisti tra di loro, quella con i giovani strumentisti dell’Accademia dell’Annunciata, guidata con convincente adesione stilistica da Riccardo Doni: un formazione attiva da un decennio circa, assai compatta ed omogenea, capace di non comune sensibilità (meravigliosa, al riguardo, la prova fornita nell’Adagio della Sinfonia in Re maggiore RV 125 per archi di Vivaldi), in un contesto caratterizzato da una globale dolcezza timbrica e luminosità. Se a ciò si aggiunge la travolgente vitalità conseguita in tutti i tempi veloci, avremo il quadro di una prova complessiva di grande impatto, come è stato dimostrato dall’entusiasmo manifestato di volta in volta dal folto pubblico, al quale sono stati poi concessi due bis, uno bachiano, l’altro vivaldiano: di Bach, in particolare, è stata offerta la trascrizione dell’aria Erbarme Dich, mein Gott, dalla Matthäus-Passion (con il violoncello impegnato nella parte del contralto), forse uno dei momenti più toccanti dell’intera serata.
Claudio Bolzan