Riceviamo in data 25 gennaio una lettera del soprano Jessica Nuccio in merito alle parole del Direttore Artistico dell’Opera di Roma, Alessio Vlad (qui l’articolo originale); pubblichiamo volentieri la replica dell’artista.
Gentile direttore,
ho letto l’articolo pubblicato dalla sua rivista, intitolato “La querelle Nuccio-Opera di Roma: la parola ad Alessio Vlad” e pubblicato lo scorso 22 gennaio, riguardante fatti gravi e molto spiacevoli, avvenuti al Teatro dell’Opera di Roma, ma rappresentati in modo diverso dalla realtà.
Nel leggere l’intervista rilasciata dal Direttore Artistico M° Alessio Vlad sono rimasta sbalordita e sconvolta, poiché contenente dichiarazioni infondate e diverse dalla realtà, e che sono già state contestate formalmente al Direttore Artistico, alla Fondazione del Teatro ed al Sovrintendente e che proseguiranno nelle opportune Sedi.
Pertanto, viste le affermazioni del Maestro Vlad, sommariamente puntualizzo:
- Nei giorni precedenti la prima recita, per me prevista il 13 gennaio, ho partecipato regolarmente alle prove con diligenza e professionalità, senza ricevere alcuna rimostranza verbale o scritta, da parte della Dirigenza, del Direttore d’Orchestra, del Coro, dell’Orchestra e dei Solisti, anzi, ricevendo in più occasioni un esplicito apprezzamento per il mio lavoro da parte di tutti i professionisti, compreso il direttore artistico M° Alessio Vlad. Le pretestuose rimostranze al mio “Modo di cantare” ed alla mia “Impostazione della parte” non ci sono state, lo confermano anche le registrazioni private, che usano i cantanti per “risentirsi”, oltre naturalmente l’approvazione dei presenti.
- Il giorno prima della prova generale, avevo ricevuto espresso consenso di “accennare” la parte dal Direttore d’Orchestra M° Pietro Rizzo, al quale ho comunque chiesto conferma prima della prova; il medesimo consenso ho chiesto al Direttore Artistico M° Vlad, prima della prova, e mi è stato concesso.
- La prova generale, la cui convocazione mi è stata inviata con mail il 10 gennaio, non era aperta al pubblico: solo gruppi di studenti erano stati ammessi in loggione; in platea c’era solamente qualche persona, che ha assistito all’intera recita, inclusa la parte finale del primo atto.
- Durante il primo atto, poiché autorizzata, ho cantato “accennando” e non recitando. D’altro canto, se non avessi avuto espresso consenso, il Direttore d’Orchestra avrebbe interrotto la prova sin dalle prime battute, chiedendomi di cantare la parte e non semplicemente “accennare”; invece la prova generale è proseguita tranquillamente con il tenore, il coro, etc.…
- Alla fine del primo atto, visto il consenso ad accennare precedentemente dato, venivo espressamente dispensata dal Direttore d’orchestra Maestro Rizzo dall’eseguire l’aria finale, chiedendomi se preferissi procedere nelle prove senza cantare l’aria, dando poi indicazioni in tal senso agli orchestrali, artisti ed addetti ai lavori per il cambio scena e gli atti successivi delle prova che si sono regolarmente svolte, fino alla fine della recita. Mi preme sottolineare che mai ho rifiutato di eseguire la mia parte, né tacitamente, né esplicitamente in alcun momento della prova generale, e mai ho avuto atteggiamenti poco rispettosi nei confronti di altri professionisti, poiché non è nel mio stile ed educazione.
- Terminato il primo atto, sono tornata nel mio camerino, dove irrompeva il Direttore Artistico che mi ha aggredita verbalmente con toni molto accesi, offensivi e minacciosi e la scenata è proseguita con veemenza anche nei corridoi dei camerini del teatro, davanti agli altri artisti ed al personale del teatro presenti, tanto da causarmi un malore, con conseguente e necessario intervento del medico del teatro e dell’ambulanza del 118, oltre all’intervento delle Forze dell’ordine.
Spiace molto rilevare che il Direttore Artistico cerchi di minimizzare il malore causato dalla sua condotta nei miei confronti, poiché è accertato e comprovato.
Spiace molto verificare, inoltre, che il Direttore Artistico ha riferito una versione dei fatti completamente differente, quando invece l’unica vittima di un gravissimo ed inammissibile episodio sono io.
Mi confortano le numerose dimostrazioni di solidarietà e messaggi di vicinanza, espressi da colleghi e da diverse persone che hanno assistito a tutta la penosa vicenda, qui sinteticamente raccontata, poiché i dettagli e le circostanze saranno evidenziati davanti le Sedi competenti, avendo dato già mandato al mio avvocato in proposito.
La ringrazio per l’attenzione che mi ha dedicato e La saluto cordialmente.
Jessica Nuccio