L’ape musicale (azione teatrale in un atto, New York, 1830). Libretto: Lorenzo Da Ponte, ricostruzione: Francesco Zimèi, su commissione del Teatro Lirico di Cagliari
personaggi e interpreti
Lucinda Beatrice Mezzanotte
Mongibello Daniele Terenzi
Don Nibbio Salvatore Salvaggio
Narciso Anibal Mancini
Don Canario Mauro Secci
maestro concertatore e direttore Alessandro Palumbo (14-17-18-22) nelle messe in scena al Teatro Civico di Cagliari e Fabrizio Ruggero (24-26-28) nelle messe in scena a Dolianova, Barumini, Villaspeciosa.
Orchestra e Coro del Teatro Lirico di Cagliari, maestro del coro Gaetano Mastroiaco, maestro al fortepiano Giancarlo Salaris
regia Davide Garattini Raimondi
scene e luci Paolo D. M. Vitale
costumi Giada Masi
coreografia Barbara Palumbo
Dopo un titolo verdiano collaudatissimo come Un ballo in maschera, la stagione estiva del Teatro Lirico di Cagliari propone un’autentica rarità, L’Ape Musicale, creata da Lorenzo da Ponte che, oltre ad essere un grande librettista, è stato anche il primo docente di Letteratura italiana alla Columbia University di New York a partire dal 1825. E nella grande metropoli americana, Da Ponte aveva riproposto a più riprese un suo vecchio lavoro ideato per il teatro di Vienna, un pastiche del 1789, semplice e di grande effetto, in cui su un apposito canovaccio (continuamente riadattato per rispondere alle esigenze del gusto dell’epoca) si snodavano le arie del momento più apprezzate dal pubblico, coinvolgendo gli stessi cantanti che le avevano in repertorio.
Grazie all’accuratissima ricostruzione realizzata dal musicologo Francesco Zimei su commissione del Teatro cagliaritano, L’Ape Musicale in versione americana ha rivisto la luce dopo quasi due secoli dalla prima esecuzione al Park Theatre di New York del 1830, mantenendo e rinnovando il suo carattere di godibile divertissement che ne ha caratterizzato la genesi. La regia, affidata a Davide Garattini Raimondi (vincitore, lo scorso marzo, del prestigioso Premio della Critica “Franco Abbiati” per un progetto nel Carcere minorile Beccaria di Milano), ha sposato l’idea di ricontestualizzare la vicenda in una spiaggia molto simile a quella del Poetto, che circonda Cagliari. Ombrelloni, dunque, e casotti in legno colorato (scene e luci di Paolo Vitale), affiancati da barchini, salvagenti e costumi a tema (curati da Giada Masi), hanno catturato con grande ironia l’attenzione degli spettatori, offrendo anche l’occasione assai rara di veder rappresentata un’opera – anche se di proporzioni contenute – nell’antico Teatro Civico di Cagliari, che dal Settecento ai bombardamenti del 1943 è stato il “luogo” operistico per eccellenza della Sardegna.
Approfittando dello spazio piccolo, ma storico, Garattini Raimondi ha fatto continuamente circolare per il teatro i cantanti, il coro e i mimi (coreografia di Barbara Palumbo), ben assecondato dalla direzione musicale di Alessandro Palumbo, alla guida dell’Orchestra e del Coro del Teatro Lirico (maestro del coro Gaetano Mastroiaco). Spigliati, ma ben addestrati, i giovani cantanti, alle prese con una trama non semplicissima, che ambienta l’opera in una delle Isole Fortunate (metafora di Manhattan), dove un gruppo di appassionati di opera lirica italiana – fra cui un musicista, un cantante squattrinato, un poeta furbacchione ed un impresario teatrale – sono in fermento per l’arrivo di una cantante in arrivo dall’Italia per risollevare le sorti della compagnia. Se la scommessa di Da Ponte, sia nell’originale viennese, che nella versione newyorkese, era quella di confezionare un prodotto commerciale di qualità, l’intento di Zimei e del Teatro Lirico di Cagliari è invece quello di riscoprire quali meccanismi hanno alimentato la curiosità e l’interesse del pubblico destinati a decretare il grande successo dell’opera italiana in America. Quindi, grazie all’attenta ricerca di Zimei, emerge un mondo musicale che intreccia ironicamente tantissimo Rossini serio e buffo e un po’ di Cimarosa con qualche guizzo di musica statunitense.
Punto di forza del cast era la primadonna Beatrice Mezzanotte-Lucinda, ottima protagonista delle arie di baule rossiniane, del gran duetto dalla Semiramide con Anibal Mancini-Narciso e del Rondò della Cenerentola. Applauditissimi, oltre a Mancini, il brillante Daniele Terenzi-Mongibello, Salvatore Salvaggio-Don Nibbio e Mauro Secci-don Canario. Replicata a Cagliari per tre serate fino al 22 luglio e poi portata in alcune sedi prestigiose della Sardegna come quella dell’Area archeologica di “Su Nuraxi” di Barumini (nell’ambito del progetto “Rifunzionalizzazione del Parco della Musica e del Teatro Lirico di Cagliari”), l’Ape musicale ha l’aspirazione di contribuire a creare un ponte con gli USA, come ha sottolineato il sovrintendente del Lirico Claudio Orazi nella conferenza stampa, continuando quel percorso d’internazionalizzazione avviato negli scorsi mesi dall’Istituzione musicale cagliaritana.
Myriam Quaquero
Crediti: Priamo Tolu