MALIPIERO Armenia KHAČATURJAN Concerto in Re minore per violino e orchestra STRAUSS Sinfonia della Alpi violino Anush Nikogosyan Armenian National Orchestra, direttore Eduard Topchjan
Pordenone, Teatro comunale Giuseppe Verdi, 11 dicembre 2023
In occasione della Giornata Internazionale della Montagna, il Teatro Comunale di Pordenone ha voluto proporre un concerto sinfonico di grande rilievo e spessore culturale, intitolato “Dall’Ararat alle Alpi”, con il coinvolgimento dell’Armenian National Orchestra, diretta da Eduard Topchjan e con la partecipazione della giovane violinista armena Anush Nikogosyan. La manifestazione, introdotta dalle autorità convenute (tra le quali l’ambasciatrice dell’Armenia in Italia) è stata aperta dalla breve pagina sinfonica intitolata Armenia di Gian Francesco Malipiero (1882-1973), composta nel 1917 e basata su quattro suggestivi motivi di origine popolare, seguita dall’arduo Concerto in Re minore per violino e orchestra di Aram Khačaturjan (1903-1978), realizzato nel 1940 e dedicato a David Oistrakh, affrontato dalla Nikogosyan con determinazione e con grande sensibilità, tale da valorizzare appieno le componenti liriche della partitura, senza per questo trascurare gli aspetti più brillanti e virtuosistici, sempre dominati con grande sicurezza.
Reduce da numerose borse di studio, da approfonditi studi musicali tenuti a Monaco di Baviera, da una masterclass con Julia Fischer e da una strepitosa vittoria ad un concorso internazionale austriaco, la solista (che per l’occasione ha suonato su un violino Guadagnini del 1753) si è rivelata una piacevole sorpresa per la non comune profondità interpretativa, facendo emergere dalla composita scrittura di Khačaturjan gli aspetti più suggestivi e coinvolgenti (mirabile, ad esempio, la resa del fervido secondo tema del primo movimento e quella dell’ampio Andante sostenuto centrale, incentrato su motivi di matrice armena), affrontando comunque i passaggi più impervi (come le due cadenze del primo movimento e il brillante Allegro vivace finale) con grande slancio, con la dovuta incisività ritmica e con un suono limpido ed avvolgente, dando vita ad un vibrante dialogo con un’orchestra a dir poco imponente e sgargiante.
La seconda parte della serata è stata imperniata sulla grandiosa Sinfonia delle Alpi di Richard Strauss (1864-1949): una scelta senza dubbio doverosa per celebrare la Giornata Internazionale della Montagna: come è noto, si tratta di una partitura poderosa e composita, destinata ad un organico mastodontico (circa 125 strumenti, tra i quali un organo, una celesta, due arpe, svariate percussioni, un Heckelphone), sfruttato dal grande compositore con una straordinaria varietà di soluzioni timbriche ed espressive, tese a tradurre le suggestioni di un’escursione montana effettivamente vissuta dal musicista bavarese. Tale affresco impressionante (per certi aspetti debitore delle poetiche romantiche incentrate sulla natura) è stato mirabilmente delineato da Eduard Topchjan, con una cura infinitesimale dei dettagli, ottenendo una incredibile potenza fonica grazie ad una inesauribile energia, unita alla perfetta coesione tra le numerose sezioni dell’orchestra (ammirevole tra tutte quella dei fiati), qualità tali da coinvolgere appieno il pubblico accorso numerosissimo. Le diverse fasi di questa “escursione” musicale sono state così dipanate valorizzando ogni più riposta soluzione espressiva attraverso una incredibile gamma di soluzioni dinamiche (dai pianissimi sempre morbidi, seppur ai limiti dell’udito, alle deflagrazioni dei fortissimi, culminanti nell’iniziale episodio del sorgere del sole e in quello del “temporale e bufera”, poco prima della conclusione).
Alle ovazioni interminabili del pubblico il direttore ha voluto offrire un bis insolito e non poco toccante, proponendo Beim Schafengehen, terzo dei Vier letzte Lieder di Strauss, eseguito con intima, personale partecipazione da un notevole soprano armeno, insieme alla violinista Nikogosyan: il brano è stato introdotto da Roberto Prosseda, direttore artistico del Teatro, con la lettura della traduzione italiana dei bellissimi versi di Hermann Hesse. Senza dubbio una serata eccezionale, in tutto degna dell’occasione.
Claudio Bolzan