PUCCINI Tosca O. Sekerina, M. Karahan, Y. Park, L. Cescotti, A. Martini, G. M. Palma, F. Toso, F. Zoltan, Orchestra Regionale Filarmonia Veneta, direttore Francesco Rosa Coro Lirico Veneto, Coro di voci bianche e giovanile dell’Associazione Musicale F. Manzato, maestro del coro Livia Rado regia, scene e costumi Ivan Stefanutti costumi Athelier Nicolao Venezia
Treviso, Teatro Comunale Mario Del Monaco, 9 febbraio 2024
Con il nuovo allestimento del capolavoro di Puccini, si è chiusa la stagione operistica del Teatro Comunale trevigiano, una stagione in parte destinata alle celebrazioni per il centenario della morte del grande compositore, le quali, peraltro, si sono dimostrate del tutto all’altezza del loro compito per la valenza artistica dei risultati conseguiti.
Le due rappresentazioni di Tosca, avvenute venerdì 9 e domenica 11 febbraio 2024, possono essere considerate un vero e proprio culmine per diversi motivi, il primo dei quali riguarda una compagnia di canto sostanzialmente omogenea, del tutto all’altezza del compito, a cominciare dal barone Scarpia, tratteggiato dal coreano Yougjun Park (un interprete già reduce dalla vittoria in ben 20 concorsi internazionali), il quale ha letteralmente giganteggiato per presenza scenica, naturalezza e potenza vocale, nell’ambito di una personalissima adesione al suo personaggio, tradotto in modo giustamente insinuante e malvagio, arricchito anche di una vis demoniaca e tenebrosa particolarmente coinvolgente, tale da farne il vero protagonista della recita (memorabile, al riguardo, l’intero secondo atto, ma non meno efficace il finale del primo). Molto interessante anche il Cavaradossi di Murat Karahan, un tenore dal timbro limpido e squillante, pienamente rispondente all’impervia scrittura pucciniana, resa con acuti sfolgoranti, ma anche con un’adeguata cura del dettagli e con la dovuta sensibilità nell’ambito di un’intima, toccante partecipazione globale (culminante nella celeberrima E lucevan le stelle del terzo atto, ma non meno riuscita nei duetti con Tosca). Efficace anche il ritratto della protagonista, delineato dal soprano Oksana Sekerina (anch’essa reduce da numerose affermazioni internazionali), dotata di una voce non propriamente seducente, ma utilizzata con intelligenza, assertivo slancio drammatico e spontaneità di approccio: di qui una Tosca tormentata ed appassionata, anch’essa molto interessante nei momenti più drammatici, pur riuscendo assai espressiva anche nelle pagine più fervide (come l’aria Vissi d’arte del secondo atto), comunque partecipi di una sottile inquietudine. Sostanzialmente convincenti anche gli altri interpreti, come Lorenzo Cescotti, nelle vesti del carbonaro Cesare Angelotti, e soprattutto Giovanni Maria Palma, grazie al quale il personaggio di Spoletta è stato reso con adeguato realismo e piena rispondenza alla sua funzione di cupo collaboratore di Scarpia. Merita, infine, una menzione l’ironico e gustoso sacrestano di Alex Martini. La conduzione orchestrale e la concertazione globale, affidate a Francesco Rosa, sono state attuate con pertinente slancio drammatico e vibrante energia, per cui gli esiti migliori sono stati ottenuti nei brani d’insieme e nei momenti più tragici e cupi, resi con trascinante potenza (anche fonica), anche se non sono affatto mancate le finezze, come avvenuto nella seconda parte del secondo atto.
Alla notevole riuscita complessiva dell’evento hanno contribuito notevolmente le realistiche, spettacolari scenografie, la regia e i costumi di Ivan Stefanutti, grazie alle quali l’ottocentesca ambientazione romana della vicenda è risultata non poco funzionale all’evoluzione della tragedia: di grande effetto, al riguardo, la grande scena del Te Deum nel finale del primo atto. Tali risultati sono stati accolti dal pubblico, accorso numerosissimo, con autentiche, interminabili ovazioni, indicative di una approvazione incondizionata.
Claudio Bolzan