GLASS Les Enfants terribles STRAVINSKI Le Sacre du Printemps pianoforti Katia e Marielle Labèque
Napoli, Teatro Sannazaro, 24 marzo 2022
Le sorelle Katia e Marielle Labèque vantano una carriera pianistica straordinaria in tutto il mondo, acclamate sia dal pubblico che dalla critica, ospiti frequenti di orchestre, festival e rassegne; e anche se non disdegnano affatto il repertorio classico, sono grandi promotrici della letteratura pianistica contemporanea.
Per l’Associazione Alessandro Scarlatti, a Napoli hanno proposto Philip Glass, un compositore che conoscono bene, nella versione per due pianoforti de Les Enfants terribles. La musica di Glass è fondamentale nella storia artistica di Katia e Marielle: il compositore nel 2015 scrisse apposta per loro un Doppio Concerto per due pianoforti.
Les Enfants terribles è un’opera-danza da camera che fa parte di una trilogia di lavori operistici basati su scritti di Jean Cocteau, e prevede in origine un cast di cantanti e ballerini; lo stesso inventore del minimalismo americano, poi, chiese a Michael Riesman, suo collaboratore di lunga data, di trascrivere Les Enfants in forma di suite per due pianoforti, espressamente per Katia e Marielle.
Nell’opera si racconta la storia di Paul e Lise, due fratelli che sono così immersi in un mondo creato dalla loro fantasia che non riescono più a vedere la realtà: la suite pianistica esprime tutto il fascino del minimalismo, e anche se fa a meno del canto, propone comunque un meraviglioso viaggio sonoro attraverso le inquietudini dell’adolescenza. Le due pianiste hanno ricreato con perfetto affiatamento ed esprit de finesse un tessuto musicale fatto di frammenti ritmici ripetitivi e armonie appena accennate, creando un effetto quasi ipnotico nell’ascoltatore, fino al martellante movimento finale “Paul’s end”.
La seconda parte del concerto proponeva Le Sacre du Printemps: si sa che Stravinski aveva destinato la versione per due pianoforti alle prove dalla compagnia di danza, piuttosto che a una composizione a sé da eseguire in concerto. Ciò non ha impedito che questa trasposizione fosse eseguita frequentemente negli ultimi decenni.
Nonostante manchi della forza e delle asperità tipiche dell’orchestrazione di Stravinski, nella trascrizione per due pianoforti la musica non ne risente molto. In questo lavoro il colore orchestrale è certamente importante, ma la sua essenza più profonda è costituita principalmente dal ritmo: ciò che l’arrangiamento perde in varietà timbrica, lo guadagna in forza percussiva, che viene esaltata dai due pianoforti.
Le sorelle superano le difficoltà poste dalla partitura con un equilibrio dinamico e una facilità espressiva che hanno del portentoso. La loro esecuzione libera le energie latenti del brano e le incanala in un dialogo musicale terso, con incastri millimetrici, senza sbavature, con un suono di volta in volta solenne e compatto o furiosamente espressionistico. Una lezione di altissima tecnica, la loro, abbinata ad una sensibilità esecutiva versatile e ricca di sfumature spesso sorprendenti, con cui le artiste rivelano il carattere ad un tempo raffinato e gioiosamente selvaggio del brano, con un’intensità che dimostra la loro profonda comprensione della partitura.
Al termine, accogliendo la calorosa richiesta del pubblico, Katia e Marielle Labèque concedono due bis: il primo è uno dei Quattro movimenti per due pianoforti dello stesso Glass, a cui segue una briosa polka per piano a quattro mani, composta da Adolfo Berio, nonno del ben più celebre Luciano.
Lorenzo Fiorito
Foto: Giancarlo De Luca