Marina Rebeka brilla nella Traviata napoletana

Marina Rebeka (foto Luciano Romano)

VERDI La Traviata M. Rebeka, C. Leonardi, L. Ulloa, K. Wang, L. Salsi, G. Leone G. Ribis, P. Di Bianco, L. Mazzucchelli, S. De Crescenzo,G. Scarico.V. Lignell; Orchestra, Coro e Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo, direttore Giacomo Sagripanti regia Lorenzo Amato scene Ezio Frigerio costumi Franca Squarciapino 

Napoli, Teatro San Carlo, 14 luglio 2024

Il Teatro di San Carlo ha riproposto il titolo forse più amato dal pubblico di tutto il mondo, in uno spettacolo rivolto a un pubblico che predilige una messa in scena tradizionale e intimamente poetica dell’opera più rappresentata tra tutte. Questa messinscena del regista Lorenzo Amato risulta convincente ancora una volta: una malinconica riflessione sull’amore negato, sulla malattia del corpo che diventa male di vivere, sull’inesorabile scorrere del tempo, sulle aride convenzioni sociali, sull’ipocrisia, sul sacrificio e, infine, sulla morte.

Le scene di Ezio Frigerio evocavano un’atmosfera fin de siècle, senza tuttavia definire l’ambiente in modo preciso, dando così alla produzione un’impalpabile venatura senza tempo che sottolineava l’universalità della tragedia umana rappresentata; invece, gli eleganti costumi di Franca Squarciapino richiamavano più apertamente il periodo in cui la storia si svolge. Alle spalle degli interpreti, una parete trasparente come vetro su cui colava ininterrottamente una pioggia sottile, evocava una Parigi grigia e fredda, ma rappresentava anche “straniamento, disillusione, spleen”, come spiega lo stesso Amato.

Il soprano lettone Marina Rebeka (che ha sostituito la prevista Lisette Oropesa per le prime tre recite, mentre Rosa Feola è subentrata per le ultime) ha reso un ritratto sincero e commosso di Violetta, intenso e drammaticamente profondo. La cantante possiede una voce duttile, dal timbro chiaro e profondo e dall’emissione sicura, con cui ha sapientemente rivelato tutti i turbamenti di Violetta. Nell’atto finale, ha saputo alternare speranza e disperazione in un crescendo drammatico che colpiva al cuore lo spettatore. Dalla lettera di Germont all’arrivo di Alfredo, la Rebeka ci ha trasportato attraverso i diversi stati emozionali con le sue eccellenti doti vocali e recitative per darci un’interpretazione toccante, di autentico lirismo. L’apice dell’intensità è stato raggiunto con “Amami, Alfredo!”, cantato con commovente pathos.

La resa di Alfredo da parte di Kang Wang è stata buona ma non emozionante, poiché il personaggio aveva bisogno di maggiore profondità e caratterizzazione, di accenti più autentici. Tuttavia il fraseggio del tenore era piuttosto raffinato e la qualità della sua recitazione era soddisfacente, e alla fine è stato un plausibile amante, fervente e addolorato.

Nei panni di Giorgio Germont, Luca Salsi ha mostrato un timbro baritonale robusto e un fraseggio intelligente, anche se la sua interpretazione era forse troppo irruenta per l’atmosfera più felpata ricercata dal regista. Di grande impatto e resa emotiva comunque la sua aria caratteristica “Di Provenza il mar, il suol”.

Bene anche il resto del cast: si sono distinte con ottime performance Clarissa Leonardi nel ruolo di Flora Bervoix e Laura Ulloa nel ruolo di Annina. Bravi anche Giacomo Leone nel ruolo di Gastone, Gabriele Ribis nel ruolo di Duphol, e Pietro Di Bianco e Lorenzo Mazzucchelli, che hanno cantato rispettivamente il Marchese d’Obigny e il Dottor Grenvil.

Giacomo Sagripanti ha diretto l’Orchestra e il Coro del Teatro di San Carlo, con una certa felpata cautela, senza troppe audacie: e la mancanza di fiotti sonori più audaci si è sentita, specialmente in quelle scene clou in cui passione e forza devono sgorgare proprio dalla buca orchestrale. In effetti, sono le scene del coro ad offrire il massimo divertimento, soprattutto quando arrivano i matador e gli zingari. Al contrario, i momenti più intimi non riescono ad attirarci con la stessa efficacia che potrebbero. La risatina che accoglie la prognosi del medico sulla rapida morte di Violetta è forse un segno che il pubblico non è stato completamente coinvolto in questa storia di amore condannato.

Lorenzo Fiorito

Data di pubblicazione: 21 Luglio 2024

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