SCARLATTI Sonate SCHUMANN Carnevale di Vienna op. 26 CHOPIN Scherzo n. 2 op. 31; Ballata n. 4 op. 52; Notturno n. 20 op. postuma; Allegro da concerto op. 46 pianoforte Leonora Armellini
Giardini della Biodiversità, Padova, 16 marzo 2015
Basterebbe fare qualche passo per respirare il clima umido della savana africana. Eppure il pianoforte su cui suona Leonora Armellini non ne risente affatto. Siamo a Padova in una sala confinante con le serre alte come un condominio di tre piani che ospitano i Giardini della Biodiversità, di fresca inaugurazione, e sorto accanto ai rari esemplari di piante velenose che ispirarono un celebre racconto di Hawthorne e alla palma secolare ammirata anche da Goethe. Per ascoltar musica la geometria imposta alla sala da convegni non è delle ottimali e per l’allestimento del palco è penalizzata la visione di un’eccezionale sequenza di opere esposte alle pareti a firma di Giovanni Frangi – eppure vorrebbero evocare grandi foglie e non siamo appunto all’inaugurazione della seconda edizione della rassegna “Primavera in Orto”? La prossimità di centinaia di specie vegetali nelle serre accanto, indurrebbe a ripensare il recital della giovanissima pianista in una simile ottica. Del resto, un’interpretazione non potrebbe essere la creazione di un microclima che ne faccia meglio apprezzare le qualità sensoriali? L’approccio che subito conquista sta nella naturalezza con cui Leonora Armellini offre un contatto quasi fisico con le pagine di Scarlatti, Schumann e Chopin. Una sonata di Scarlatti, ci lascia intuire l’interpretazione della solista, non può essere soltanto una prestidigitazione digitale, ma un organismo che respira nell’incalzare di un ritmo ternario. Così l’incedere fantastico e altalenante che anima il quadro del Carnevale di Vienna è trasposto in un clima quasi solare. E così la naturalezza tanto ammirevole è una sponda, a contenere ansie febbrili e morbosità, smussandole a favore di una musicalità comunicata in maniera più diretta.
E grazie ad un magnifico controllo del suono – quanti dettagli dispensati nel Lento con grande espressione – tutte le pagine di Chopin scelte per la seconda parte del recital lasciano ammirati per quell’inflessione umana e fragile che è il traguardo più maturo cui possa pervenire la sensibilità della giovane pianista.
Alessandro Taverna