53° Concorso internazionale di chitarra classica «Michele Pittaluga»: prova finale
Alessandria, Chiesa di Santa Maria di Castello, 25 settembre 2021
Organizzare un concorso internazionale «in presenza» in epoca di pandemia non è certo impresa facile, e quindi va innanzitutto dato atto al comitato promotore del Concorso Pittaluga di aver tenuto duro e di essere riuscito a condurre in porto malgrado tutto la cinquantatreesima edizione, mantenendo peraltro in linea con le ultime tornate «pre-covid» numero e composizione cosmopolita dei partecipanti. Come altre competizioni, anche quella di Alessandria si è avvalsa della modalità online per la preselezione dei candidati, individuando così sette concorrenti (provenienti da altrettanti paesi) che si sono misurati nelle semifinali pubbliche, ospitate dal Conservatorio della città piemontese; la finale ha ammesso, come tradizione, tre candidati, impegnati in un concerto per chitarra e orchestra. Soltanto la sede è cambiata, favorendo la bella Chiesa romanico-gotica di Santa Maria di Castello in luogo dei tradizionali teatri Comunale (purtroppo chiuso ormai da anni) e Alessandrino; novità che non ha disincentivato gli aficionados del Pittaluga, presenti in una quantità (nel pieno rispetto delle normative anticovid) che ha testimoniato una volta di più il generale desiderio di ripartire con le esperienze musicali dal vivo.
Agli sforzi dell’organizzazione non ha purtroppo corrisposto un verdetto pieno della giuria, composta da Dale Kavanagh, Marco Tamayo, Costas Cotsiolis, Antigoni Goni, Christian Saggese, Micaela Pittaluga e Irina Kulikova: nessuno dei finalisti infatti (come del resto era già avvenuto nell’edizione 2019) è stato considerato meritevole del primo premio. Il secondo è stato assegnato al giapponese Yuki Saito: il chitarrista ventiquattrenne in effetti non ha esordito benissimo, in un «Allegro con spirito» del Concierto de Aranjuez di Joaquín Rodrigo agogicamente a strappi, poco attento agli attacchi del direttore Paolo Ferrara, e percorso con un fraseggio a tratti un po’ arruffato, soprattutto dal punto di vista dinamico, nonostante una notevole scioltezza digitale. Nell’«Adagio» invece Saito, pur concedendosi qualche intemperanza di troppo, si è rivelato piuttosto convincente, in particolare nella piccola cadenza in Mi minore. A dire il vero però mi è sembrata più matura la versione del capolavoro di Rodrigo offerta dal coetaneo Sergei Perelekhov, che del celebre movimento lento ha fornito una versione sentita, forse un poco carente di tensione ma non priva di originalità di fraseggio; anche dei due «Allegri» il concorrente russo ha dato una lettura un poco sbarazzina ma coinvolta. Forse è stato penalizzato da un vistoso inciampo in cui è incappato nell’«Allegro gentile» (l’arpeggio acutissimo di terzine al riferimento 7 in partitura), dovuto a un errore di posizione, o forse da qualche sonorità un po’ aspra.
Nessun premio è stato riconosciuto invece a Bozhana Pavlova, probabilmente anche in relazione al fatto che, essendo la meno giovane tra i finalisti, da lei si sarebbe aspettata una maggiore maturità interpretativa. Affrontando il Concerto in Re di Mario Castelnuovo-Tedesco la chitarrista bulgara è incappata già nelle battute iniziali in qualche imprecisione, e poi in qualche passaggio un po’ scolastico, ma si è riscattata parzialmente con un «Andantino alla romanza» piuttosto elegante e delicato; offrendo però del finale «Ritmico e cavalleresco» una versione un po’ troppo pacata.
La marcatissima amplificazione della chitarra e l’acustica un po’ riverberante della chiesa ponevano solista e orchestra su due piani sonori assai distanti, pregiudicandone le possibilità di dialogo, o almeno la sua percezione. Il che non ha impedito di apprezzare comunque (in due partiture che ormai conosce a menadito) l’ottima prestazione dell’Orchestra Classica di Alessandria, particolarmente in un «Adagio» da Aranjuez davvero coinvolgente (soprattutto accompagnando l’esecuzione del concorrente russo).
La serata è stata aperta da due esibizioni legate alle attività concorsistiche alessandrine: Irina Kulikova, già vincitrice del Pittaluga nel 2008 e ora, come detto, membro della giuria del concorso di esecuzione, ha proposto in prima esecuzione il brano Enchanted Albion del russo Konstantin Vassiliev, vincitore del 12° Concorso di composizione: il tema d’obbligo (l’aria di Venere «Fairest Isle» dal King Arthur di Henry Purcell) vi viene esposto con un’armonizzazione suggestiva, dal sapore quasi pop, ma il brano acquisisce nel seguito densità e complessità. Infine Uros Jacevic, vincitore del «Pittaluga Junior» 2021, si è esibito in pagine di Moreno Torroba e Rodrigo nelle quali, forse anche a causa dell’emozione, il quindicenne serbo si è dimostrato interprete promettente ma un poco compassato e acerbo.
Roberto Brusotti