Con otto titoli d’opera, dalle più popolari come l’apertura di Manon Lescaut dedicata al centenario pucciniano o il ritorno di Oren col suo titolo del cuore, Nabucco, alla seconda esecuzione mondiale dell’unico libretto scritto da Giorgio Strehler su commissione di Victor de Sabata, il balletto Giselle di SNG Opera in balet Ljubljana, un nuovo sito e una nuova immagine che ricalca l’eleganza gloriosa di uno dei teatri storici da sempre più internazionali del paese, torna dal 2 novembre al 23 giugno la stagione del Verdi di Trieste
Fondo camoscio, decor ottocentesco, lo stemma di Trieste con scudo rosso, alabarda e cinta muraria: il Teatro Verdi di Trieste riparte dal restauro creativo della propria identità storica, simbolo di un ruolo centenario in una delle aree geografiche chiave di quella Mitteleuropa che oggi torna a guardare alla vita culturale giuliana come ad un punto di riferimento di grande interesse.
La Stagione d’Opera 23-24 dunque riporta Trieste al proprio Genius Loci, tra tradizione e innovazione, con una scelta di titoli ed allestimenti che intende rispecchiarne le mille sfaccettature andando incontro ad un pubblico sempre più internazionale e curioso.
L’apertura del 2 novembre è dedicata al centenario Pucciniano del ’24 con Manon Lescaut nell’allestimento di Opéra de Monte-Carlo e del teatro tedesco di Erfurt, che nel ’22 vide sul palco del Garnier monegasco Anna Netrebko al suo rientro sulle scene mondiali dopo la crisi ucraina. La regia di Guy de Montavon con le scene di Hank Irwin Kittel e i costumi di Kristopher Kempf, di ambientazione moderna e con tratti di spiccata originalità, ha conquistato lo scorso anno la migliore critica internazionale e giunge fresca a Trieste guidata dalla mano sicura di Gianna Fratta, già assai apprezzata dal pubblico giuliano della passata stagione sinfonica. Il cast è guidato da Lana Kos, Roberto Aronica e Murat Karahan, tutti solidi veterani del repertorio pucciniano.
Dal 7 dicembre si prosegue con il ritorno postpandemico dell’amato Die Zauberflöte di Mozart, coproduzione del 2022 di Trieste con Aslico e il teatro americano Opera Carolina del regista, scenografo e costumista veneziano Ivan Stefanutti, noto per spaziare dall’opera al musical fino al balletto. Sul podio Beatrice Venezi, nome di crescente popolarità che sicuramente incuriosirà il pubblico degli appassionati e non solo. Il cast è guidato da due tra i giovani talenti italiani più applauditi nel mondo ed entrambi di provenienza scaligera: il soprano Caterina Sala e il tenore Paolo Nevi. Di nuovo Regina della Notte il soprano ucraino Olga Dyadiv, ormai di casa a Trieste e nome di punta del cenacolo di giovani artisti meticolosamente coltivato negli anni dal teatro giuliano.
Il 2024 si aprirà con l’attesissimo ritorno di uno dei titoli “Tudor” di Donizetti, Anna Bolena, nello storico allestimento del 2007, celebrato dalla migliore critica, di Graham Vick: simbolico, visionario, magniloquente esso verrà interpretato da un cast solido con Salome Jicia, Marco Ciaponi e il giovane e già apprezzato mezzo soprano Laura Verrecchia. Sul podio Francesco Ivan Ciampa, uno dei nomi italiani più stimati per l’opera nel mondo.
Con Ariadne auf Naxos di Richard Strauss a febbraio si potrà godere non solo di un titolo mancante in città dal 2004 e il cui ricordo si lega ad uno dei nomi più amati della cultura giuliana, il professor Franco Serpa scomparso lo scorso anno, ma anche di uno degli allestimenti più apprezzati degli ultimi anni, quello della stagione del Teatro Comunale di Bologna a firma del regista scozzese Paul Curran, ardita e coinvolgente operazione di teatro nel teatro, imperdibile per chi si fosse perso l’occasione emiliana nel ‘22. Sul podio Enrico Calesso, primo direttore ospite del Landestheater di Linz in Austria e direttore musicale di Würzburg in Baviera, dunque italiano prestato alla tradizione tedesca, perfetto per un’interpretazione di Strauss convincente in un teatro a forte vocazione danubiana. L’ampio cast è ancora in via di definizione per una ricerca meticolosa tra voce, dizione perfetta e doti attoriali richieste dall’intrigante visione di Curran.
A marzo il Nabucco di Verdi vedrà il ritorno sul podio di Daniel Oren, direttore amatissimo in città per giunta impegnato in quello che egli considera il suo titolo più sentito. La regia di Giancarlo Del Monaco per la produzione del Teatro Croato da un lato rinsalda i legami con le istituzioni artistiche oltreconfine, d’altro canto garantisce un momento di serena aderenza alla tradizione in una stagione ricca di riletture sorprendenti. Il cast è davvero interessante, col baritono russo Roman Burdenko, sempre più apprezzato sui palchi di tutto il mondo, Maria José Siri, già Abigaille al Maggio Musicale Fiorentino, Arena di Verona e Wiener Staatsoper fra i tanti; e ancora il mezzo soprano russo Maria Barakova, che ha già cantato il ruolo di Fenema al Metropolitan di New York, Rafal Siwek che è Zaccaria nell’edizione del titolo nel Centenario di Arena di Verona, e il tenore Carlo Ventre, ospite dei palchi più importanti d’Europa.
A maggio con la Cenerentola di Rossini tornerà sul podio Enrico Calesso, forte di anni dedicati all’approfondimento del grande pesarese, con la produzione del Teatro Carlo Felice di Genova del ’22 firmata da due dei protagonisti più vivaci, frizzanti ed attivi del panorama italiano, Paolo Gavazzeni e Pietro Maranghi, ed un cast che finalmente rivede al Verdi una delle glorie internazionali del Bel Canto giuliano, il baritono Giorgio Caoduro, mancante dal teatro della sua città da ben 12 anni e per giunta nel ruolo a lui più caro e che maggiore fortuna gli ha portato nel mondo, Dandini. Reduce dai recenti trionfi di Rossini Opera Festival, Sydney Opera House, Teatro an der Wien, Caoduro commenta: “Sono grato ed entusiasta di questo ritorno a Trieste e per di più proprio nel ruolo che mi ha dato sempre le maggiori soddisfazioni in carriera. Spero davvero di comunicare tutta la mia gioia, la mia attesa, il mio amore ai miei concittadini! Non vedo l’ora!”. Con l’ottimo tenore rossiniano Dave Monaco e Laura Verrecchia si completa il cast di uno degli appuntamenti di certo più brillanti della stagione.
E sempre a maggio, dopo il trionfo assoluto di Romeo and Juliet, torna il grande e giovane balletto di Ljubljana guidato dalla verve e dall’instancabile creatività del suo direttore artistico, il veronese-viennese Renato Zanella, con Giselle di Adam. Prosegue dunque il felice sodalizio con SNG Opera in balet Ljubljana e Trieste, impreziosito quest’anno da un titolo iconico nella storia del balletto di cui Renato Zanella dice: “Il Classico, a mio parere, è il nuovo moderno; quindi, ritengo che confrontarsi con la tradizione DOC, quella vera e fondante, sia una sfida, ma anche un momento di grande ispirazione. Il balletto romantico non deve mancare nel repertorio di un teatro storico. Perciò con questa produzione siamo davvero tutti felicissimi di tornare da voi!”
Infine importante e simbolica chiusura dal 14 al 23 giugno con il dittico novecentesco Il Castello del Duca Barbablù di Béla Bartók nella nuova regia di Henning Brockhaus, vero maestro già apprezzato a Trieste per il suo Macbeth storico, e soprattutto un pezzo ineludibile della storia culturale di Trieste che torna doverosamente a casa: la seconda esecuzione mondiale de La Porta Divisoria, unico libretto scritto da Giorgio Strehler su commissione di Victor De Sabata per La Scala di Milano, ove fu messo in cartellone per ben tre stagioni e sempre rimandato poiché non fu terminata la musica dell’ultimo dei cinque quadri di cui si compone l’opera. La prima esecuzione mondiale è invece avvenuta al Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto nel ’22, da cui il Verdi trae il direttore Marco Angius, già esperto della partitura e bacchetta di riferimento nel mondo della contemporanea.
La partitura vede la firma prestigiosa di Fiorenzo Carpi, compositore di riferimento assoluto del teatro di Giorgio Strehler tanto da spingerlo a scriverne: “Il mio teatro è tenuto insieme dalle note di Fiorenzo Carpi. Molto spesso la sua musica ha dato, all’inizio o durante il lavoro, la “chiarificazione” interna di cui avevo bisogno, l’illuminazione di un “tutto” che non riuscivo ad afferrare…». Ma Carpi ha collaborato anche con Dario Fo, Vittorio Gassman, Edoardo De Filippo, Roland Petit, con la grande Rai di qualità per Canzonissima, Nanni Svampa, Lino Patruno, Ugo Gregoretti, e ha scritto le musiche del Pinocchio di Comencini, il cinema di Louis Malle, Patrice Chéreau, Tinto Brass, Carlo Mazzacurati, ma la lista è davvero lunghissima, disegnando il profilo di un musicista che è stato davvero l’anima di uno dei momenti fondanti la cultura popolare del Novecento.
Il completamento del quadro mancante è stato realizzato da Alessandro Solbiati, compositore tra i più in vista del panorama musicale contemporaneo, che proprio al Verdi di Trieste nel 2009 rappresentò la sua prima opera teatrale: Il carro e i canti, ispirata a un racconto di Puškin.
Il testo di Strehler rielabora poi un grande classico della letteratura mondiale, scritto dal noto impiegato di Generali Franz Kafka, La Metamorfosi.
Una stagione dunque che da un lato riconferma la vocazione del Verdi a coltivare nel proprio seno giovani talenti di futuro successo, accostandoli ad artisti di consolidata fama ed esperienza in un ideale solco abbadiano pienamente condiviso dal suo Direttore Artistico Paolo Rodda; d’altro canto ritrova proprio nei titoli e nelle scelte di repertorio quello slancio identitario, trasversale alle culture europee di cui è intriso, così che tornando a se stesso, il Verdi in realtà si rivolge al mondo.
Il Sovrintendente Giuliano Polo racconta poi le novità più strutturali di questa stagione: “La scorsa stagione ci ha regalato molte gioie con un incremento degli abbonati e una buona resa del botteghino con vere punte di grande entusiasmo da parte del pubblico. Siamo stati dunque incoraggiati a proseguire sulla via di un rinnovamento sia dell’offerta artistica sia degli strumenti operativi per raggiungere il nostro potenziale bacino d’utenza. Nasce dunque un nuovo sito che ha i suoi punti di forza in una nuova veste grafica, più pulita e attuale, per aiutare la leggibilità dei contenuti; una nuova struttura, più chiara, sempre per aiutare l’utente; una maggiore evidenza dei contenuti più importanti e una grande semplificazione nell’acquisto dei biglietti. Mentre sul fronte degli abbonamenti e del costo dei biglietti la nostra filosofia quest’anno è stata quella di mantenere i prezzi dello scorso anno, ma aggiungendo uno spettacolo ed allungando quindi la stagione fino a giugno inoltrato. E’ stato importante per noi mantenere la consuetudine di tutte le Fondazioni Lirico-Sinfoniche, di annunciare la stagione nei tempi corretti, affinché i titoli più attrattivi per un pubblico nazionale e internazionale possano godere dei tanti globetrotter dell’opera e del teatro che si spostano di città in città proprio per assistere ad uno specifico spettacolo raro o magari in allestimento interessante: la nuova vocazione turistica di Trieste ci ha spinto in questa direzione perché anche il teatro possa dare il suo contributo al benessere non solo immateriale, ma anche materiale del territorio. Mi preme sottolineare che alcuni cast verranno comunicati durante l’anno non solo per consentire un miglior lavoro possibile nella ricerca delle voci, ma anche perché riteniamo che nel suo complesso la nuova stagione abbia in sé abbastanza motivi di interesse e stimolo per incuriosire il nostro pubblico e non solo”
La campagna abbonamenti si apre il 4 luglio e si chiude domenica 12 novembre 2023. Gli abbonati alla Stagione 22-23 possono confermare il proprio posto fino a sabato 23 settembre 2023.L’assegnazione dei posti ai nuovi abbonati partirà da martedì 26 settembre 2023. Gli abbonamenti si dovranno ritirare entro sabato 21 ottobre 2023. La vendita dei biglietti per i singoli spettacoli inizierà martedì 10 ottobre 2023.
Rimangono invariati i prezzi di abbonamenti e biglietti rispetto alla passata stagione. L’abbonamento prevede otto titoli (nella passata stagione i titoli erano sette). Confermate anche tutte le promozioni per i giovani under 34 con prezzi per abbonamenti e singoli biglietti particolarmente vantaggiosi.