VERDI Sinfonia da “Nabucco” CIAIKOVSKI Concerto per violino e orchestra op. 35 BEETHOVEN Sinfonia n. 7 violino Ilya Gringolts Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, direttore Antonio Pappano
Roma, cavea dell’Auditorium del Parco della Musica, 15 Luglio 2021
Per la sua stagione estiva all’aperto, l’Accademia di Santa Cecilia ha programmato una serie di serate miste di musica, danza, canto, atte a soddisfare quel pubblico che passa volentieri una serata all’aperto e al fresco e che, forse, potrebbe essere catturato dalla magia della musica e potrebbe cominciare a frequentare anche la normale stagione sinfonica. In mezzo a questo variegato e intelligente programma figurava un solo concerto sinfonico tradizionale, e a quello ho assistito. Devo dire subito che il concerto sinfonico mal si concilia con la cavea dell’Auditorium. La necessità di amplificare il suono non giova agli equilibri delicati del repertorio sinfonico, certe sezioni dell’orchestra vengono privilegiate, altre vengono un po’ sacrificate. Ma alla fine la musica, anche se con qualche graffio e qualche squarcio nelle vesti, vince la sua battaglia. L’ha vinta in pieno con la Sinfonia del Nabucco, diretta con impeto e con forti contrasti da un Pappano che, malgrado la sua lunga frequentazione del sinfonico, è nato come direttore d’opera e con l’opera si trova del tutto a casa sua.
L’ha vinta a metà con il Concerto per violino di Ciaikovski perché Ilya Gringolts è rimasto quello che era alla fine del secolo scorso, quando vinse a Genova il Premio Paganini, e che io ascoltai poco dopo. Il suono non è né caldo, né sinuoso, la mano sinistra funziona a dovere ma la sonorità, che seppur senza esser bella è però corposa nella quarta corda, si assottiglia quando si passa sulle altre corde, al punto che, complice il vento e l’amplificazione, certe sventagliate di note nel registro sopracuto manco arrivavano all’ascoltatore. La Settima Sinfonia di Beethoven è stata visitata da un Pappano di nuovo pieno di fuoco e con forte propulsione ritmica. Ma Beethoven è altra cosa da Verdi, soprattutto dal giovane Verdi, e gli esiti sono stati qui meno rilevanti. Il che non ha impedito al pubblico di godersela, la Sinfonia, e di tributare al direttore onori trionfali. Dimenticavo di dire che il programma era intitolato “L’apoteosi della danza”. Wagner aveva così definito la Settima Sinfonia, ma a dire il vero io, prima di vedere il programma e conoscendo solo il titolo, avevo pensato che ci fosse qualche tersicoreo a sgambettare un po’.
Piero Rattalino
©Accademia Nazionale di Santa Cecilia / Musacchio, Ianniello & Pasqualini