CIANDELLI Concerto per Violoncello SOLLIMA Fecit Neap 17 HAYDN, Concerto n. 2 per violoncello e orchestra in re maggiore Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, violoncello e direttore Giovanni Sollima
Salerno, Teatro Giuseppe Verdi, 15 marzo 2022
Per il primo concerto post-Covid, il Teatro Verdi ha proposto una serata di quelle che lasciano il segno: Giovanni Sollima, un violoncellista italiano di fama internazionale che ha diretto sé stesso e l’Orchestra giovanile Luigi Cherubini, fiore all’occhiello di Riccardo Muti, che l’ha fondata, in un programma molto peculiare.
La scaletta prevedeva il Concerto per violoncello di Gaetano Ciandelli, una novità assoluta per i tempi moderni; a seguire, una composizione dello stesso Sollima, e per concludere il notissimo Concerto n. 2 per violoncello in Re maggiore di Haydn.
Ciandelli era un violoncellista napoletano di cui non si sa molto: nato ai primi dell’800, allievo di Paganini ed iniziatore di una famosa scuola violoncellistica, che contribuì alla rinascita della musica strumentale in Italia nel XIX secolo. Gli allievi del compositore, il quale godette anche della stima di Rossini e di Verdi, diffusero il suo metodo in Italia e nel mondo, fino ad influenzare le tradizioni musicali dell’America Latina con particolare riguardo al Cile e all’Argentina.
La composizione è stata riscoperta nel Fondo Noseda della Biblioteca del Conservatorio di Milano dallo stesso Sollima, che l’ha revisionata e trascritta: si tratta un concerto di tipica scuola napoletana, in tre movimenti, dei quali molto notevole dal punto di vista compositivo è il Rondò conclusivo, con archi pizzicati e un accelerando finale di notevole effetto.
A Salerno, Sollima non si è esibito solo in veste di solista e di direttore d’orchestra: è anche un compositore molto eseguito in Italia e all’estero, e ci ha proposto un suo brano tra i più noti, Fecit Neap 17 (il titolo proviene dall’etichetta posta sui loro strumenti dai Gagliano, celebre famiglia di liutai operante a Napoli nel XVIII secolo). Il brano alterna momenti di cantabilità tipica del barocco napoletano, con un tema su basso ostinato di bella invenzione, a passaggi dominati da ritmi insistenti, spesso irregolari e con un retrogusto esotico.
Nel Concerto per violoncello di Haydn, dopo una introduzione orchestrale con l’esposizione dei due temi, Sollima diventava di nuovo protagonista ostentando il suo grande virtuosismo in una parte solistica ricca di ornamentazioni. Il secondo tempo riportava a un più equilibrato rapporto con l’orchestra, e qui la capacità del solista di dialogare con l’ensemble era straordinaria, potendo anche contare sul fatto che i giovani della “Cherubini”, un’orchestra di elevata qualità artistica, sapevano quando dare spazio ai momenti di forte ispirazione “solipsistica” del solista.
Il brillante Rondò si innestava senza pause sul movimento lento, e Sollima mostrava ancora una volta tutta la sua sapienza tecnica e comunicativa. Il risultato complessivo è stato un concerto che ha dispensato grande energia alla platea, con lunghi momenti di grande pregio.
Giovanni Sollima è un artista di assoluta eccellenza, specialista del grande repertorio per violoncello; si muove fuori dagli schemi, con uno stile esecutivo istrionico e guizzante, con scarti dinamici improvvisi, effetti timbrici inaspettati e cadenze improvvisate. Tanta era l’energia che sprigionava, che il suo strumento a momenti sembrava prendere vita e sfuggirgli dalle mani, come un gattone che giocava col suo padrone, il quale era felice di mostrare che manteneva il controllo, incitandolo o trattenendolo a piacimento.
Al termine applausi prolungati e convinti hanno indotto il Maestro a concedere due bis: una trascrizione per violoncello, dello stesso Sollima, di “Strikethe Viol”, un’aria di Henry Purcell tratta dall’ode Come ye Sons of Art, e una melodia scritta durante la Seconda guerra mondiale da suo padre adolescente, che sarebbe poi diventato docente al Conservatorio di Palermo e suo primo maestro.
Lorenzo Fiorito