Tra Rossini e Schubert, le piacevoli sorprese di Malta

ROSSINI Il Barbiere di Siviglia L. Ferrando, A. Morsch, F. Oliveira, H. Lowe, P. Balakin, J. Agius, A. Camilleri Gambin; Malta Philharmonic Orchestra, direttore Michael Laus regia Paul Carr scene Adrian Mamo costumi Denise Mulholland.

La Valletta (Malta), Teatru Manoel, 11 marzo 2025

Il Teatru Manoel di La Valletta, gioiellino architettonico del 1732 (quindi di 5 anni anteriore al San Carlo), ha ospitato una nuova produzione del Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini, che si è rivelata un successo sotto ogni aspetto, dimostrando l’eccellenza della scena operistica maltese e la qualità artistica del cast e della direzione musicale. La regia di Paul Carr ha offerto una lettura brillante dell’opera, in equilibrio tra tradizione e innovazione, valorizzando le caratteristiche sceniche e l’intimità della sala maltese che, sebbene piccola con i suoi 547 posti, ospita un’ampia varietà di spettacoli artistici locali e internazionali. Senza stravaganti orpelli interpretativi, mai banale, Carr ha saputo giocare con le dinamiche vorticosamente farsesche della commedia proponendo soluzioni sceniche funzionali al divertimento puro, tirando fuori tutte le possibili gag dal libretto e dalla partitura. La scenografia essenziale ma efficace di Adrian Mamo (che è anche direttore artistico del teatro), e i costumi di Denise Mulholland, ispirati a un classicismo rivisitato, hanno contribuito a rendere lo spettacolo scorrevole e visivamente accattivante.

Il baritono André Morsch ha offerto un Figaro energico e carismatico, con un’ottima presenza scenica e una voce corposa e ben proiettata. L’artista ha conquistato il pubblico con una performance di esuberante vivacità, padroneggiando con grande stile la sua aria d’ingresso, sfoggiando colorature brillanti e offrendo un’interpretazione del ruolo convincente e coinvolgente. Leonardo Ferrando ha vestito i panni del Conte di Almaviva mostrando eleganza vocale e spigliatezza scenica. La serenata d’apertura ‘Ecco ridente in cielo’ ha da subito rivelato facilità di emissione e controllo delle agilità, particolarmente nel registro acuto brillante, con una linea vocale fluida e aggraziata. Mezzosoprano, ma con tinta decisamente sopranile, è Heather Lowe, che cantando Rosina con una bella tecnica belcantistica e un timbro chiaro e luminoso, ha pienamente soddisfatto le aspettative del pubblico. I suoi passaggi virtuosistici sono stati accolti con grande entusiasmo, e le hanno permesso di dare vita a una Rosina radiosa e seducente, una donna innamorata, sicura di sé e maliziosamente volitiva. Felipe Oliveira ha delineato lo scorbutico Don Bartolo con una buona presenza scenica e un’interpretazione incisiva, vocalmente solida e teatralmente divertente. Notevole anche l’interpretazione di Pavlo Balakin nei panni di Don Basilio: il suo “La calunnia è un venticello” è stato un momento di allegra teatralità. James Agius (Fiorello) e Alexandra Camilleri Gambin (Berta) hanno completato il cast con interpretazioni efficaci e ben caratterizzate.

Michael Laus ha diretto la Malta Philharmonic Orchestra con grande abilità, bilanciando il brio rossiniano con un’attenta cura dei dettagli dinamici e agogici. L’orchestra ha risposto con duttilità e precisione, esaltando la leggerezza e la brillantezza dell’orchestrazione rossiniana. Il coro maschile KorMalta, diretto da Riccardo Bianchi, ha aggiunto consistenza alle scene d’insieme, garantendo coesione vocale e interpretativa.

A impreziosire la settimana musicale maltese, la sera precedente si è tenuto un raffinato recital dedicato ai Péchés de vieillesse di Rossini. Il soprano Andriana Yordanova, accompagnata al pianoforte da Caroline Calleja, ha offerto un’interpretazione intensa e sofisticata, rivelando la profondità espressiva di alcune gemme dell’ultimo Rossini, ironico e malinconico. E ancora, il giorno dopo la recita del Barbiere, una chicca per pochi fortunati: l’audizione privata del soprano maltese Rosabelle Bianchi, accompagnata al piano da Corinne Briffa-Bowman, che ha cantato alcuni Lieder di Schubert con una esecuzione di sorprendente bellezza per timbro caldo e profondo, controllo del fiato, rigore tecnico, profondità espressiva. E se questo Barbiere ci ha ricordato il semplice piacere di un’opera ben fatta, soprattutto quando messa in scena in un contesto così storicamente importante, gli eventi musicali di contorno, dalle ultime opere di Rossini ai Lieder di Schubert, hanno aggiunto profondità ed emozione all’esperienza.

Lorenzo Fiorito

Data di pubblicazione: 17 Marzo 2025

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