Nel cuore del 250esimo anniversario di Gaspare Spontini, che dopo gli Spontini Days in estate e il Concerto Spirituale di Eleonora Armellini proseguirà in ottobre con il nuovo allestimento de La Vestale e la prima esecuzione assoluta in tempi moderni de I quadri parlanti, la Fondazione Pergolesi Spontini dedica un evento molto particolare all’altro compositore fondante la sua identità storica, culturale e territoriale, Pergolesi, presentando finalmente al pubblico dal vivo la nuova edizione critica di Lo Frate ‘nnammorato, frutto di un lungo lavoro e di due fortunosi e rocamboleschi ritrovamenti antiquari tra un’asta a Parigi e la Biblioteca Diocesana di Münster.
La preziosa serata sarà affidata all’eccellenza barocca italiana nel mondo: Ottavio Dantone e la sua Accademia Bizantina che, nel pieno del loro quarantennale e reduci dalla residenza artistica a Innsbruck, presenteranno un programma che accosta ad estratti dal nuovo Frate compositori che raccontino il milieu della Napoli in cui fu composto e dove ebbe enorme successo.
La storia de Lo Frate ‘nnammorato, appartenente al genere comico in lingua napoletana in voga nel primo Settecento, è fondante nella biografia di Pergolesi in quanto da un lato con essa nacque la duratura e fortunata collaborazione con il librettista Gennaro Antonio Federico, erede di poeti teatrali partenopei che avevano forgiato il genere nei due decenni precedenti, collaborazione che si sarebbe rivelata particolarmente fruttuosa producendo tra l’altro, l’anno seguente, La serva padrona; d’altro canto regalò al giovane Pergolesi un enorme successo, tant’è che l’opera rimase in programmazione al Teatro dei Fiorentini di Napoli per molte settimane, guadagnandosi nei vent’anni successivi un’importante serie di riprese, la prima delle quali – nel carnevale del 1734 sempre ai Fiorentini – sorvegliata da entrambi gli autori.
Per l’occasione, il compositore rimaneggiò la sua vecchia partitura, sostituendone alcuni brani con musica nuova anche per adattarli alla nuova compagnia di canto e rivedendo numerosi altri particolari della partitura. Esistono perciò due distinte versioni d’autore dell’opera: la prima preparata da Pergolesi nel 1732, la seconda – frutto di rimaneggiamento – nel 1734.
Francesco Degrada, che alla fine degli anni Ottanta ha curato del Frate un’importante edizione critica utilizzata per il memorabile allestimento scaligero della stagione 1989-90 con la direzione musicale di Riccardo Muti e la regia di Roberto De Simone, tuttavia, rilevava già all’epoca che le fonti musicali disponibili non consentissero di ricostruire esattamente né la versione del ’32, né quella del ’34. La partitura utilizzata dunque in Scala e preparata dallo stesso Degrada, era quindi assai problematica, giacché le fonti musicali allora disponibili erano molto lacunose, e soprattutto mescolavano arbitrariamente pezzi della prima e della seconda versione dell’opera. Fu perciò realizzato una sorta di collage assemblando i brani disponibili, tagliandone altri ed ignorando quelli che non era possibile ricostruire.
La storia della complessa partitura continua poi nel 2009 con l’avvio dell’Edizione Nazionale delle Opere di Giovanni Battista Pergolesi sostenuta dal Ministero della Cultura e promossa dalla Fondazione Pergolesi Spontini, quando viene programmata una nuova edizione critica de Lo Frate nnammorato a cura di Eleonora Di Cintio, la cui pubblicazione dei due volumi, effettuata da Casa Ricordi, è avvenuta solo all’inizio del 2024.
Il lavoro, particolarmente complesso, è stato condotto nell’arco degli ultimi quattro anni dal Centro Studi Pergolesi dell’Università degli Studi di Milano, diretto dal prof. Claudio Toscani, che si è potuto giovare di due fortunati ritrovamenti:
In primo luogo, il Centro Studi, partecipando ad un’asta a Parigi, ha rintracciato e acquistato sul mercato antiquario quello che si è rivelato essere l’unico manoscritto esistente al mondo, benché incompleto, della partitura che riproduce fedelmente la versione originale dell’opera di Pergolesi del 1732.
Un secondo ritrovamento è stato poi effettuato grazie alla scoperta, nella Biblioteca Diocesana di Münster, di un gruppo di partiture manoscritte proveniente dalla collezione dell’abate romano Fortunato Santini (1777-1861), sopravvissuta in parte, benché seriamente danneggiata, all’alluvione che nel 1946 colpì la città tedesca. Queste partiture, sino a questo momento sconosciute, tramandano quasi tutte le arie rifatte da Pergolesi per la seconda versione dell’opera nel 1734.
L’edizione critica de Lo Frate nnammorato, appena data alle stampe, permette dunque di ricostruire fedelmente e di allestire le due versioni dell’opera preparate da Pergolesi, in una veste rigorosamente e criticamente accertata.
L’impaginato del 6 settembre è dunque da considerarsi come una vera festa per celebrare il lungo e tormentato viaggio di questa partitura dalla Napoli settecentesca alla Scala degli anni ’80 del Novecento, per giungere dunque a compimento solo nella sua casa naturale, Jesi, grazie agli sforzi congiunti della Fondazione, del Centro Studi milanese insieme all’Università di Milano, Casa Ricordi e grazie soprattutto ai fortunosi ritrovamenti di Parigi e Münster.
In esso le due versioni finalmente distinguibili, del Frate dialogano in apertura seguite poi da una parata di compositori come Ragazzi, Scarlatti, Conforto, Caballone e Tritto che completano l’affresco vivacissimo della Napoli musicale e teatrale del secolo, vero humus creativo in cui si mosse l’arte del giovane Pergolesi.
Ottavio Dantone, profondo conoscitore della prassi esecutiva del periodo Barocco, e la sua Accademia Bizantina nel pieno delle celebrazioni per il quarantennale e reduci dal primo appuntamento della residenza a Innsbruck, tornano al Festival per eseguire in prima mondiale una nuova Sinfonia e cinque arie inedite di Giovanni Battista Pergolesi tratte da Lo frate nnammorato.
Un passo importante, senza dubbio, per lo studio, la conoscenza e l’apprezzamento del compositore jesino.