KREISLER Alt-Wiener Tanzweisen per violino e pianoforte SCHUMANN Sonata per violino e pianoforte n. 1 in la Op. 105 GRIEG Sonata n. 3 in do per violino e pianoforte Op. 45 RAVEL Tzigane Op. 76 violino Giovanni Andrea Zanon pianoforte Alberto Ferro
Bassano del Grappa, Teatro Remondini, 13 luglio 2024
Per Giovanni Andrea Zanon è arrivato il momento di abbandonare l’etichetta di giovane prodigio che ancora si porta addosso. E di archiviare definitivamente l’aneddoto delle galline che il papà gli regalava per ogni ora di studio al violino, che ancora si ripete ad ogni intervista. Zanon a 26 anni va ascoltato per quello che è: un violinista glamour, come tanti giovani artisti che oggi calcano i palcoscenici – è pur sempre un testimonial Armani – e un musicista che ha raggiunto una propria fisionomia musicale e artistica. Ogni volta che lo si ascolta se ne ha la riprova. Il suo è un violinismo elegante, attento alla cura del suono che è sempre tornito, senza sbavature, mai aggressivo. Tecnicamente è in grado di risolvere ogni diavoleria, pur senza esibire una tecnica trascendentale.
Nel concerto tenuto a Bassano del Grappa nell’ambito di Operaestate Festival 2024, ha proposto un programma che da una parte strizzava l’occhio al pubblico con le Tre antiche danze viennesi di Fritz Kreisler, in apertura, e con il virtuosismo vertiginoso della Tzigane di Maurice Ravel, in chiusura. Al centro due capisaldi del violinismo romantico: la Sonata per violino e pianoforte n. 1 in la minore op. 105 di Robert Schumann del 1851 e la più tarda Sonata n. 3 in do minore per violino e pianoforte op. 45 di Edvard Grieg che risale al 1887.
Eleganza salottiera e un languore contenuto, ma non privo di sensualità sono stati i tratti che il violinista ha impresso alle tre pagine di Kreisler, particolarmente al celebre Liebesleid (Pena d’amore), solitamente eseguite nei recital come bis e che invece Zanon ha voluto “nobilitare” collocandole ad apertura del concerto.
L’impegnativa Sonata di Schumann, fatta – com’è tipico della musica di questo compositore – di slanci ardenti e di improvvisi ripiegamenti, di impeti e di tenerezze, di introspezioni psicologiche e di sogni fantastici, è stata eseguita con grande ardore e freschezza grazie ad una lettura che non ha mancato di mettere in luce l’ispirazione continuamente mutevole e l’alternanza repentina di stati d’animo diversi. Un’esecuzione dai tratti giovanili che ha reso ancora più affascinante questa pagina, anche per l’apporto preciso e coinvolto del pianista Ferro.
Forse il culmine della serata è stata la Sonata op. 45 di Grieg, la più celebre della terna di sonate per violino e pianoforte composta da musicista norvegese. Zanon si è lasciato trasportare dalla freschezza dell’invenzione melodica e dal costante riferimento alla musica popolare scandinava che, come sempre in Grieg, è fonte inesauribile di ispirazione. Senza temere di sottolineare certo sentimentalismo melodico così tipico della personalità di questo compositore e ben presente nel corso dei tre movimenti, il violinista di Castelfranco Veneto ha offerto una lettura matura e consapevole, sempre elegante anche nei momenti più scopertamente drammatici fino al prestissimo finale con cui ha strappato convinti applausi del pubblico.
La Tzigane di Ravel, si sa, è uno di quei brani che ammaliano ad ogni ascolto non solo per il suo virtuosismo allo stato puro, ma anche per l’ispirazione “zingara”, per quell’esotismo di grande fascino. I febbrili arabeschi di stile zingaresco – mordenti, gruppetti di piccole note, pizzicati e trilli – raggiungono nella stretta finale gli scoppiettanti fuochi d’artificio di un moto perpetuo che Zanon (e il pianista Ferro) esegue con irresistibile e travolgente musicalità, precisione e incontenibile impeto.
Applausi travolgenti e come bis il Liebesleid già ascoltato nella prima parte.
Stefano Pagliantini